PER I 150 ANNI DEL TEATRO MANZONI LA STAGIONE 2022-2023 SI APRIRA’ CON SPETTACOLI D’ECCEZIONE TRA CUI MOLIERE E RIMBAUD
E’ cosi che apre il Teatro Manzoni la sua nuova stagione e contemporaneamente festeggia i suoi 160 anni di vita.
Dal 18 al 30 ottobre 2022
Maria Amelia Monti
Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
Scritto e diretto da Edoardo Erba
Dall’8 al 20 novembre 2022
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO?
E FAMME ‘NA PIZZA!
Scritto e diretto da Vincenzo Salemme
Dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Gianfranco Jannuzzo
Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guidi
Dal 14 al 26 febbraio 2023
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta
da Ivan Cotroneo
con FABRIZIA SACCHI
Dal 21 marzo al 2 aprile 2023
Elena Sofia Ricci
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
di Tennessee Williams
Traduzione Masolino d’Amico
con Gabriele Anagni
Regia Pier Luigi Pizzi
Dall’11 al 23 aprile 2023
Giorgio Lupano
Gabriele Pignotta
Attilio Fontana
TRE UOMINI E UNA CULLA
di Coline Serreau
Traduzione Marco M. Casazza
Adattamento teatrale Coline Serreau e Samuel Tasinaje
dal film omonimo di Coline Serreau
Regia Gabriele Pignotta
Dal 2 al 14 maggio 2023
CARLO BUCCIROSSO
l’erba del vicino
è sempre più verde
Scritto e diretto da Carlo Buccirosso
SPETTACOLI FUORI ABBONAMENTO
Dal 7 all’11 dicembre 2022
FRANCESCO PANNOFINO IAIA FORTE
ERASMO GENZINI CARMINE RECANO
e con SIMONA MARCHINI
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
Dal 27 al 29 gennaio 2023
Chiara Francini
Alessandro Federico
COPPIA APERTA
QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
Regia Alessandro Tedeschi
Dal 28 febbraio al 5 marzo 2023
ALESSIO BONI
SERRA YILMAZ
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini
con Marcello Prayer
Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
Dal 18 al 30 ottobre 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 29 ottobre ore 15,30 e 20,45
Gli Ipocriti Melina Balsamo presenta
Maria Amelia Monti Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
Scritto e diretto da Edoardo Erba
Scene Luigi Ferrigno
Musiche Massimiliano Gagliardi
Costumi Nunzia Russo
Luci Giuseppe D’Alterio
Video Davide Di Nardo, Leonardo Erba
Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma (Maria Amelia Monti) e Lorella (Marina Massironi), che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha … non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità. Il Marito Invisibile di Edoardo Erba è la prima commedia in videocall. Una messinscena innovativa con le attrici che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo completamente blu; in alto, invece, appaiono in due grandi schermi mentre sono nelle loro case come a dire che la realtà virtuale supera la realtà ordinaria. Un’esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione con le due protagoniste che ci accompagnano, con la loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale.
Note di Edoardo Erba
Nella regia del Marito Invisibile ho voluto creare una realtà virtuale più ricca e articolata della realtà che vediamo sul palco. Le attrici recitano sullo sfondo di un blue screen circondate da una realtà monocromatica, che prende vita e colore solo dal piano della telecamera in su. Sui grandi schermi che sovrastano il palco, invece, le vediamo vivere nelle loro case, piene di oggetti, di luci, di fumo, di colori e di movimento. Il contrasto – funzionale alla storia che la commedia racconta – mette lo spettatore in una situazione nuova. Può guardare le attrici sui grandi schermi, godendosi il loro primo piano o, viceversa, guardarle dal vivo sul palco o, ancora, guardarle un po’ da una parte, un po’ dall’altra, “montando” le immagini come meglio crede. Benché composto da cinque scene con passaggi di tempo fra l’una e l’altra (cinque atti si sarebbe detto una volta) lo spettacolo non prevede mai il buio. Gli schermi sono sempre attivi, perché quando i personaggi escono di scena, prendono il cellulare e il pubblico vede ingrandito quello che loro vedono sullo schermo del telefono. Ne esce un atto unico dal ritmo incalzante, che cattura lo spettatore dalla prima battuta, senza lasciargli mai la possibilità di distrarsi.
Dall’8 al 20 novembre 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 19 novembre ore 15,30 e 20,45
Compagnia Molière e La Contrada Teatro Stabile di Trieste presentano
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
con
Lisa Galantini
Antonella Piccolo
Sergio Basile
Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’Amico
e con Rosario Coppolino
Costumi Santuzza Calì
Scenografie Fabiana Di Marco
Musiche Massimiliano Pace
Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Moliere lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Moliere viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti. Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo, Moliere, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui.
Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica e 6 gennaio ore 15.30
Sabato 17 dicembre ore 15.30 e 20.45
24 e 25 dicembre riposo
26 dicembre e 1 gennaio ore 17.30
31 dicembre ore 17.30 e 21.30
Diana Or.i.s. e Chi è di scena
presentano
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO? E FAMME ‘NA PIZZA!
scritto e diretto da Vincenzo Salemme
con in o. a. Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Fernanda Pinto
Scene e costumi Francesca Romana Scudiero
Musiche Antonio Boccia
Il racconto di Vincenzo Salemme
Napoletano? E famme ‘na pizza! è uno spettacolo che nasce dal mio libro uscito con lo stesso titolo agli inizi di marzo. Titolo che fa riferimento ad una battuta di una mia commedia teatrale, “e fuori nevica”, nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza. E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mammà… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendergli la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente. Ma, allora, io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio recitava: “Vedi Napoli e poi muori!”, io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l’accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo. “Napoletano? ‘E famme ‘na pizza!”, oltretutto, mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali perché all’interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti quegli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro. Un futuro che, nel caso di questo mio spettacolo, non dimentica le belle tradizioni del passato ma, anzi, ne fa un volano per immaginare un viaggio in avanti, un cammino libero e allegro verso il Domani.
Dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 11 febbraio ore 15.30 e 20.45
Virginy L’Isola Trovata
presenta
Gianfranco Jannuzzo Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guidi
con altri cinque attori in scena
Scene e costumi Carlo De Marino
Musiche Roberto Procaccini
Luci Umile Vainieri
Agostino è un imprenditore e padre di famiglia che oltre a possedere un’azienda ha una bella figlia ventiduenne che sta per convolare a nozze, figlia a cui vuole molto bene e di cui è molto geloso. La ragazza sta per sposare Edo, rampollo di una ricca famiglia, ma l’imminente matrimonio con annessi caotici preparativi avranno un effetto straniante sul povero padre, che in cuor suo non vuole accettare il fatto che la figlia sia ormai una donna e il solo pensiero di lasciare l’adorata fanciulla nelle mani di uno sconosciuto lo fa dar di matto. A peggiorare le cose ci si metterà il prezzo esorbitante del matrimonio che costerà all’uomo una piccola fortuna. Tutto ciò e l’ansia di una sorte di sindrome del nido vuoto al maschile faranno sì che l’uomo assuma bizzarri atteggiamenti facendo preoccupare tutto il parentado.
La goccia che farà traboccare il vaso sarà l’invasione casalinga dell’eccentrico, richiestissimo e costosissimo organizzatore di matrimoni Alain e la scelta di organizzare il ricevimento proprio in casa, una situazione che farà in men che non si dica crollare i nervi al sempre più stressato padre che tra una figuraccia e l’altra finirà addirittura in prigione, ma tutto ciò avrà lo scopo di rendere l’esagitato padre della sposa più consapevole che la figlia ormai adulta sta per sposare l’uomo che ama.
Il nostro spettacolo si presenta come una divertente comedy piena di gag riuscite e momenti coinvolgenti con alcune situazioni tenere e divertenti.Dal 18 al 30 ottobre 2022
Maria Amelia Monti
Marina Massironi
IL MARITO INVISIBI Scritto e diretto da Edoardo Erba
Dall’8 al 20 novembre 2022
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO?
E FAMME ‘NA PIZZA!
Scritto e diretto da Vincenzo Salemme
Dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Gianfranco Jannuzzo
Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guid
Dal 14 al 26 febbraio 2023
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta
da Ivan Cotroneo
con FABRIZIA SACCHI
Dal 21 marzo al 2 aprile 2023
Elena Sofia Ricci
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
di Tennessee Williams
Traduzione Masolino d’Amico
con Gabriele Anagni
Regia Pier Luigi Pizzi
Dall’11 al 23 aprile 2023
Giorgio Lupano
Gabriele Pignotta
Attilio Fontana
TRE UOMINI E UNA CULLA
di Coline Serreau
Traduzione Marco M. Casazza
Adattamento teatrale Coline Serreau e Samuel Tasinaje
dal film omonimo di Coline Serreau
Regia Gabriele Pignotta
Dal 2 al 14 maggio 2023
CARLO BUCCIROSSO
l’erba del vicino
è sempre più verde
Scritto e diretto da Carlo Buccirosso
SPETTACOLI FUORI ABBONAMENTODal 7 all’11 dicembre 2022
FRANCESCO PANNOFINO IAIA FORTE
ERASMO GENZINI CARMINE RECANO
e con SIMONA MARCHINI
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
Dal 27 al 29 gennaio 2023
Chiara Francini
Alessandro Federico
COPPIA APERTA
QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
Regia Alessandro Tedeschi
Dal 28 febbraio al 5 marzo 2023
ALESSIO SERRA YILMAZ
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini
con Marcello Prayer
Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello PrayerDal 18 al 30 ottobre 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 29 ottobre ore 15,30 e 20,45
Gli Ipocriti Melina Balsamo presenta
Maria Amelia Monti Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
Scritto e diretto da Edoardo Erba
Scene Luigi Ferrigno
Musiche Massimiliano Gagliardi
Costumi Nunzia Russo
Luci Giuseppe D’Alterio
Video Davide Di Nardo, Leonardo Erba
Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma (Maria Amelia Monti) e Lorella (Marina Massironi), che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha … non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità. Il Marito Invisibile di Edoardo Erba è la prima commedia in videocall. Una messinscena innovativa con le attrici che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo completamente blu; in alto, invece, appaiono in due grandi schermi mentre sono nelle loro case come a dire che la realtà virtuale supera la realtà ordinaria. Un’esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione con le due protagoniste che ci accompagnano, con la loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale.
Note di Edoardo Erba
Nella regia del Marito Invisibile ho voluto creare una realtà virtuale più ricca e articolata della realtà che vediamo sul palco. Le attrici recitano sullo sfondo di un blue screen circondate da una realtà monocromatica, che prende vita e colore solo dal piano della telecamera in su. Sui grandi schermi che sovrastano il palco, invece, le vediamo vivere nelle loro case, piene di oggetti, di luci, di fumo, di colori e di movimento. Il contrasto – funzionale alla storia che la commedia racconta – mette lo spettatore in una situazione nuova. Può guardare le attrici sui grandi schermi, godendosi il loro primo piano o, viceversa, guardarle dal vivo sul palco o, ancora, guardarle un po’ da una parte, un po’ dall’altra, “montando” le immagini come meglio crede. Benché composto da cinque scene con passaggi di tempo fra l’una e l’altra (cinque atti si sarebbe detto una volta) lo spettacolo non prevede mai il buio. Gli schermi sono sempre attivi, perché quando i personaggi escono di scena, prendono il cellulare e il pubblico vede ingrandito quello che loro vedono sullo schermo del telefono. Ne esce un atto unico dal ritmo incalzante, che cattura lo spettatore dalla prima battuta, senza lasciargli mai la possibilità di distrarsi.
Dall’8 al 20 novembre 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 19 novembre ore 15,30 e 20,45
Compagnia Molière e La Contrada Teatro Stabile di Trieste presentano
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
con
Lisa Galantini
Antonella Piccolo
Sergio Basile
Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’Amico
e con Rosario Coppolino
Costumi Santuzza Calì
Scenografie Fabiana Di Marco
Musiche Massimiliano Pace
Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Moliere lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Moliere viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti. Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo, Moliere, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui.Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica e 6 gennaio ore 15.30
Sabato 17 dicembre ore 15.30 e 20.45
24 e 25 dicembre riposo
26 dicembre e 1 gennaio ore 17.30
31 dicembre ore 17.30 e 21.30
Diana Or.i.s. e Chi è di scena
presentano
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO? E FAMME ‘NA PIZZA!
scritto e diretto da Vincenzo Salemme
con in o. a. Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Fernanda Pinto
Scene e costumi Francesca Romana Scudiero
Musiche Antonio Boccia
Il racconto di Vincenzo Salemme
Napoletano? E famme ‘na pizza! è uno spettacolo che nasce dal mio libro uscito con lo stesso titolo agli inizi di marzo. Titolo che fa riferimento ad una battuta di una mia commedia teatrale, “e fuori nevica”, nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza. E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mammà… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendergli la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente. Ma, allora, io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio recitava: “Vedi Napoli e poi muori!”, io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l’accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo. “Napoletano? ‘E famme ‘na pizza!”, oltretutto, mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali perché all’interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti quegli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro. Un futuro che, nel caso di questo mio spettacolo, non dimentica le belle tradizioni del passato ma, anzi, ne fa un volano per immaginare un viaggio in avanti, un cammino libero e allegro verso il Domani.
Dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 11 febbraio ore 15.30 e 20.45
Virginy L’Isola Trovata
presenta
Gianfranco Jannuzzo Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guidi
con altri cinque attori in scena
Scene e costumi Carlo De Marino
Musiche Roberto Procaccini
Luci Umile Vainieri
Agostino è un imprenditore e padre di famiglia che oltre a possedere un’azienda ha una bella figlia ventiduenne che sta per convolare a nozze, figlia a cui vuole molto bene e di cui è molto geloso. La ragazza sta per sposare Edo, rampollo di una ricca famiglia, ma l’imminente matrimonio con annessi caotici preparativi avranno un effetto straniante sul povero padre, che in cuor suo non vuole accettare il fatto che la figlia sia ormai una donna e il solo pensiero di lasciare l’adorata fanciulla nelle mani di uno sconosciuto lo fa dar di matto. A peggiorare le cose ci si metterà il prezzo esorbitante del matrimonio che costerà all’uomo una piccola fortuna. Tutto ciò e l’ansia di una sorte di sindrome del nido vuoto al maschile faranno sì che l’uomo assuma bizzarri atteggiamenti facendo preoccupare tutto il parentado.
La goccia che farà traboccare il vaso sarà l’invasione casalinga dell’eccentrico, richiestissimo e costosissimo organizzatore di matrimoni Alain e la scelta di organizzare il ricevimento proprio in casa, una situazione che farà in men che non si dica crollare i nervi al sempre più stressato padre che tra una figuraccia e l’altra finirà addirittura in prigione, ma tutto ciò avrà lo scopo di rendere l’esagitato padre della sposa più consapevole che la figlia ormai adulta sta per sposare l’uomo che ama.
Il nostro spettacolo si presenta come una divertente comedy piena di gag riuscite e momenti coinvolgenti con alcune situazioni tenere e divertenti.
Dal 14 al 26 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30 – Sabato 25 febbraio ore 15.30 e 20.45
Diana Or.i.s.
presenta
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta da Ivan Cotroneo
con Fabrizia Sacchi
Orsetta De Rossi
Diego D’Elia, Eleonora Russo
Scene Monica Sironi
Costumi Alberto Moretti
Luci Gianfilippo Corticelli
È settembre, in una grande città. Claudia e Giulio si incontrano per la prima volta davanti a un ascensore, nell’atrio di un palazzo borghese. Le porte di vetro si aprono. Lei sta andando via, lui deve salire. Ma Claudia si accorge di avere dimenticato la sciarpa su, e risale con Giulio. L’appartamento al quale sono diretti è lo stesso: scoprono infatti solo ora che entrambi frequentano lo stesso analista, il dottor Cioffi, psicoterapeuta specializzato in problemi di coppia. Hanno l’appuntamento settimanale con il dottore ogni mercoledì: alle 15 lei, alle 16 lui. Si presentano sul pianerottolo stringendosi la mano. È il loro primo contatto fisico. Due mesi dopo ritroviamo Claudia e Giulio in una stanza d’albergo. Stanno facendo l’amore. Sono diventati amanti da tre settimane. Entrambi sposati, Giulio con moglie e tre figli, Claudia con un marito più giovane di lei con il quale sta cercando di avere un bambino, si vedono regolarmente e clandestinamente per stare insieme. E si dicono che è solo sesso, avventura, evasione. Che non fanno male a nessuno. Che quello spazio non c’entra davvero con le loro vite reali. Ma può essere davvero così quando due persone si incontrano ripetutamente e pretendono di controllare sesso e amore? Amanti segue la storia della relazione di Giulio e Claudia da settembre fino a giugno, intervallando i loro incontri in albergo con i dialoghi che ciascuno di due ha con il dottor Cioffi, il quale ovviamente non sa che i suoi due problematici pazienti hanno una relazione tra di loro. Così la loro storia si dipana nell’arco di nove mesi, fra gli incontri a letto, e le verità o le menzogne che contemporaneamente raccontano al dottore, dal quale vanno da soli o insieme ai rispettivi partner, Enrica e Marco. Una progressione temporale fatta di equivoci, imbrogli, passi falsi, finte presentazioni, menzogne, incasinamenti, prudenza, e anche guai evitati per miracolo. Fino a quando l’amore e un evento inaspettato si mettono di mezzo, e stravolgono tutti gli equilibri. Amanti è una nuova commedia in due atti sull’amore, sul sesso, sul tradimento e sul matrimonio, sulle relazioni di lunga durata e sulle avventure a termine, sul maschile e sul femminile, e in definitiva sulla ricerca della felicità che prende sempre strade diverse da quelle previste. Una commedia brillante e divertente, con situazioni e dialoghi che strappano risate, ma anche un’esplorazione dei sentimenti di una coppia che nella clandestinità trova rifugio, conforto, divertimento, ma anche affanno, preoccupazione, e forse pericolo. I temi di “Amanti” mi appartengono da sempre. Nei miei romanzi, nei film, nelle serie televisive che ho scritto e diretto, il confronto tra il maschile e il femminile, la rottura degli stereotipi di genere, la prepotente forza del sesso e quella ancora più devastante dell’amore, hanno sempre avuto grande spazio, nel tentativo continuo di raccontare l’evoluzione della società e del costume attraverso le relazioni amorose. In questa commedia, con l’aiuto di due protagonisti strepitosi, questi temi prendono forma in un racconto moderno ed estremamente divertente, ma anche pieno di tenerezza e verità, come sempre succede nella commedia della vita”.
Dal 21 marzo al 2 aprile 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 1 aprile ore 15.30 e 20.45
Fondazione Teatro della Toscana e Best Live
presentano
Elena Sofia Ricci
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
di Tennessee Williams
Traduzione Masolino D’Amico
con Gabriele Anagni
Musiche composte da Stefano Mainetti
Light designer Pietro Sperduti
e con Chiara Degani, Flavio Francucci, Giorgio Sales, Alberto Penna, Valentina Martone,
Eros Pascale, Marco Fanizzi
Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Appunti di Pier Luigi Pizzi
La proposta del Teatro della Toscana e di Mariano Anagni di pensare ad un progetto di regia per La dolce ala della giovinezza, è stato di grande stimolo e dopo un’attenta lettura, ho accettato, forte del fatto che avrei avuto la presenza nel cast, di Elena Sofia Ricci, nel ruolo della protagonista.
Come d’abitudine il mio progetto comprende l’ambientazione e i vestiti. Williams ha una straordinaria abilità a costruire personaggi femminili al limite del delirio, sul bordo dell’abisso. Alexandra del Lago, star del cinema in declino, non più giovanissima, alcolizzata e depressa, in fuga da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film, cerca un rimedio alla solitudine nelle braccia di un gigolò, giovane e bello, un attore fallito in cerca di rilancio, ma destinato ad una triste fine, una volta che ha perduto il suo unico bene, la gioventù. Ma Williams, da grande drammaturgo è capace sempre di stupirci, sovvertendo genialmente il destino della nostra eroina.
Dall’11 al 23 aprile 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 22 aprile ore 15.30 e 20.45
A.ArtistiAssociati Direzione Artistica Walter Mramor
presenta
Giorgio Lupano Gabriele Pignotta Attilio Fontana
TRE UOMINI E UNA CULLA
di Coline Serreau
Traduzione Marco M. Casazza
Adattamento teatrale Coline Serreau e Samuel Tasinaje
dal film omonimo di Coline Serreau
Regia Gabriele Pignotta
e con Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari, Malvina Ruggiano
Aiuto regia Alessandro Marverti
Scene Matteo Soltanto
Costumi Silvia Frattolillo
Luci Eva Bruno
Musiche Stefano Switala
Chi non ricorda i dolci sorrisi che la piccola Marie rivolge dalla culla ai suoi tre papà “improvvisati” nella pellicola francese degli Anni Ottanta? La bimba, piombata improvvisamente nella routine libertina dei tre scapoli incalliti, finirà per conquistarne l’affetto e rivoluzionarne la vita.
La commedia, un riuscitissimo mix di tenerezza e divertimento, approda ora per la prima volta sui palcoscenici italiani grazie al nuovo adattamento teatrale firmato dalla stessa autrice del film, Coline Serreau. Fedele alla vicenda originale, lo spettacolo tratta con lievità e brio il ruolo dei padri e i nuovi modelli di famiglia.
Dal 2 al 14 maggio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 13 maggio ore 15.30 e 20.45
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con A.G. Spettacoli
presenta
Carlo Buccirosso
L’ERBA DEL VICINO È SEMPRE PIU’ VERDE
scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con (in ordine di apparizione) Fabrizio Miano, Donatella de Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo
Scene Gilda Cerullo e Renato Lori
Costumi Zaira de Vincentiis
Disegno luci Francesco Adinolfi
Note di Carlo Buccirosso
Mario Martusciello, funzionario benestante di banca, da tempo in aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un moderno monolocale, vivendo un momento di profonda depressione, insoddisfatto del proprio tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle proprie scelte, delle proprie amicizie, e non di meno di sua sorella, rea di preoccuparsi eccessivamente del suo inaspettato isolamento. In continua spasmodica ricerca di libertà, di cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di un’apertura mentale che gli è sempre stata ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla mancanza di spregiudicatezza, Mario guarda il mondo e le persone che lo circondano alla stessa stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi con le attrazioni più insidiose di un immenso parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità di poter accedere… Ed è così che pervaso dall’adrenalina – l’erba del vicino è sempre più verde – della novità, dall’eccitazione del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si ritroverà presto soggiogato dalla sindrome dell’”Erba del vicino”, ovverosia dalla sopravvalutazione di tutto quanto non gli appartenga, di
ogni essere umano diverso da sé stesso, di qualsiasi tipo di emozione possa procurargli una donna che non sia uguale a sua moglie, come “una giovane avvenente influencer” conosciuta solo per caso… il tutto accompagnato da un senso di autocommiserazione, ed da un’ammirazione spropositata verso chi nella vita ha saputo guadagnarsi, con grande fortuna, soldi e successo a sbafo, a discapito suo che mai ha avuto il fegato di osare, né di cambiare modo di essere pur di raggiungere qualcosa d’importante… È allora che quel senso di attrazione verso chi è diverso da te, che riesce in tutto più di te, e che sa essere quello che giocoforza non sei mai stato tu, potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile follia omicida, e a quel punto… sotto a chi tocca! In un simile spiazzante panorama, chiunque avesse la malaugurata idea di suonare alla porta di casa Martusciello per qualsivoglia motivo, come per la consegna della ordinazione del giapponese o di un pacco postale, o peggio ancora per uno sventurato errore domiciliare, si troverebbe invischiato in una situazione non facilmente gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di uscire dall’appartamento in tempi brevi, e possibilmente nelle migliori condizioni di salute!… In definitiva, “l’erba del vicino” sarà pure più verde di quella dell’altro, ma ciò che conta è che non si macchi di rosso “sangue”… E se invece fosse proprio il vicino di casa in carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando alla porta dell’appartamento di Mario, magari solo per chiedere la cortesia di qualche foglia di prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della nostra vicenda?…
ABBONAMENTI PROSA STAGIONE 2022/2023
ABBONAMENTO A TURNO E POSTO FISSO A 8 SPETTACOLI
POLTRONISSIMA PRESTIGE (dalla fila 1 alla fila B – palchi dal 15 al 26)
NUOVI ABBONAMENTI € 268,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 248,00
POLTRONISSIMA (dalla fila C alla fila L – palchi dal 1 al 14)
NUOVI ABBONAMENTI € 248,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 230,00
UNDER 30 € 160,00
POLTRONA (dalla fila M alla fila Q)
NUOVI ABBONAMENTI € 184,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 168,00
ABBONAMENTO A TURNO E POSTO LIBERO A 8 SPETTACOLI
POLTRONISSIMA (dalla fila C alla fila L)
FERIALE da martedì a venerdì € 192,00
QUANDO ACQUISTARE
Abbonamenti in vendita fino a lunedì 24 ottobre.
Orario: lunedì – venerdì | 10.00 – 19.00
FUORI ABBONAMENTO – Dal 7 all’11 dicembre 2022
7, 8 e 9 dicembre ore 20.45 – 10 dicembre ore 15.30 e 20,45 – 11 dicembre ore 15.30
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
presenta
Francesco Pannofino Iaia Forte Erasmo Genzini Carmine Recano
e con Simona Marchini
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
e con in o. a. Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori
Scene Luigi Ferrigno – Costumi Alessandro Lai – Luci Pasquale Mari
Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici MINE VAGANTI
**2 David Di Donatello **5 Nastri D’Argento **4 Globi D’Oro
**Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come Miglior Film
Note di Ferzan Ozpetek
Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 27 al 29 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Pierfrancesco Pisani – Isabella Borettini per Infinito Teatro in collaborazione con Argot Produzioni presentano
Chiara Francini Alessandro Federico
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
Regia Alessandro Tedeschi
Collaboratori Pierluigi Pasino e Massimiliano Setti
Luci Alessandro Barbieri
Scenografia Katia Titolo
Costumi Francesca Di Giuliano
Musiche Setti – Pasino
“Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!”. Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, Chiara Francini è un’artista eclettica, un vulcano di carisma e vitalità, con importanti ruoli sul piccolo e grande schermo, conduzioni al fianco di pilastri della tv come Pippo Baudo e un esordio letterario con 45.000 copie vendute e 8 ristampe. Qui si mette alla prova con un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia. L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata. Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia. Fo e Rame descrivono in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile. Tutti ci si riconoscono infatti “Coppia aperta…quasi spalancata” porta in scena la relativa insofferenza al concetto di monogamia. Rappresenta uno degli spettacoli più popolari in Italia. In Germania ha riscosso un tale successo da essere proposta in ben 30 teatri contemporaneamente.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 28 febbraio al 5 marzo 2023
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 4 marzo ore 15,30 e 20,45
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo presenta
Alessio Boni Serra Yilmaz
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini – liberamente ispirato al romanzo di Miguel De Cervantes Saavedra
Drammaturgia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer e Francesco Niccolini
Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
con Marcello Prayer
e Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico – Ronzinante Biagio Iacovelli
Scene Massimo Troncanetti – Costumi Francesco Esposito
Luci Davide Scognamiglio – Musiche Francesco Forni
Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l’universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d’amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l’esistenza.
Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes
Note di Alessio Boni
Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.
E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la raccontasse e la spiegasse e io la commentassi. Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire. Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre!
Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho
Dal 14 al 26 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30 – Sabato 25 febbraio ore 15.30 e 20.45
Diana Or.i.s.
presenta
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta da Ivan Cotroneo
con Fabrizia Sacchi
Orsetta De Rossi
Diego D’Elia, Eleonora Russo
Scene Monica Sironi
Costumi Alberto Moretti
Luci Gianfilippo Corticelli
È settembre, in una grande città. Claudia e Giulio si incontrano per la prima volta davanti a un ascensore, nell’atrio di un palazzo borghese. Le porte di vetro si aprono. Lei sta andando via, lui deve salire. Ma Claudia si accorge di avere dimenticato la sciarpa su, e risale con Giulio. L’appartamento al quale sono diretti è lo stesso: scoprono infatti solo ora che entrambi frequentano lo stesso analista, il dottor Cioffi, psicoterapeuta specializzato in problemi di coppia. Hanno l’appuntamento settimanale con il dottore ogni mercoledì: alle 15 lei, alle 16 lui. Si presentano sul pianerottolo stringendosi la mano. È il loro primo contatto fisico. Due mesi dopo ritroviamo Claudia e Giulio in una stanza d’albergo. Stanno facendo l’amore. Sono diventati amanti da tre settimane. Entrambi sposati, Giulio con moglie e tre figli, Claudia con un marito più giovane di lei con il quale sta cercando di avere un bambino, si vedono regolarmente e clandestinamente per stare insieme. E si dicono che è solo sesso, avventura, evasione. Che non fanno male a nessuno. Che quello spazio non c’entra davvero con le loro vite reali. Ma può essere davvero così quando due persone si incontrano ripetutamente e pretendono di controllare sesso e amore? Amanti segue la storia della relazione di Giulio e Claudia da settembre fino a giugno, intervallando i loro incontri in albergo con i dialoghi che ciascuno di due ha con il dottor Cioffi, il quale ovviamente non sa che i suoi due problematici pazienti hanno una relazione tra di loro. Così la loro storia si dipana nell’arco di nove mesi, fra gli incontri a letto, e le verità o le menzogne che contemporaneamente raccontano al dottore, dal quale vanno da soli o insieme ai rispettivi partner, Enrica e Marco. Una progressione temporale fatta di equivoci, imbrogli, passi falsi, finte presentazioni, menzogne, incasinamenti, prudenza, e anche guai evitati per miracolo. Fino a quando l’amore e un evento inaspettato si mettono di mezzo, e stravolgono tutti gli equilibri. Amanti è una nuova commedia in due atti sull’amore, sul sesso, sul tradimento e sul matrimonio, sulle relazioni di lunga durata e sulle avventure a termine, sul maschile e sul femminile, e in definitiva sulla ricerca della felicità che prende sempre strade diverse da quelle previste. Una commedia brillante e divertente, con situazioni e dialoghi che strappano risate, ma anche un’esplorazione dei sentimenti di una coppia che nella clandestinità trova rifugio, conforto, divertimento, ma anche affanno, preoccupazione, e forse pericolo. I temi di “Amanti” mi appartengono da sempre. Nei miei romanzi, nei film, nelle serie televisive che ho scritto e diretto, il confronto tra il maschile e il femminile, la rottura degli stereotipi di genere, la prepotente forza del sesso e quella ancora più devastante dell’amore, hanno sempre avuto grande spazio, nel tentativo continuo di raccontare l’evoluzione della società e del costume attraverso le relazioni amorose. In questa commedia, con l’aiuto di due protagonisti strepitosi, questi temi prendono forma in un racconto moderno ed estremamente divertente, ma anche pieno di tenerezza e verità, come sempre succede nella commedia della vita”.
Dal 21 marzo al 2 aprile 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 1 aprile ore 15.30 e 20.45
Fondazione Teatro della Toscana e Best Live
presentano
Elena Sofia Ricci
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
di Tennessee Williams
Traduzione Masolino D’Amico
con Gabriele Anagni
Musiche composte da Stefano Mainetti
Light designer Pietro Sperduti
e con Chiara Degani, Flavio Francucci, Giorgio Sales, Alberto Penna, Valentina Martone,
Eros Pascale, Marco Fanizzi
Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Appunti di Pier Luigi Pizzi
La proposta del Teatro della Toscana e di Mariano Anagni di pensare ad un progetto di regia per La dolce ala della giovinezza, è stato di grande stimolo e dopo un’attenta lettura, ho accettato, forte del fatto che avrei avuto la presenza nel cast, di Elena Sofia Ricci, nel ruolo della protagonista.
Come d’abitudine il mio progetto comprende l’ambientazione e i vestiti. Williams ha una straordinaria abilità a costruire personaggi femminili al limite del delirio, sul bordo dell’abisso. Alexandra del Lago, star del cinema in declino, non più giovanissima, alcolizzata e depressa, in fuga da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film, cerca un rimedio alla solitudine nelle braccia di un gigolò, giovane e bello, un attore fallito in cerca di rilancio, ma destinato ad una triste fine, una volta che ha perduto il suo unico bene, la gioventù. Ma Williams, da grande drammaturgo è capace sempre di stupirci, sovvertendo genialmente il destino della nostra eroina.
Dall’11 al 23 aprile 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 22 aprile ore 15.30 e 20.45
A.ArtistiAssociati Direzione Artistica Walter Mramor
presenta
Giorgio Lupano Gabriele Pignotta Attilio Fontana
TRE UOMINI E UNA CULLA
di Coline Serreau
Traduzione Marco M. Casazza
Adattamento teatrale Coline Serreau e Samuel Tasinaje
dal film omonimo di Coline Serreau
Regia Gabriele Pignotta
e con Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari, Malvina Ruggiano
Aiuto regia Alessandro Marverti
Scene Matteo Soltanto
Costumi Silvia Frattolillo
Luci Eva Bruno
Musiche Stefano Switala
Chi non ricorda i dolci sorrisi che la piccola Marie rivolge dalla culla ai suoi tre papà “improvvisati” nella pellicola francese degli Anni Ottanta? La bimba, piombata improvvisamente nella routine libertina dei tre scapoli incalliti, finirà per conquistarne l’affetto e rivoluzionarne la vita.
La commedia, un riuscitissimo mix di tenerezza e divertimento, approda ora per la prima volta sui palcoscenici italiani grazie al nuovo adattamento teatrale firmato dalla stessa autrice del film, Coline Serreau. Fedele alla vicenda originale, lo spettacolo tratta con lievità e brio il ruolo dei padri e i nuovi modelli di famiglia.
Dal 2 al 14 maggio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 13 maggio ore 15.30 e 20.45
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con A.G. Spettacoli
presenta
Carlo Buccirosso
L’ERBA DEL VICINO È SEMPRE PIU’ VERDE
scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con (in ordine di apparizione) Fabrizio Miano, Donatella de Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo
Scene Gilda Cerullo e Renato Lori
Costumi Zaira de Vincentiis
Disegno luci Francesco Adinolfi
Note di Carlo Buccirosso
Mario Martusciello, funzionario benestante di banca, da tempo in aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un moderno monolocale, vivendo un momento di profonda depressione, insoddisfatto del proprio tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle proprie scelte, delle proprie amicizie, e non di meno di sua sorella, rea di preoccuparsi eccessivamente del suo inaspettato isolamento. In continua spasmodica ricerca di libertà, di cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di un’apertura mentale che gli è sempre stata ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla mancanza di spregiudicatezza, Mario guarda il mondo e le persone che lo circondano alla stessa stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi con le attrazioni più insidiose di un immenso parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità di poter accedere… Ed è così che pervaso dall’adrenalina – l’erba del vicino è sempre più verde – della novità, dall’eccitazione del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si ritroverà presto soggiogato dalla sindrome dell’”Erba del vicino”, ovverosia dalla sopravvalutazione di tutto quanto non gli appartenga, di
ogni essere umano diverso da sé stesso, di qualsiasi tipo di emozione possa procurargli una donna che non sia uguale a sua moglie, come “una giovane avvenente influencer” conosciuta solo per caso… il tutto accompagnato da un senso di autocommiserazione, ed da un’ammirazione spropositata verso chi nella vita ha saputo guadagnarsi, con grande fortuna, soldi e successo a sbafo, a discapito suo che mai ha avuto il fegato di osare, né di cambiare modo di essere pur di raggiungere qualcosa d’importante… È allora che quel senso di attrazione verso chi è diverso da te, che riesce in tutto più di te, e che sa essere quello che giocoforza non sei mai stato tu, potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile follia omicida, e a quel punto… sotto a chi tocca! In un simile spiazzante panorama, chiunque avesse la malaugurata idea di suonare alla porta di casa Martusciello per qualsivoglia motivo, come per la consegna della ordinazione del giapponese o di un pacco postale, o peggio ancora per uno sventurato errore domiciliare, si troverebbe invischiato in una situazione non facilmente gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di uscire dall’appartamento in tempi brevi, e possibilmente nelle migliori condizioni di salute!… In definitiva, “l’erba del vicino” sarà pure più verde di quella dell’altro, ma ciò che conta è che non si macchi di rosso “sangue”… E se invece fosse proprio il vicino di casa in carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando alla porta dell’appartamento di Mario, magari solo per chiedere la cortesia di qualche foglia di prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della nostra vicenda?…
ABBONAMENTI PROSA STAGIONE 2022/2023
ABBONAMENTO A TURNO E POSTO FISSO A 8 SPETTACOLI
POLTRONISSIMA PRESTIGE (dalla fila 1 alla fila B – palchi dal 15 al 26)
NUOVI ABBONAMENTI € 268,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 248,00
POLTRONISSIMA (dalla fila C alla fila L – palchi dal 1 al 14)
NUOVI ABBONAMENTI € 248,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 230,00
UNDER 30 € 160,00
POLTRONA (dalla fila M alla fila Q)
NUOVI ABBONAMENTI € 184,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 168,00
ABBONAMENTO A TURNO E POSTO LIBERO A 8 SPETTACOLI
POLTRONISSIMA (dalla fila C alla fila L)
FERIALE da martedì a venerdì € 192,00
QUANDO ACQUISTARE
Abbonamenti in vendita fino a lunedì 24 ottobre.
Orario: lunedì – venerdì | 10.00 – 19.00
FUORI ABBONAMENTO – Dal 7 all’11 dicembre 2022
7, 8 e 9 dicembre ore 20.45 – 10 dicembre ore 15.30 e 20,45 – 11 dicembre ore 15.30
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
presenta
Francesco Pannofino Iaia Forte Erasmo Genzini Carmine Recano
e con Simona Marchini
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
e con in o. a. Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori
Scene Luigi Ferrigno – Costumi Alessandro Lai – Luci Pasquale Mari
Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici MINE VAGANTI
**2 David Di Donatello **5 Nastri D’Argento **4 Globi D’Oro
**Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come Miglior Film
Note di Ferzan Ozpetek
Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 27 al 29 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Pierfrancesco Pisani – Isabella Borettini per Infinito Teatro in collaborazione con Argot Produzioni presentano
Chiara Francini Alessandro Federico
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
Regia Alessandro Tedeschi
Collaboratori Pierluigi Pasino e Massimiliano Setti
Luci Alessandro Barbieri
Scenografia Katia Titolo
Costumi Francesca Di Giuliano
Musiche Setti – Pasino
“Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!”. Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, Chiara Francini è un’artista eclettica, un vulcano di carisma e vitalità, con importanti ruoli sul piccolo e grande schermo, conduzioni al fianco di pilastri della tv come Pippo Baudo e un esordio letterario con 45.000 copie vendute e 8 ristampe. Qui si mette alla prova con un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia. L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata. Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia. Fo e Rame descrivono in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile. Tutti ci si riconoscono infatti “Coppia aperta…quasi spalancata” porta in scena la relativa insofferenza al concetto di monogamia. Rappresenta uno degli spettacoli più popolari in Italia. In Germania ha riscosso un tale successo da essere proposta in ben 30 teatri contemporaneamente.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 28 febbraio al 5 marzo 2023
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 4 marzo ore 15,30 e 20,45
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo presenta
Alessio Boni Serra Yilmaz
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini – liberamente ispirato al romanzo di Miguel De Cervantes Saavedra
Drammaturgia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer e Francesco Niccolini
Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
con Marcello Prayer
e Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico – Ronzinante Biagio Iacovelli
Scene Massimo Troncanetti – Costumi Francesco Esposito
Luci Davide Scognamiglio – Musiche Francesco Forni
Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l’universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d’amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l’esistenza.
Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes
Note di Alessio Boni
Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.
E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la raccontasse e la spiegasse e io la commentassi. Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire. Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre!
Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho
Dal 18 al 30 ottobre 2022
Maria Amelia Monti
Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
Scritto e diretto da Edoardo Erba
Dall’8 al 20 novembre 2022
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO?
E FAMME ‘NA PIZZA!
Scritto e diretto da Vincenzo Salemme
Dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Gianfranco Jannuzzo
Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guidi
Dal 14 al 26 febbraio 2023
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta
da Ivan Cotroneo
con FABRIZIA SACCHI
Dal 21 marzo al 2 aprile 2023
Elena Sofia Ricci
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
di Tennessee Williams
Traduzione Masolino d’Amico
con Gabriele Anagni
Regia Pier Luigi Pizzi
Dall’11 al 23 aprile 2023
Giorgio Lupano
Gabriele Pignotta
Attilio Fontana
TRE UOMINI E UNA CULLA
di Coline Serreau
Traduzione Marco M. Casazza
Adattamento teatrale Coline Serreau e Samuel Tasinaje
dal film omonimo di Coline Serreau
Regia Gabriele Pignotta
Dal 2 al 14 maggio 2023
CARLO BUCCIROSSO
l’erba del vicino
è sempre più verde
Scritto e diretto da Carlo Bucciross
SPETTACOLI FUORI ABBONAMENTODal 7 all’11 dicembre 2022
FRANCESCO PANNOFINO IAIA FORTE
ERASMO GENZINI CARMINE RECANO
e con SIMONA MARCHINI
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
Dal 27 al 29 gennaio 2023
Chiara Francini
Alessandro Federico
COPPIA APERTA
QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
Regia Alessandro Tedeschi
Dal 28 febbraio al 5 marzo 2023
ALESSIO BONI
SERRA YILMAZ
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini
con Marcello Prayer
Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
Dal 18 al 30 ottobre 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 29 ottobre ore 15,30 e 20,45
Gli Ipocriti Melina Balsamo presenta
Maria Amelia Monti Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
Scritto e diretto da Edoardo Erba
Scene Luigi Ferrigno
Musiche Massimiliano Gagliardi
Costumi Nunzia Russo
Luci Giuseppe D’Alterio
Video Davide Di Nardo, Leonardo Erba
Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma (Maria Amelia Monti) e Lorella (Marina Massironi), che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha … non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità. Il Marito Invisibile di Edoardo Erba è la prima commedia in videocall. Una messinscena innovativa con le attrici che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo completamente blu; in alto, invece, appaiono in due grandi schermi mentre sono nelle loro case come a dire che la realtà virtuale supera la realtà ordinaria. Un’esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione con le due protagoniste che ci accompagnano, con la loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale.
Note di Edoardo Erba
Nella regia del Marito Invisibile ho voluto creare una realtà virtuale più ricca e articolata della realtà che vediamo sul palco. Le attrici recitano sullo sfondo di un blue screen circondate da una realtà monocromatica, che prende vita e colore solo dal piano della telecamera in su. Sui grandi schermi che sovrastano il palco, invece, le vediamo vivere nelle loro case, piene di oggetti, di luci, di fumo, di colori e di movimento. Il contrasto – funzionale alla storia che la commedia racconta – mette lo spettatore in una situazione nuova. Può guardare le attrici sui grandi schermi, godendosi il loro primo piano o, viceversa, guardarle dal vivo sul palco o, ancora, guardarle un po’ da una parte, un po’ dall’altra, “montando” le immagini come meglio crede. Benché composto da cinque scene con passaggi di tempo fra l’una e l’altra (cinque atti si sarebbe detto una volta) lo spettacolo non prevede mai il buio. Gli schermi sono sempre attivi, perché quando i personaggi escono di scena, prendono il cellulare e il pubblico vede ingrandito quello che loro vedono sullo schermo del telefono. Ne esce un atto unico dal ritmo incalzante, che cattura lo spettatore dalla prima battuta, senza lasciargli mai la possibilità di distrarsi.
Dall’8 al 20 novembre 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 19 novembre ore 15,30 e 20,45
Compagnia Molière e La Contrada Teatro Stabile di Trieste presentano
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
con
Lisa Galantini
Antonella Piccolo
Sergio Basile
Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’Amico
e con Rosario Coppolino
Costumi Santuzza Calì
Scenografie Fabiana Di Marco
Musiche Massimiliano Pace
Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Moliere lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Moliere viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti. Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo, Moliere, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui.
Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica e 6 gennaio ore 15.30
Sabato 17 dicembre ore 15.30 e 20.45
24 e 25 dicembre riposo
26 dicembre e 1 gennaio ore 17.30
31 dicembre ore 17.30 e 21.30
Diana Or.i.s. e Chi è di scena
presentano
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO? E FAMME ‘NA PIZZA!
scritto e diretto da Vincenzo Salemme
con in o. a. Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Fernanda Pinto
Scene e costumi Francesca Romana Scudiero
Musiche Antonio Boccia
Il racconto di Vincenzo Salemme
Napoletano? E famme ‘na pizza! è uno spettacolo che nasce dal mio libro uscito con lo stesso titolo agli inizi di marzo. Titolo che fa riferimento ad una battuta di una mia commedia teatrale, “e fuori nevica”, nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza. E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mammà… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendergli la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente. Ma, allora, io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio recitava: “Vedi Napoli e poi muori!”, io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l’accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo. “Napoletano? ‘E famme ‘na pizza!”, oltretutto, mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali perché all’interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti quegli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro. Un futuro che, nel caso di questo mio spettacolo, non dimentica le belle tradizioni del passato ma, anzi, ne fa un volano per immaginare un viaggio in avanti, un cammino libero e allegro verso il Domani.
Dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 11 febbraio ore 15.30 e 20.45
Virginy L’Isola Trovata
presenta
Gianfranco Jannuzzo Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guidi
con altri cinque attori in scena
Scene e costumi Carlo De Marino
Musiche Roberto Procaccini
Luci Umile Vainieri
Agostino è un imprenditore e padre di famiglia che oltre a possedere un’azienda ha una bella figlia ventiduenne che sta per convolare a nozze, figlia a cui vuole molto bene e di cui è molto geloso. La ragazza sta per sposare Edo, rampollo di una ricca famiglia, ma l’imminente matrimonio con annessi caotici preparativi avranno un effetto straniante sul povero padre, che in cuor suo non vuole accettare il fatto che la figlia sia ormai una donna e il solo pensiero di lasciare l’adorata fanciulla nelle mani di uno sconosciuto lo fa dar di matto. A peggiorare le cose ci si metterà il prezzo esorbitante del matrimonio che costerà all’uomo una piccola fortuna. Tutto ciò e l’ansia di una sorte di sindrome del nido vuoto al maschile faranno sì che l’uomo assuma bizzarri atteggiamenti facendo preoccupare tutto il parentado.
La goccia che farà traboccare il vaso sarà l’invasione casalinga dell’eccentrico, richiestissimo e costosissimo organizzatore di matrimoni Alain e la scelta di organizzare il ricevimento proprio in casa, una situazione che farà in men che non si dica crollare i nervi al sempre più stressato padre che tra una figuraccia e l’altra finirà addirittura in prigione, ma tutto ciò avrà lo scopo di rendere l’esagitato padre della sposa più consapevole che la figlia ormai adulta sta per sposare l’uomo che ama.
Il nostro spettacolo si presenta come una divertente comedy piena di gag riuscite e momenti coinvolgenti con alcune situazioni tenere e divertenti.
Dal 14 al 26 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30 – Sabato 25 febbraio ore 15.30 e 20.45
Diana Or.i.s.
presenta
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta da Ivan Cotroneo
con Fabrizia Sacchi
Orsetta De Rossi
Diego D’Elia, Eleonora Russo
Scene Monica Sironi
Costumi Alberto Moretti
Luci Gianfilippo Corticelli
È settembre, in una grande città. Claudia e Giulio si incontrano per la prima volta davanti a un ascensore, nell’atrio di un palazzo borghese. Le porte di vetro si aprono. Lei sta andando via, lui deve salire. Ma Claudia si accorge di avere dimenticato la sciarpa su, e risale con Giulio. L’appartamento al quale sono diretti è lo stesso: scoprono infatti solo ora che entrambi frequentano lo stesso analista, il dottor Cioffi, psicoterapeuta specializzato in problemi di coppia. Hanno l’appuntamento settimanale con il dottore ogni mercoledì: alle 15 lei, alle 16 lui. Si presentano sul pianerottolo stringendosi la mano. È il loro primo contatto fisico. Due mesi dopo ritroviamo Claudia e Giulio in una stanza d’albergo. Stanno facendo l’amore. Sono diventati amanti da tre settimane. Entrambi sposati, Giulio con moglie e tre figli, Claudia con un marito più giovane di lei con il quale sta cercando di avere un bambino, si vedono regolarmente e clandestinamente per stare insieme. E si dicono che è solo sesso, avventura, evasione. Che non fanno male a nessuno. Che quello spazio non c’entra davvero con le loro vite reali. Ma può essere davvero così quando due persone si incontrano ripetutamente e pretendono di controllare sesso e amore? Amanti segue la storia della relazione di Giulio e Claudia da settembre fino a giugno, intervallando i loro incontri in albergo con i dialoghi che ciascuno di due ha con il dottor Cioffi, il quale ovviamente non sa che i suoi due problematici pazienti hanno una relazione tra di loro. Così la loro storia si dipana nell’arco di nove mesi, fra gli incontri a letto, e le verità o le menzogne che contemporaneamente raccontano al dottore, dal quale vanno da soli o insieme ai rispettivi partner, Enrica e Marco. Una progressione temporale fatta di equivoci, imbrogli, passi falsi, finte presentazioni, menzogne, incasinamenti, prudenza, e anche guai evitati per miracolo. Fino a quando l’amore e un evento inaspettato si mettono di mezzo, e stravolgono tutti gli equilibri. Amanti è una nuova commedia in due atti sull’amore, sul sesso, sul tradimento e sul matrimonio, sulle relazioni di lunga durata e sulle avventure a termine, sul maschile e sul femminile, e in definitiva sulla ricerca della felicità che prende sempre strade diverse da quelle previste. Una commedia brillante e divertente, con situazioni e dialoghi che strappano risate, ma anche un’esplorazione dei sentimenti di una coppia che nella clandestinità trova rifugio, conforto, divertimento, ma anche affanno, preoccupazione, e forse pericolo. I temi di “Amanti” mi appartengono da sempre. Nei miei romanzi, nei film, nelle serie televisive che ho scritto e diretto, il confronto tra il maschile e il femminile, la rottura degli stereotipi di genere, la prepotente forza del sesso e quella ancora più devastante dell’amore, hanno sempre avuto grande spazio, nel tentativo continuo di raccontare l’evoluzione della società e del costume attraverso le relazioni amorose. In questa commedia, con l’aiuto di due protagonisti strepitosi, questi temi prendono forma in un racconto moderno ed estremamente divertente, ma anche pieno di tenerezza e verità, come sempre succede nella commedia della vita”.
Dal 21 marzo al 2 aprile 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 1 aprile ore 15.30 e 20.45
Fondazione Teatro della Toscana e Best Live
presentano
Elena Sofia Ricci
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
di Tennessee Williams
Traduzione Masolino D’Amico
con Gabriele Anagni
Musiche composte da Stefano Mainetti
Light designer Pietro Sperduti
e con Chiara Degani, Flavio Francucci, Giorgio Sales, Alberto Penna, Valentina Martone,
Eros Pascale, Marco Fanizzi
Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Appunti di Pier Luigi Pizzi
La proposta del Teatro della Toscana e di Mariano Anagni di pensare ad un progetto di regia per La dolce ala della giovinezza, è stato di grande stimolo e dopo un’attenta lettura, ho accettato, forte del fatto che avrei avuto la presenza nel cast, di Elena Sofia Ricci, nel ruolo della protagonista.
Come d’abitudine il mio progetto comprende l’ambientazione e i vestiti. Williams ha una straordinaria abilità a costruire personaggi femminili al limite del delirio, sul bordo dell’abisso. Alexandra del Lago, star del cinema in declino, non più giovanissima, alcolizzata e depressa, in fuga da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film, cerca un rimedio alla solitudine nelle braccia di un gigolò, giovane e bello, un attore fallito in cerca di rilancio, ma destinato ad una triste fine, una volta che ha perduto il suo unico bene, la gioventù. Ma Williams, da grande drammaturgo è capace sempre di stupirci, sovvertendo genialmente il destino della nostra eroina.
Dall’11 al 23 aprile 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 22 aprile ore 15.30 e 20.45
A.ArtistiAssociati Direzione Artistica Walter Mramor
presenta
Giorgio Lupano Gabriele Pignotta Attilio Fontana
TRE UOMINI E UNA CULLA
di Coline Serreau
Traduzione Marco M. Casazza
Adattamento teatrale Coline Serreau e Samuel Tasinaje
dal film omonimo di Coline Serreau
Regia Gabriele Pignotta
e con Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari, Malvina Ruggiano
Aiuto regia Alessandro Marverti
Scene Matteo Soltanto
Costumi Silvia Frattolillo
Luci Eva Bruno
Musiche Stefano Switala
Chi non ricorda i dolci sorrisi che la piccola Marie rivolge dalla culla ai suoi tre papà “improvvisati” nella pellicola francese degli Anni Ottanta? La bimba, piombata improvvisamente nella routine libertina dei tre scapoli incalliti, finirà per conquistarne l’affetto e rivoluzionarne la vita.
La commedia, un riuscitissimo mix di tenerezza e divertimento, approda ora per la prima volta sui palcoscenici italiani grazie al nuovo adattamento teatrale firmato dalla stessa autrice del film, Coline Serreau. Fedele alla vicenda originale, lo spettacolo tratta con lievità e brio il ruolo dei padri e i nuovi modelli di famiglia.
Dal 2 al 14 maggio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 13 maggio ore 15.30 e 20.45
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con A.G. Spettacoli
presenta
Carlo Buccirosso
L’ERBA DEL VICINO È SEMPRE PIU’ VERDE
scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con (in ordine di apparizione) Fabrizio Miano, Donatella de Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo
Scene Gilda Cerullo e Renato Lori
Costumi Zaira de Vincentiis
Disegno luci Francesco Adinolfi
Note di Carlo Buccirosso
Mario Martusciello, funzionario benestante di banca, da tempo in aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un moderno monolocale, vivendo un momento di profonda depressione, insoddisfatto del proprio tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle proprie scelte, delle proprie amicizie, e non di meno di sua sorella, rea di preoccuparsi eccessivamente del suo inaspettato isolamento. In continua spasmodica ricerca di libertà, di cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di un’apertura mentale che gli è sempre stata ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla mancanza di spregiudicatezza, Mario guarda il mondo e le persone che lo circondano alla stessa stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi con le attrazioni più insidiose di un immenso parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità di poter accedere… Ed è così che pervaso dall’adrenalina – l’erba del vicino è sempre più verde – della novità, dall’eccitazione del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si ritroverà presto soggiogato dalla sindrome dell’”Erba del vicino”, ovverosia dalla sopravvalutazione di tutto quanto non gli appartenga, di
ogni essere umano diverso da sé stesso, di qualsiasi tipo di emozione possa procurargli una donna che non sia uguale a sua moglie, come “una giovane avvenente influencer” conosciuta solo per caso… il tutto accompagnato da un senso di autocommiserazione, ed da un’ammirazione spropositata verso chi nella vita ha saputo guadagnarsi, con grande fortuna, soldi e successo a sbafo, a discapito suo che mai ha avuto il fegato di osare, né di cambiare modo di essere pur di raggiungere qualcosa d’importante… È allora che quel senso di attrazione verso chi è diverso da te, che riesce in tutto più di te, e che sa essere quello che giocoforza non sei mai stato tu, potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile follia omicida, e a quel punto… sotto a chi tocca! In un simile spiazzante panorama, chiunque avesse la malaugurata idea di suonare alla porta di casa Martusciello per qualsivoglia motivo, come per la consegna della ordinazione del giapponese o di un pacco postale, o peggio ancora per uno sventurato errore domiciliare, si troverebbe invischiato in una situazione non facilmente gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di uscire dall’appartamento in tempi brevi, e possibilmente nelle migliori condizioni di salute!… In definitiva, “l’erba del vicino” sarà pure più verde di quella dell’altro, ma ciò che conta è che non si macchi di rosso “sangue”… E se invece fosse proprio il vicino di casa in carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando alla porta dell’appartamento di Mario, magari solo per chiedere la cortesia di qualche foglia di prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della nostra vicenda?…
ABBONAMENTI PROSA STAGIONE 2022/2023
ABBONAMENTO A TURNO E POSTO FISSO A 8 SPETTACOLI
POLTRONISSIMA PRESTIGE (dalla fila 1 alla fila B – palchi dal 15 al 26)
NUOVI ABBONAMENTI € 268,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 248,00
POLTRONISSIMA (dalla fila C alla fila L – palchi dal 1 al 14)
NUOVI ABBONAMENTI € 248,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 230,00
UNDER 30 € 160,00
POLTRONA (dalla fila M alla fila Q)
NUOVI ABBONAMENTI € 184,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 168,00
ABBONAMENTO A TURNO E POSTO LIBERO A 8 SPETTACOLI
POLTRONISSIMA (dalla fila C alla fila L)
FERIALE da martedì a venerdì € 192,00
QUANDO ACQUISTARE
Abbonamenti in vendita fino a lunedì 24 ottobre.
Orario: lunedì – venerdì | 10.00 – 19.00
FUORI ABBONAMENTO – Dal 7 all’11 dicembre 2022
7, 8 e 9 dicembre ore 20.45 – 10 dicembre ore 15.30 e 20,45 – 11 dicembre ore 15.30
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
presenta
Francesco Pannofino Iaia Forte Erasmo Genzini Carmine Recano
e con Simona Marchini
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
e con in o. a. Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori
Scene Luigi Ferrigno – Costumi Alessandro Lai – Luci Pasquale Mari
Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici MINE VAGANTI
**2 David Di Donatello **5 Nastri D’Argento **4 Globi D’Oro
**Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come Miglior Film
Note di Ferzan Ozpetek
Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 27 al 29 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Pierfrancesco Pisani – Isabella Borettini per Infinito Teatro in collaborazione con Argot Produzioni presentano
Chiara Francini Alessandro Federico
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
Regia Alessandro Tedeschi
Collaboratori Pierluigi Pasino e Massimiliano Setti
Luci Alessandro Barbieri
Scenografia Katia Titolo
Costumi Francesca Di Giuliano
Musiche Setti – Pasino
“Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!”. Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, Chiara Francini è un’artista eclettica, un vulcano di carisma e vitalità, con importanti ruoli sul piccolo e grande schermo, conduzioni al fianco di pilastri della tv come Pippo Baudo e un esordio letterario con 45.000 copie vendute e 8 ristampe. Qui si mette alla prova con un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia. L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata. Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia. Fo e Rame descrivono in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile. Tutti ci si riconoscono infatti “Coppia aperta…quasi spalancata” porta in scena la relativa insofferenza al concetto di monogamia. Rappresenta uno degli spettacoli più popolari in Italia. In Germania ha riscosso un tale successo da essere proposta in ben 30 teatri contemporaneamente.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 28 febbraio al 5 marzo 2023
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 4 marzo ore 15,30 e 20,45
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo presenta
Alessio Boni Serra Yilmaz
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini – liberamente ispirato al romanzo di Miguel De Cervantes Saavedra
Drammaturgia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer e Francesco Niccolini
Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
con Marcello Prayer
e Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico – Ronzinante Biagio Iacovelli
Scene Massimo Troncanetti – Costumi Francesco Esposito
Luci Davide Scognamiglio – Musiche Francesco Forni
Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l’universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d’amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l’esistenza.
Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes
Note di Alessio Boni
Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.
E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la raccontasse e la spiegasse e io la commentassi. Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire. Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre!
Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho
17 settembre 2022 e
dal 30 novembre al 4 dicembre 2022
MAX ANGIONI
MIRACOLATO
di Max Angioni e Alessio Tagliento
Regia Ester Montalto
12 ottobre 2022
ERNESTO MARIA PONTE
STAND UP AND DOWN COMEDY
di Ernesto Maria Ponte e Salvo Rinaudo
Dal 14 al 16 ottobre 2022
GIOVANNI SCIFONI
santo piacere
dio è contento quando godo
di Giovanni Scifoni
Regia Vincenzo Incenzo
6 novembre 2022
TESS MASAZZA
INSOPPORTABILMENTE DONNA
Regia Augusto Fornari
25 novembre 2022
francesco cicchella
bis!
Scritto da Francesco Cicchella, Gennaro Scarpato e Vincenzo De Honestis
con band dal vivo
Dal 10 al 22 gennaio 2023
teresa mannino
il giaguaro mi guarda storto
Regia Teresa Mannino
13 febbraio 2023
GABRIELE CIRILLI
DUEPUNTOZERO
di Gabriele Cirilli, Mattia Cirilli, Maria De Luca,
Lucio Leone, Gianluca Giugliarelli
Regia Valter Lupo
7 marzo 2023
paolo migone
diario di un impermeabile
Scritto e diretto da Paolo Migone
9 marzo 2023
rimbamband
manicomic
di Raffaello Tullo
Regia Gioele Dix
14 marzo 2023
francesca reggiani
gatta morta
di Valter Lupo, Francesca Reggiani, Gianluca Giugliarelli e Linda Brunetta
Dal 15 al 19 marzo 2023
Dal 26 al 30 aprile 2023
Dal 17 al 21 maggio 2023
angelo pintus
bau
4 aprile 2023
vito
la felicità è un pacco
VITA SPERICOLATA DI UN NEGOZIANTE AI TEMPI DI AMAZON
di Francesco Freyrie e Andrea Zalone
Regia Daniele Sala
17 settembre e dal 30 novembre al 4 dicembre 2022
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Paolo Ruffini e Vera
presentano
Max Angioni
MIRACOLATO
di Max Angioni e Alessio Tagliento
Regia Ester Montalto
Torna a grande richiesta “Miracolato” lo show di Max Angioni, che si consacra come il principale talento emergente del panorama comico nazionale.
Max Angioni torna nei maggiori teatri italiani dopo il fortunato debutto della scorsa stagione. Il suo “MiracolaTOUR”, tra l’inverno e l’estate ha attraversato i teatri e le piazze di tutta la penisola, dal Trentino alla Sicilia, con più di 30mila biglietti venduti e l’80% di sold out. Si prepara a ripartire, inaugurando con un grande ritorno al Teatro Manzoni di Milano, dove – nel corso dello spettacolo – ci saranno le riprese di uno speciale per Italia1, che andrà in onda a settembre. La stagione 2022/2023 si preannuncia ricca di appuntamenti: il giovane comico calcherà i palcoscenici delle maggiori città italiane, tra cui Roma, Torino, Verona, Firenze, Bari e moltissime altre, con una programmazione di oltre 60 date. Inoltre, quest’anno lo spettacolo si spingerà anche oltre i confini nazionali, con repliche previste in Svizzera e in Inghilterra, dove il comico sarà il primo italiano della storia a calcare il palco del mitico Comedy Store.
Max Angioni, reduce dai successi di Italia’s Got Talent, Zelig, Le Iene e Lol2, oltre al crescente percorso televisivo, brilla in teatro con la verve della sua Stand-up Comedy, che continua a divertire il pubblico che lo ha reso celebre. Una sferzante ironia anima i monologhi incorniciati nella scena minimalista di questo show, in cui il comico racconta un condensato delle proprie esperienze: dalle conversazioni ai tempi dei social, alla sua relazione con lo sport, alla maledizione di arrivare secondo, alle ormai note rivisitazioni dei miracoli.
Tra interazioni con il pubblico e incursioni nei suoi folli personaggi, resi celebri dai passaggi tv e dai social network, il talento di Angioni offre uno sguardo originale ed esilarante sulla realtà quotidiana. La comicità e l’immaginazione del giovane Max diventano strumenti per esorcizzare la realtà, attraverso un filtro surreale e inaspettato, in cui il pubblico si riconosce e si abbandona, in due ore di puro divertimento, tutto d’un fiato, in cui si ride senza freni, dal primo all’ultimo istante.
Dal 18 al 30 ottobre 2022
Maria Amelia Monti
Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
Scritto e diretto da Edoardo Erba
Dall’8 al 20 novembre 2022
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO?
E FAMME ‘NA PIZZA!
Scritto e diretto da Vincenzo Salemme
Dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Gianfranco Jannuzzo
Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guidi
Dal 14 al 26 febbraio 2023
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta
da Ivan Cotroneo
con FABRIZIA SACCHI
Dal 21 marzo al 2 aprile 2023
Elena Sofia Ricci
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
di Tennessee Williams
Traduzione Masolino d’Amico
con Gabriele Anagni
Regia Pier Luigi Pizzi
Dall’11 al 23 aprile 2023
Giorgio Lupano
Gabriele Pignotta
Attilio Fontana
TRE UOMINI E UNA CULLA
di Coline Serreau
Traduzione Marco M. Casazza
Adattamento teatrale Coline Serreau e Samuel Tasinaje
dal film omonimo di Coline Serreau
Regia Gabriele Pignotta
Dal 2 al 14 maggio 2023
CARLO BUCCIROSSO
l’erba del vicino
è sempre più verde
Scritto e diretto da Carlo Buccirosso
SPETTACOLI FUORI ABBONAMENTO
Dal 7 all’11 dicembre 2022
FRANCESCO PANNOFINO IAIA FORTE
ERASMO GENZINI CARMINE RECANO
e con SIMONA MARCHINI
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
Dal 27 al 29 gennaio 2023
Chiara Francini
Alessandro Federico
COPPIA APERTA
QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
Regia Alessandro Tedeschi
Dal 28 febbraio al 5 marzo 2023
ALESSIO BONI
SERRA YILMAZ
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini
con Marcello Prayer
Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
Dal 18 al 30 ottobre 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 29 ottobre ore 15,30 e 20,45
Gli Ipocriti Melina Balsamo presenta
Maria Amelia Monti Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
Scritto e diretto da Edoardo Erba
Scene Luigi Ferrigno
Musiche Massimiliano Gagliardi
Costumi Nunzia Russo
Luci Giuseppe D’Alterio
Video Davide Di Nardo, Leonardo Erba
Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma (Maria Amelia Monti) e Lorella (Marina Massironi), che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha … non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità. Il Marito Invisibile di Edoardo Erba è la prima commedia in videocall. Una messinscena innovativa con le attrici che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo completamente blu; in alto, invece, appaiono in due grandi schermi mentre sono nelle loro case come a dire che la realtà virtuale supera la realtà ordinaria. Un’esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione con le due protagoniste che ci accompagnano, con la loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale.
Note di Edoardo Erba
Nella regia del Marito Invisibile ho voluto creare una realtà virtuale più ricca e articolata della realtà che vediamo sul palco. Le attrici recitano sullo sfondo di un blue screen circondate da una realtà monocromatica, che prende vita e colore solo dal piano della telecamera in su. Sui grandi schermi che sovrastano il palco, invece, le vediamo vivere nelle loro case, piene di oggetti, di luci, di fumo, di colori e di movimento. Il contrasto – funzionale alla storia che la commedia racconta – mette lo spettatore in una situazione nuova. Può guardare le attrici sui grandi schermi, godendosi il loro primo piano o, viceversa, guardarle dal vivo sul palco o, ancora, guardarle un po’ da una parte, un po’ dall’altra, “montando” le immagini come meglio crede. Benché composto da cinque scene con passaggi di tempo fra l’una e l’altra (cinque atti si sarebbe detto una volta) lo spettacolo non prevede mai il buio. Gli schermi sono sempre attivi, perché quando i personaggi escono di scena, prendono il cellulare e il pubblico vede ingrandito quello che loro vedono sullo schermo del telefono. Ne esce un atto unico dal ritmo incalzante, che cattura lo spettatore dalla prima battuta, senza lasciargli mai la possibilità di distrarsi.
Dall’8 al 20 novembre 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 19 novembre ore 15,30 e 20,45
Compagnia Molière e La Contrada Teatro Stabile di Trieste presentano
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
con
Lisa Galantini
Antonella Piccolo
Sergio Basile
Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’Amico
e con Rosario Coppolino
Costumi Santuzza Calì
Scenografie Fabiana Di Marco
Musiche Massimiliano Pace
Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Moliere lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Moliere viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti. Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo, Moliere, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui.
Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica e 6 gennaio ore 15.30
Sabato 17 dicembre ore 15.30 e 20.45
24 e 25 dicembre riposo
26 dicembre e 1 gennaio ore 17.30
31 dicembre ore 17.30 e 21.30
Diana Or.i.s. e Chi è di scena
presentano
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO? E FAMME ‘NA PIZZA!
scritto e diretto da Vincenzo Salemme
con in o. a. Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Fernanda Pinto
Scene e costumi Francesca Romana Scudiero
Musiche Antonio Boccia
Il racconto di Vincenzo Salemme
Napoletano? E famme ‘na pizza! è uno spettacolo che nasce dal mio libro uscito con lo stesso titolo agli inizi di marzo. Titolo che fa riferimento ad una battuta di una mia commedia teatrale, “e fuori nevica”, nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza. E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mammà… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendergli la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente. Ma, allora, io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio recitava: “Vedi Napoli e poi muori!”, io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l’accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo. “Napoletano? ‘E famme ‘na pizza!”, oltretutto, mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali perché all’interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti quegli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro. Un futuro che, nel caso di questo mio spettacolo, non dimentica le belle tradizioni del passato ma, anzi, ne fa un volano per immaginare un viaggio in avanti, un cammino libero e allegro verso il Domani.
Dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 11 febbraio ore 15.30 e 20.45
Virginy L’Isola Trovata
presenta
Gianfranco Jannuzzo Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guidi
con altri cinque attori in scena
Scene e costumi Carlo De Marino
Musiche Roberto Procaccini
Luci Umile Vainieri
Agostino è un imprenditore e padre di famiglia che oltre a possedere un’azienda ha una bella figlia ventiduenne che sta per convolare a nozze, figlia a cui vuole molto bene e di cui è molto geloso. La ragazza sta per sposare Edo, rampollo di una ricca famiglia, ma l’imminente matrimonio con annessi caotici preparativi avranno un effetto straniante sul povero padre, che in cuor suo non vuole accettare il fatto che la figlia sia ormai una donna e il solo pensiero di lasciare l’adorata fanciulla nelle mani di uno sconosciuto lo fa dar di matto. A peggiorare le cose ci si metterà il prezzo esorbitante del matrimonio che costerà all’uomo una piccola fortuna. Tutto ciò e l’ansia di una sorte di sindrome del nido vuoto al maschile faranno sì che l’uomo assuma bizzarri atteggiamenti facendo preoccupare tutto il parentado.
La goccia che farà traboccare il vaso sarà l’invasione casalinga dell’eccentrico, richiestissimo e costosissimo organizzatore di matrimoni Alain e la scelta di organizzare il ricevimento proprio in casa, una situazione che farà in men che non si dica crollare i nervi al sempre più stressato padre che tra una figuraccia e l’altra finirà addirittura in prigione, ma tutto ciò avrà lo scopo di rendere l’esagitato padre della sposa più consapevole che la figlia ormai adulta sta per sposare l’uomo che ama.
Il nostro spettacolo si presenta come una divertente comedy piena di gag riuscite e momenti coinvolgenti con alcune situazioni tenere e divertenti.
Dal 14 al 26 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30 – Sabato 25 febbraio ore 15.30 e 20.45
Diana Or.i.s.
presenta
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta da Ivan Cotroneo
con Fabrizia Sacchi
Orsetta De Rossi
Diego D’Elia, Eleonora Russo
Scene Monica Sironi
Costumi Alberto Moretti
Luci Gianfilippo Corticelli
È settembre, in una grande città. Claudia e Giulio si incontrano per la prima volta davanti a un ascensore, nell’atrio di un palazzo borghese. Le porte di vetro si aprono. Lei sta andando via, lui deve salire. Ma Claudia si accorge di avere dimenticato la sciarpa su, e risale con Giulio. L’appartamento al quale sono diretti è lo stesso: scoprono infatti solo ora che entrambi frequentano lo stesso analista, il dottor Cioffi, psicoterapeuta specializzato in problemi di coppia. Hanno l’appuntamento settimanale con il dottore ogni mercoledì: alle 15 lei, alle 16 lui. Si presentano sul pianerottolo stringendosi la mano. È il loro primo contatto fisico. Due mesi dopo ritroviamo Claudia e Giulio in una stanza d’albergo. Stanno facendo l’amore. Sono diventati amanti da tre settimane. Entrambi sposati, Giulio con moglie e tre figli, Claudia con un marito più giovane di lei con il quale sta cercando di avere un bambino, si vedono regolarmente e clandestinamente per stare insieme. E si dicono che è solo sesso, avventura, evasione. Che non fanno male a nessuno. Che quello spazio non c’entra davvero con le loro vite reali. Ma può essere davvero così quando due persone si incontrano ripetutamente e pretendono di controllare sesso e amore? Amanti segue la storia della relazione di Giulio e Claudia da settembre fino a giugno, intervallando i loro incontri in albergo con i dialoghi che ciascuno di due ha con il dottor Cioffi, il quale ovviamente non sa che i suoi due problematici pazienti hanno una relazione tra di loro. Così la loro storia si dipana nell’arco di nove mesi, fra gli incontri a letto, e le verità o le menzogne che contemporaneamente raccontano al dottore, dal quale vanno da soli o insieme ai rispettivi partner, Enrica e Marco. Una progressione temporale fatta di equivoci, imbrogli, passi falsi, finte presentazioni, menzogne, incasinamenti, prudenza, e anche guai evitati per miracolo. Fino a quando l’amore e un evento inaspettato si mettono di mezzo, e stravolgono tutti gli equilibri. Amanti è una nuova commedia in due atti sull’amore, sul sesso, sul tradimento e sul matrimonio, sulle relazioni di lunga durata e sulle avventure a termine, sul maschile e sul femminile, e in definitiva sulla ricerca della felicità che prende sempre strade diverse da quelle previste. Una commedia brillante e divertente, con situazioni e dialoghi che strappano risate, ma anche un’esplorazione dei sentimenti di una coppia che nella clandestinità trova rifugio, conforto, divertimento, ma anche affanno, preoccupazione, e forse pericolo. I temi di “Amanti” mi appartengono da sempre. Nei miei romanzi, nei film, nelle serie televisive che ho scritto e diretto, il confronto tra il maschile e il femminile, la rottura degli stereotipi di genere, la prepotente forza del sesso e quella ancora più devastante dell’amore, hanno sempre avuto grande spazio, nel tentativo continuo di raccontare l’evoluzione della società e del costume attraverso le relazioni amorose. In questa commedia, con l’aiuto di due protagonisti strepitosi, questi temi prendono forma in un racconto moderno ed estremamente divertente, ma anche pieno di tenerezza e verità, come sempre succede nella commedia della vita”.
Dal 21 marzo al 2 aprile 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 1 aprile ore 15.30 e 20.45
Fondazione Teatro della Toscana e Best Live
presentano
Elena Sofia Ricci
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
di Tennessee Williams
Traduzione Masolino D’Amico
con Gabriele Anagni
Musiche composte da Stefano Mainetti
Light designer Pietro Sperduti
e con Chiara Degani, Flavio Francucci, Giorgio Sales, Alberto Penna, Valentina Martone,
Eros Pascale, Marco Fanizzi
Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Appunti di Pier Luigi Pizzi
La proposta del Teatro della Toscana e di Mariano Anagni di pensare ad un progetto di regia per La dolce ala della giovinezza, è stato di grande stimolo e dopo un’attenta lettura, ho accettato, forte del fatto che avrei avuto la presenza nel cast, di Elena Sofia Ricci, nel ruolo della protagonista.
Come d’abitudine il mio progetto comprende l’ambientazione e i vestiti. Williams ha una straordinaria abilità a costruire personaggi femminili al limite del delirio, sul bordo dell’abisso. Alexandra del Lago, star del cinema in declino, non più giovanissima, alcolizzata e depressa, in fuga da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film, cerca un rimedio alla solitudine nelle braccia di un gigolò, giovane e bello, un attore fallito in cerca di rilancio, ma destinato ad una triste fine, una volta che ha perduto il suo unico bene, la gioventù. Ma Williams, da grande drammaturgo è capace sempre di stupirci, sovvertendo genialmente il destino della nostra eroina.
Dall’11 al 23 aprile 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 22 aprile ore 15.30 e 20.45
A.ArtistiAssociati Direzione Artistica Walter Mramor
presenta
Giorgio Lupano Gabriele Pignotta Attilio Fontana
TRE UOMINI E UNA CULLA
di Coline Serreau
Traduzione Marco M. Casazza
Adattamento teatrale Coline Serreau e Samuel Tasinaje
dal film omonimo di Coline Serreau
Regia Gabriele Pignotta
e con Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari, Malvina Ruggiano
Aiuto regia Alessandro Marverti
Scene Matteo Soltanto
Costumi Silvia Frattolillo
Luci Eva Bruno
Musiche Stefano Switala
Chi non ricorda i dolci sorrisi che la piccola Marie rivolge dalla culla ai suoi tre papà “improvvisati” nella pellicola francese degli Anni Ottanta? La bimba, piombata improvvisamente nella routine libertina dei tre scapoli incalliti, finirà per conquistarne l’affetto e rivoluzionarne la vita.
La commedia, un riuscitissimo mix di tenerezza e divertimento, approda ora per la prima volta sui palcoscenici italiani grazie al nuovo adattamento teatrale firmato dalla stessa autrice del film, Coline Serreau. Fedele alla vicenda originale, lo spettacolo tratta con lievità e brio il ruolo dei padri e i nuovi modelli di famiglia.
Dal 2 al 14 maggio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 13 maggio ore 15.30 e 20.45
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con A.G. Spettacoli
presenta
Carlo Buccirosso
L’ERBA DEL VICINO È SEMPRE PIU’ VERDE
scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con (in ordine di apparizione) Fabrizio Miano, Donatella de Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo
Scene Gilda Cerullo e Renato Lori
Costumi Zaira de Vincentiis
Disegno luci Francesco Adinolfi
Note di Carlo Buccirosso
Mario Martusciello, funzionario benestante di banca, da tempo in aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un moderno monolocale, vivendo un momento di profonda depressione, insoddisfatto del proprio tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle proprie scelte, delle proprie amicizie, e non di meno di sua sorella, rea di preoccuparsi eccessivamente del suo inaspettato isolamento. In continua spasmodica ricerca di libertà, di cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di un’apertura mentale che gli è sempre stata ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla mancanza di spregiudicatezza, Mario guarda il mondo e le persone che lo circondano alla stessa stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi con le attrazioni più insidiose di un immenso parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità di poter accedere… Ed è così che pervaso dall’adrenalina – l’erba del vicino è sempre più verde – della novità, dall’eccitazione del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si ritroverà presto soggiogato dalla sindrome dell’”Erba del vicino”, ovverosia dalla sopravvalutazione di tutto quanto non gli appartenga, di
ogni essere umano diverso da sé stesso, di qualsiasi tipo di emozione possa procurargli una donna che non sia uguale a sua moglie, come “una giovane avvenente influencer” conosciuta solo per caso… il tutto accompagnato da un senso di autocommiserazione, ed da un’ammirazione spropositata verso chi nella vita ha saputo guadagnarsi, con grande fortuna, soldi e successo a sbafo, a discapito suo che mai ha avuto il fegato di osare, né di cambiare modo di essere pur di raggiungere qualcosa d’importante… È allora che quel senso di attrazione verso chi è diverso da te, che riesce in tutto più di te, e che sa essere quello che giocoforza non sei mai stato tu, potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile follia omicida, e a quel punto… sotto a chi tocca! In un simile spiazzante panorama, chiunque avesse la malaugurata idea di suonare alla porta di casa Martusciello per qualsivoglia motivo, come per la consegna della ordinazione del giapponese o di un pacco postale, o peggio ancora per uno sventurato errore domiciliare, si troverebbe invischiato in una situazione non facilmente gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di uscire dall’appartamento in tempi brevi, e possibilmente nelle migliori condizioni di salute!… In definitiva, “l’erba del vicino” sarà pure più verde di quella dell’altro, ma ciò che conta è che non si macchi di rosso “sangue”… E se invece fosse proprio il vicino di casa in carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando alla porta dell’appartamento di Mario, magari solo per chiedere la cortesia di qualche foglia di prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della nostra vicenda?…
ABBONAMENTI PROSA STAGIONE 2022/2023
ABBONAMENTO A TURNO E POSTO FISSO A 8 SPETTACOLI
POLTRONISSIMA PRESTIGE (dalla fila 1 alla fila B – palchi dal 15 al 26)
NUOVI ABBONAMENTI € 268,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 248,00
POLTRONISSIMA (dalla fila C alla fila L – palchi dal 1 al 14)
NUOVI ABBONAMENTI € 248,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 230,00
UNDER 30 € 160,00
POLTRONA (dalla fila M alla fila Q)
NUOVI ABBONAMENTI € 184,00
RINNOVI (per tessere 21/22) / OVER 65 € 168,00
ABBONAMENTO A TURNO E POSTO LIBERO A 8 SPETTACOLI
POLTRONISSIMA (dalla fila C alla fila L)
FERIALE da martedì a venerdì € 192,00
QUANDO ACQUISTARE
Abbonamenti in vendita fino a lunedì 24 ottobre.
Orario: lunedì – venerdì | 10.00 – 19.00
FUORI ABBONAMENTO – Dal 7 all’11 dicembre 2022
7, 8 e 9 dicembre ore 20.45 – 10 dicembre ore 15.30 e 20,45 – 11 dicembre ore 15.30
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
presenta
Francesco Pannofino Iaia Forte Erasmo Genzini Carmine Recano
e con Simona Marchini
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
e con in o. a. Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori
Scene Luigi Ferrigno – Costumi Alessandro Lai – Luci Pasquale Mari
Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici MINE VAGANTI
**2 David Di Donatello **5 Nastri D’Argento **4 Globi D’Oro
**Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come Miglior Film
Note di Ferzan Ozpetek
Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 27 al 29 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Pierfrancesco Pisani – Isabella Borettini per Infinito Teatro in collaborazione con Argot Produzioni presentano
Chiara Francini Alessandro Federico
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
Regia Alessandro Tedeschi
Collaboratori Pierluigi Pasino e Massimiliano Setti
Luci Alessandro Barbieri
Scenografia Katia Titolo
Costumi Francesca Di Giuliano
Musiche Setti – Pasino
“Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!”. Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, Chiara Francini è un’artista eclettica, un vulcano di carisma e vitalità, con importanti ruoli sul piccolo e grande schermo, conduzioni al fianco di pilastri della tv come Pippo Baudo e un esordio letterario con 45.000 copie vendute e 8 ristampe. Qui si mette alla prova con un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia. L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata. Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia. Fo e Rame descrivono in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile. Tutti ci si riconoscono infatti “Coppia aperta…quasi spalancata” porta in scena la relativa insofferenza al concetto di monogamia. Rappresenta uno degli spettacoli più popolari in Italia. In Germania ha riscosso un tale successo da essere proposta in ben 30 teatri contemporaneamente.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 28 febbraio al 5 marzo 2023
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 4 marzo ore 15,30 e 20,45
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo presenta
Alessio Boni Serra Yilmaz
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini – liberamente ispirato al romanzo di Miguel De Cervantes Saavedra
Drammaturgia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer e Francesco Niccolini
Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
con Marcello Prayer
e Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico – Ronzinante Biagio Iacovelli
Scene Massimo Troncanetti – Costumi Francesco Esposito
Luci Davide Scognamiglio – Musiche Francesco Forni
Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l’universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d’amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l’esistenza.
Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes
Note di Alessio Boni
Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.
E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la raccontasse e la spiegasse e io la commentassi. Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire. Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre!
Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho
Dal 18 al 30 ottobre 2022
Maria Amelia Monti
Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
Scritto e diretto da Edoardo Erba
Dall’8 al 20 novembre 2022
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO?
E FAMME ‘NA PIZZA!
Scritto e diretto da Vincenzo Sal
Dal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Gianfranco Jannuzzo
Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca G
Dal 14 al 26 febbraio 2023
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta
da Ivan Cotroneo
con FABRIZIA SACCHI
Dal 21 marzo al 2 aprile 2023
Elena Sofia Ricci
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
di Tennessee Williams
Traduzione Masolino d’Amico
con Gabriele Anagni
Regia Pier Luigi Pizzi
Dall’11 al 23 aprile 2023
Giorgio Lupano
Gabriele Pignotta
Attilio Fontana
TRE UOMINI E UNA CULLA
di Coline Serreau
Traduzione Marco M. Casazza
Adattamento teatrale Coline Serreau e Samuel Tasinaje
dal film omonimo di Coline Serreau
Regia Gabriele Pignotta
Dal 2 al 14 maggio 2023
CARLO BUCCIROSSO
l’erba del vicino
è sempre più verde
Scritto e diretto da Carlo Buccirosso
Ci sono anche spettacoli fuori abbonamento come…….IL MARITO INVISIBILE
Scritto e diretto da Edoardo Erba
Scene Luigi Ferrigno
Musiche Massimiliano Gagliardi
Costumi Nunzia Russo
Luci Giuseppe D’Alterio
Video Davide Di Nardo, Leonardo Erba
Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma (Maria Amelia Monti) e Lorella (Marina Massironi), che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha … non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità. Il Marito Invisibile di Edoardo Erba è la prima commedia in videocall. Una messinscena innovativa con le attrici che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo completamente blu; in alto, invece, appaiono in due grandi schermi mentre sono nelle loro case come a dire che la realtà virtuale supera la realtà ordinaria. Un’esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione con le due protagoniste che ci accompagnano, con la loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale.
Note di Edoardo Erba
Nella regia del Marito Invisibile ho voluto creare una realtà virtuale più ricca e articolata della realtà che vediamo sul palco. Le attrici recitano sullo sfondo di un blue screen circondate da una realtà monocromatica, che prende vita e colore solo dal piano della telecamera in su. Sui grandi schermi che sovrastano il palco, invece, le vediamo vivere nelle loro case, piene di oggetti, di luci, di fumo, di colori e di movimento. Il contrasto – funzionale alla storia che la commedia racconta – mette lo spettatore in una situazione nuova. Può guardare le attrici sui grandi schermi, godendosi il loro primo piano o, viceversa, guardarle dal vivo sul palco o, ancora, guardarle un po’ da una parte, un po’ dall’altra, “montando” le immagini come meglio crede. Benché composto da cinque scene con passaggi di tempo fra l’una e l’altra (cinque atti si sarebbe detto una volta) lo spettacolo non prevede mai il buio. Gli schermi sono sempre attivi, perché quando i personaggi escono di scena, prendono il cellulare e il pubblico vede ingrandito quello che loro vedono sullo schermo del telefono. Ne esce un atto unico dal ritmo incalzante, che cattura lo spettatore dalla prima battuta, senza lasciargli mai la possibilità di distrarsi.
Dall’8 al 20 novembre 2022
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 19 novembre ore 15,30 e 20,45
Compagnia Molière e La Contrada Teatro Stabile di Trieste presentano
Emilio Solfrizzi
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
Adattamento e regia Guglielmo Ferro
con
Lisa Galantini
Antonella Piccolo
Sergio Basile
Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’Amico
e con Rosario Coppolino
Costumi Santuzza Calì
Scenografie Fabiana Di Marco
Musiche Massimiliano Pace
Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti. La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Moliere lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Moliere viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti. Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo, Moliere, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui.
Dal 13 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica e 6 gennaio ore 15.30
Sabato 17 dicembre ore 15.30 e 20.45
24 e 25 dicembre riposo
26 dicembre e 1 gennaio ore 17.30
31 dicembre ore 17.30 e 21.30
Diana Or.i.s. e Chi è di scena
presentano
Vincenzo Salemme
NAPOLETANO? E FAMME ‘NA PIZZA!
scritto e diretto da Vincenzo Salemme
con in o. a. Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Fernanda Pinto
Scene e costumi Francesca Romana Scudiero
Musiche Antonio Boccia
Il racconto di Vincenzo Salemme
Napoletano? E famme ‘na pizza! è uno spettacolo che nasce dal mio libro uscito con lo stesso titolo agli inizi di marzo. Titolo che fa riferimento ad una battuta di una mia commedia teatrale, “e fuori nevica”, nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza. E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mammà… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendergli la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente. Ma, allora, io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio recitava: “Vedi Napoli e poi muori!”, io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l’accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo. “Napoletano? ‘E famme ‘na pizza!”, oltretutto, mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali perché all’interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti quegli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro. Un futuro che, nel caso di questo mio spettacolo, non dimentica le belle tradizioni del passato ma, anzi, ne fa un volano per immaginare un viaggio in avanti, un cammino libero e allegro verso il DomaDal 31 gennaio al 12 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 11 febbraio ore 15.30 e 20.45
Virginy L’Isola Trovata
presenta
Gianfranco Jannuzzo Barbara De Rossi
IL PADRE DELLA SPOSA
di Caroline Francke
Regia Gianluca Guidi
con altri cinque attori in scena
Scene e costumi Carlo De Marino
Musiche Roberto Procaccini
Luci Umile Vainieri
Agostino è un imprenditore e padre di famiglia che oltre a possedere un’azienda ha una bella figlia ventiduenne che sta per convolare a nozze, figlia a cui vuole molto bene e di cui è molto geloso. La ragazza sta per sposare Edo, rampollo di una ricca famiglia, ma l’imminente matrimonio con annessi caotici preparativi avranno un effetto straniante sul povero padre, che in cuor suo non vuole accettare il fatto che la figlia sia ormai una donna e il solo pensiero di lasciare l’adorata fanciulla nelle mani di uno sconosciuto lo fa dar di matto. A peggiorare le cose ci si metterà il prezzo esorbitante del matrimonio che costerà all’uomo una piccola fortuna. Tutto ciò e l’ansia di una sorte di sindrome del nido vuoto al maschile faranno sì che l’uomo assuma bizzarri atteggiamenti facendo preoccupare tutto il parentado.
La goccia che farà traboccare il vaso sarà l’invasione casalinga dell’eccentrico, richiestissimo e costosissimo organizzatore di matrimoni Alain e la scelta di organizzare il ricevimento proprio in casa, una situazione che farà in men che non si dica crollare i nervi al sempre più stressato padre che tra una figuraccia e l’altra finirà addirittura in prigione, ma tutto ciò avrà lo scopo di rendere l’esagitato padre della sposa più consapevole che la figlia ormai adulta sta per sposare l’uomo che ama.
Il nostro spettacolo si presenta come una divertente comedy piena di gag riuscite e momenti coinvolgenti con alcune situazioni tenere e divertenti.
al 14 al 26 febbraio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30 – Sabato 25 febbraio ore 15.30 e 20.45
Diana Or.i.s.
presenta
Massimiliano Gallo
AMANTI
una commedia scritta e diretta da Ivan Cotroneo
con Fabrizia Sacchi
Orsetta De Rossi
Diego D’Elia, Eleonora Russo
Scene Monica Sironi
Costumi Alberto Moretti
Luci Gianfilippo Corticelli
È settembre, in una grande città. Claudia e Giulio si incontrano per la prima volta davanti a un ascensore, nell’atrio di un palazzo borghese. Le porte di vetro si aprono. Lei sta andando via, lui deve salire. Ma Claudia si accorge di avere dimenticato la sciarpa su, e risale con Giulio. L’appartamento al quale sono diretti è lo stesso: scoprono infatti solo ora che entrambi frequentano lo stesso analista, il dottor Cioffi, psicoterapeuta specializzato in problemi di coppia. Hanno l’appuntamento settimanale con il dottore ogni mercoledì: alle 15 lei, alle 16 lui. Si presentano sul pianerottolo stringendosi la mano. È il loro primo contatto fisico. Due mesi dopo ritroviamo Claudia e Giulio in una stanza d’albergo. Stanno facendo l’amore. Sono diventati amanti da tre settimane. Entrambi sposati, Giulio con moglie e tre figli, Claudia con un marito più giovane di lei con il quale sta cercando di avere un bambino, si vedono regolarmente e clandestinamente per stare insieme. E si dicono che è solo sesso, avventura, evasione. Che non fanno male a nessuno. Che quello spazio non c’entra davvero con le loro vite reali. Ma può essere davvero così quando due persone si incontrano ripetutamente e pretendono di controllare sesso e amore? Amanti segue la storia della relazione di Giulio e Claudia da settembre fino a giugno, intervallando i loro incontri in albergo con i dialoghi che ciascuno di due ha con il dottor Cioffi, il quale ovviamente non sa che i suoi due problematici pazienti hanno una relazione tra di loro. Così la loro storia si dipana nell’arco di nove mesi, fra gli incontri a letto, e le verità o le menzogne che contemporaneamente raccontano al dottore, dal quale vanno da soli o insieme ai rispettivi partner, Enrica e Marco. Una progressione temporale fatta di equivoci, imbrogli, passi falsi, finte presentazioni, menzogne, incasinamenti, prudenza, e anche guai evitati per miracolo. Fino a quando l’amore e un evento inaspettato si mettono di mezzo, e stravolgono tutti gli equilibri. Amanti è una nuova commedia in due atti sull’amore, sul sesso, sul tradimento e sul matrimonio, sulle relazioni di lunga durata e sulle avventure a termine, sul maschile e sul femminile, e in definitiva sulla ricerca della felicità che prende sempre strade diverse da quelle previste. Una commedia brillante e divertente, con situazioni e dialoghi che strappano risate, ma anche un’esplorazione dei sentimenti di una coppia che nella clandestinità trova rifugio, conforto, divertimento, ma anche affanno, preoccupazione, e forse pericolo. I temi di “Amanti” mi appartengono da sempre. Nei miei romanzi, nei film, nelle serie televisive che ho scritto e diretto, il confronto tra il maschile e il femminile, la rottura degli stereotipi di genere, la prepotente forza del sesso e quella ancora più devastante dell’amore, hanno sempre avuto grande spazio, nel tentativo continuo di raccontare l’evoluzione della società e del costume attraverso le relazioni amorose. In questa commedia, con l’aiuto di due protagonisti strepitosi, questi temi prendono forma in un racconto moderno ed estremamente divertente, ma anche pieno di tenerezza e verità, come sempre succede nella commedia della vita”.
Una lista lunga che è impossibile trascriverla tutta. Auguri Teatro Manzoni. Buon Compleanno!
Dal 2 al 14 maggio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Sabato 13 maggio ore 15.30 e 20.45
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con A.G. Spettacoli
presenta
Carlo Buccirosso
L’ERBA DEL VICINO È SEMPRE PIU’ VERDE
scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con (in ordine di apparizione) Fabrizio Miano, Donatella de Felice, Peppe Miale, Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo
Scene Gilda Cerullo e Renato Lori
Costumi Zaira de Vincentiis
Disegno luci Francesco Adinolfi
Note di Carlo Buccirosso
Mario Martusciello, funzionario benestante di banca, da tempo in aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un moderno monolocale, vivendo un momento di profonda depressione, insoddisfatto del proprio tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle proprie scelte, delle proprie amicizie, e non di meno di sua sorella, rea di preoccuparsi eccessivamente del suo inaspettato isolamento. In continua spasmodica ricerca di libertà, di cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di un’apertura mentale che gli è sempre stata ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla mancanza di spregiudicatezza, Mario guarda il mondo e le persone che lo circondano alla stessa stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi con le attrazioni più insidiose di un immenso parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità di poter accedere… Ed è così che pervaso dall’adrenalina – l’erba del vicino è sempre più verde – della novità, dall’eccitazione del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si ritroverà presto soggiogato dalla sindrome dell’”Erba del vicino”, ovverosia dalla sopravvalutazione di tutto quanto non gli appartenga, di
ogni essere umano diverso da sé stesso, di qualsiasi tipo di emozione possa procurargli una donna che non sia uguale a sua moglie, come “una giovane avvenente influencer” conosciuta solo per caso… il tutto accompagnato da un senso di autocommiserazione, ed da un’ammirazione spropositata verso chi nella vita ha saputo guadagnarsi, con grande fortuna, soldi e successo a sbafo, a discapito suo che mai ha avuto il fegato di osare, né di cambiare modo di essere pur di raggiungere qualcosa d’importante… È allora che quel senso di attrazione verso chi è diverso da te, che riesce in tutto più di te, e che sa essere quello che giocoforza non sei mai stato tu, potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile follia omicida, e a quel punto… sotto a chi tocca! In un simile spiazzante panorama, chiunque avesse la malaugurata idea di suonare alla porta di casa Martusciello per qualsivoglia motivo, come per la consegna della ordinazione del giapponese o di un pacco postale, o peggio ancora per uno sventurato errore domiciliare, si troverebbe invischiato in una situazione non facilmente gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di uscire dall’appartamento in tempi brevi, e possibilmente nelle migliori condizioni di salute!… In definitiva, “l’erba del vicino” sarà pure più verde di quella dell’altro, ma ciò che conta è che non si macchi di rosso “sangue”… E se invece fosse proprio il vicino di casa in carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando alla porta dell’appartamento di Mario, magari solo per chiedere la cortesia di qualche foglia di prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della nostra vicenda?…
FUORI ABBONAMENTO – Dal 7 all’11 dicembre 2022
7, 8 e 9 dicembre ore 20.45 – 10 dicembre ore 15.30 e 20,45 – 11 dicembre ore 15.30
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
presenta
Francesco Pannofino Iaia Forte Erasmo Genzini Carmine Recano
e con Simona Marchini
MINE VAGANTI
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
e con in o. a. Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori
Scene Luigi Ferrigno – Costumi Alessandro Lai – Luci Pasquale Mari
Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici MINE VAGANTI
**2 David Di Donatello **5 Nastri D’Argento **4 Globi D’Oro
**Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come Miglior Film
Note di Ferzan Ozpetek
Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 27 al 29 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Pierfrancesco Pisani – Isabella Borettini per Infinito Teatro in collaborazione con Argot Produzioni presentano
Chiara Francini Alessandro Federico
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
Regia Alessandro Tedeschi
Collaboratori Pierluigi Pasino e Massimiliano Setti
Luci Alessandro Barbieri
Scenografia Katia Titolo
Costumi Francesca Di Giuliano
Musiche Setti – Pasino
“Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!”. Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, Chiara Francini è un’artista eclettica, un vulcano di carisma e vitalità, con importanti ruoli sul piccolo e grande schermo, conduzioni al fianco di pilastri della tv come Pippo Baudo e un esordio letterario con 45.000 copie vendute e 8 ristampe. Qui si mette alla prova con un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia. L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata. Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia. Fo e Rame descrivono in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile. Tutti ci si riconoscono infatti “Coppia aperta…quasi spalancata” porta in scena la relativa insofferenza al concetto di monogamia. Rappresenta uno degli spettacoli più popolari in Italia. In Germania ha riscosso un tale successo da essere proposta in ben 30 teatri contemporaneamente.
FUORI ABBONAMENTO – Dal 28 febbraio al 5 marzo 2023
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 4 marzo ore 15,30 e 20,45
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo presenta
Alessio Boni Serra Yilmaz
DON CHISCIOTTE
adattamento Francesco Niccolini – liberamente ispirato al romanzo di Miguel De Cervantes Saavedra
Drammaturgia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer e Francesco Niccolini
Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
con Marcello Prayer
e Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico – Ronzinante Biagio Iacovelli
Scene Massimo Troncanetti – Costumi Francesco Esposito
Luci Davide Scognamiglio – Musiche Francesco Forni
Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l’universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d’amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l’esistenza.
Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes
Note di Alessio Boni
Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.
E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la raccontasse e la spiegasse e io la commentassi. Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire. Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre!
Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho
12 ottobre 2022
ore 20.45
Arts Promotion di Mario Russo
presenta
Ernesto Maria Ponte
STAND UP AND DOWN COMEDY
di Ernesto Maria Ponte e Salvo Rinaudo
Ernesto Maria Ponte, allievo dello storico laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti, è uno dei comici siciliani di maggiore successo. Al suo attivo diverse incursioni nella tv e nel cinema, ma è il teatro il linguaggio in cui si muove più a sua agio. E’ fra gli attori che vantano il maggior numero di presenze al botteghino alternandosi fra commedie e cabaret da monologhista.
Ma è un attore comico o uno stand up comedian? Forse Ernesto Maria Ponte è entrambe le cose e sceglie questo titolo proprio per giustificare lo sconfinamento nei due generi. Facendo il verso ai grandi interpreti dello stand up e alle nuove generazioni che avanzano, Ponte racconta attraverso i monologhi gli anni della sua carriera, ma si prende delle pause istrioniche per mettere fra parentesi il ruolo dello stand up e raccontare alla sua maniera seduta, alcuni aspetti della nostra società. Up and down è un’immagine che si presta anche a raccontare gli alti e bassi, appunto, che un uomo attraversa durante la sua vita, dal lavoro alla vita privata.
Stand up and down comedy, scritto a quattro mani con l’autore Salvo Rinaudo, è un viaggio nella carriera trentennale di Ernesto Maria Ponte che trova le sue aree di sosta nella sicilianità più bella e affascinante per arrivare tratteggiare nella sua interezza il tipico uomo medio italiano.
Dal 14 al 16 ottobre 2022
ore 20.45
OTI Officine del Teatro Italiano
presenta
Giovanni Scifoni
SANTO PIACERE
Dio è contento quando godo
di Giovanni Scifoni
Regia Vincenzo Incenzo
Danzatrice Anissa Bertacchini
Non c’è sesso senza amore è solo il riff di una canzone o una verità assoluta? Come la mettiamo con il VI Comandamento?
Tutti dobbiamo fare i conti con la nostra carne e troppo spesso i conti non tornano.
Anima e corpo sono in guerra da sempre, alla ricerca di una agognata indipendenza. Come in tutte le guerre, nel tempo mutano le strategie e i rapporti di forza. Ma noi, credenti, bigotti o atei incalliti, continuiamo ad inciampare nelle nostre mutande, tra dubbi e desideri.
Scifoni ha un piano: porre fine all’eterno conflitto tra Fede e Godimento e fare luce su una verità definitiva e catartica, dove l’anima possa ruzzolarsi sovrana nel sesso e il corpo finalmente abbracciare l’amore più puro, in grazia di Dio. Sequestra così il pubblico e lo pone al centro di un esperimento unico e irresistibile, avventurandosi tra vizi, ragioni e sentimenti della fauna umana, oscillando come un esilarante pendolo tra gli estremi del sesso e della Fede, in metamorfosi continua tra i suoi personaggi, il morigerato Don Mauro, schiavo di un catechismo improbabile, e l’illuminato Rashid, pizzettaio musulmano modernista.
In un flusso di coscienza tempestoso e irresistibile, alto e comico al contempo, Scifoni fa rimbalzare Papi e martiri, santi e filosofi, scimmioni primitivi e cardinali futuribili, anni ’80 e Medioevo, dribblando continuamente la tentazione di un meraviglioso e furastico corpo femminile che incombe sulla scena a intervalli regolari per saggiare l’effettiva disintossicazione da sesso del pubblico.
Liberandosi di pregiudizi, luoghi comuni e vestiti, Scifoni ci trascina seminudo a riva con l’ultimo sorprendente quadro, che sembra mettere finalmente d’accordo Piacere e Santità: un ballo lento degli affetti e dei ricordi che ci farà uscire, dopo tante risate, con le lacrime della commozione.
6 novembre 2022
ore 20.45
Vivo Concerti
presenta
Tess Masazza
INSOPPORTABILMENTE DONNA
Regia Augusto Fornari
con Erika D’Ambrosio, Noemi Smorra, Federico M. Galante
Sono passati più di 5 mesi e Tess non riesce a superare la fine della sua relazione più importante: le due migliori amiche, Giulia e Mary, preoccupate, decidono di aiutarla in vista di un matrimonio nel quale sarà presente anche l’ex ragazzo. Chiamano quindi Zac, un affascinante professionista che ha il compito di far disinnamorare la nostra moderna Bridget Jones attraverso esercizi metodici un po’ assurdi. Tra segreti svelati, bisticci, colpi di scena e una verità molto scomoda che metterà in discussione l’amicizia tra le ragazze, Tess riuscirà ad andare avanti e dimenticare l’amore passato?
Già sold out nella precedente edizione “Insopportabilmente Donna” torna, coi suoi divertenti personaggi, a travolgere il pubblico del teatro con una messinscena colorata e ricca di sorprese, accompagnando lo spettatore in un racconto allegro e coinvolgente.
25 novembre 2022
ore 20.45
A.G. Spettacoli & TopAgency
presentano
Francesco Cicchella
BIS!
scritto da Francesco Cicchella, Gennaro Scarpato e Vincenzo De Honestis
Disegno luci Francesco Adinolfi – Contenuti video Antonio Scarpato
Abiti di scena Sartoria Esposito – Abiti da ballo Mariano Ranno
Musica dal vivo eseguita dalla band diretta dal Maestro Paco Ruggiero
Coreografie Margherita Siesto – Ballerine Naomi Buonomo e Giusy Chianese
Francesco Cicchella si gioca tutte le sue carte in un one man show esilarante, nel quale ritroviamo i suoi cavalli di battaglia (come le parodie dei cantanti Ultimo, Achille Lauro, Massimo Ranieri) e performances completamente inedite. La comicità si sposa con la musica, come da sempre nello stile del giovane showman, per dare vita ad uno spettacolo ricco di emozioni e risate. Sul palco, oltre all’artista partenopeo, che firma anche la regia, troviamo la sua fedele spalla Vincenzo De Honestis, la band diretta dal maestro Paco Ruggiero e due ballerine, che impreziosiscono lo show con le coreografie di Margherita Siesto. Lo spettacolo è scritto da Francesco Cicchella, Gennaro Scarpato e Vincenzo De Honestis.
Dal 10 al 22 gennaio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Stregonia
presenta
Teresa Mannino
IL GIAGUARO MI GUARDA STORTO
Regia Teresa Mannino
Teresa Mannino, autrice e attrice comica siciliana, con uno sguardo unico e originale osserva e racconta ciò che accade nel mondo piccolo delle relazioni private e in quello grande dello scenario pubblico. Porta sul palco la sua ironia graffiante con acuta intelligenza e autentica passione coniugando una raffinata tecnica attoriale e una rara capacità di improvvisazione. Sazia, stordita, consumista, incapace di guardare al di là del proprio naso, la società che Teresa Mannino disegna con gestualità precisa e micronarrazioni esplosive ha urgente bisogno di guardarsi senza indulgenza e autocompiacimenti allo specchio.
13 febbraio 2023
ore 20.45
Imarts e Magamat
presentano
Gabriele Cirilli
DUEPUNTOZERO
di Gabriele Cirilli, Mattia Cirilli, Maria De Luca, Lucio Leone, Gianluca Giugliarelli
Regia Valter Lupo
Un attore è una persona che accetta sin dall’infanzia di mettersi in mostra per tutta la vita davanti a un pubblico anonimo! Milan Kundera
Duepuntozero è lo spettacolo che Gabriele Cirilli ha preparato bypassando questi ultimi due anni di pandemia e ripartendo dal successo della stagione teatrale 2018/2019 con Mi Piace…Di Più. Attraverso la sua esibizione Gabriele fa vivere tante situazioni e tanti personaggi, perché la sua forza è una capacità di comunicazione che pochissimi hanno. E la risata scaturisce vera e genuina con una forza che insieme ristora e appaga. Lo show riflette su cosa vuol dire essere aggiornati, connessi, globali, veloci, e su come sopravvivere stando al passo con il tempo, tramite la continua ricerca del nuovo attraversando tutti i generi del teatro comico: dalla commedia degli equivoci al cabaret, canzoni da cantante vero, monologhi e gag irresistibili. In questo spettacolo Gabriele porta in scena insieme a sé anche le persone che fanno parte della sua vita. Il pubblico non le vede all’inizio ma durante lo spettacolo prendono corpo all’interno di monologhi e racconti. Dal primo one man show, lo spirito comico del cabarettista e la sua visione delle cose non sono mai cambiati o venuti meno, anzi, la storia ha continuato a svilupparsi lungo il suo tortuoso corso creando maggiori spunti da cui attingere. L’opera di Gabriele è l’espressione della maturità artistica di un mattatore della risata che ha ormai conquistato il grande pubblico.
7 marzo 2023
ore 20.45
Charlotte Spettacoli
presenta
Paolo Migone
DIARIO DI UN IMPERMEABILE
Scritto e diretto da Paolo Migone
……in realtà questo è il diario non di uno , ma di due impermeabili…e per essere davvero precisi bisognerebbe dire che il diario non è esattamente degli impermeabili ma del nonno che ha scelto di abitarli per tanti anni fino a che ha deciso che era tempo che cambiassero inquilino!!
Il nuovo inquilino sono io. Si, perché come me , il mio nonno era un gran disordinato…smemorato e confusionario e per non perdere traccia della sua intensa vita, ad un certo punto ha deciso che loro (gli Impermeabili) avrebbero dovuto custodire la sua memoria nei mille nascondigli che aveva fatto aggiungere alla mia nonna….tasche ,taschine ,cerniere, anfratti e sacchetti. Ma non aveva calcolato l’aggiunta di caos che avrei portato e le tasche, taschine, cerniere, anfratti e sacchetti si sono riempiti anche delle mie memorie…Magicamente le nostre vite si sono mescolate e ancora più magicamente la mia voce darà vita a ricordi che non sono miei ma è come se lo fossero perché le tasche, taschine, cerniere, anfratti e sacchetti hanno silenziosamente messo in comunicazione due generazioni.
9 marzo 2023
ore 20.45
Corvino produzioni
presenta
Rimbamband
MANICOMIC
di Raffaello Tullo
Interpreti: Raffaello Tullo, Renato Ciardo, Nicolò Pantaleo, Francesco Pagliarulo, Vittorio Bruno
Regia Gioele Dix
Sono una band. Suonano e sono più o meno consapevoli di essere tutti affetti da numerose patologie mentali: ansie da prestazione, disturbo della personalità multipla, sindromi ossessivo compulsive. Uno di loro è un alcolista depresso, non essendo riuscito a realizzare il sogno di una vita: ballare alla Scala. E poi c’è un imprevedibile bipolare, cioè come sarebbero Jekyll e Hyde se fossero un pianista… Un medico psichiatra prova, attraverso un percorso terapeutico, a sbrogliare questa intricata matassa e a condurre i suoi pazienti alla guarigione: musica, sport, teatro, viaggi, cinema: tutto è terapia. Ma i pazienti sono duri a guarire e nonostante i continui richiami del terapeuta e le loro migliori intenzioni, non riescono a liberarsi dalle loro ossessioni. Una sorta di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” in versione comico/teatrale, in cui la follia si trasforma in libertà, energia, divertimento e creatività. Perché non può esserci arte senza follia e… da vicino, nessuno è normale.
14 marzo 2023
ore 20.45
Savà Produzioni Creative
presenta
Francesca Reggiani
GATTA MORTA
di Valter Lupo, Francesca Reggiani, Gianluca Giugliarelli e Linda Brunetta
Gatta Morta è il nuovo spettacolo di Francesca Reggiani, scritto con Valter Lupo e Gianluca Giugliarelli. Lo spettacolo in tournée dopo la pandemia, del lungo periodo di isolamento a cui siamo stati costretti svela con lucida abilità i risvolti comici. Una scorta di buonumore da aggiungere a mascherina e disinfettante, con personaggi e sketch inediti.
Protagoniste dello spettacolo le pari opportunità, che spesso non sono né tanto pari, né molto opportune. Ma non solo. Gatta Morta è un one-woman-show che in 90 minuti schiera sul palco attualità e costume, informazione e politica, nel tipico stile a tutto campo dell’artista, che alza il sipario su un diario di quotidiane follie.
Tra brucianti monologhi e ciniche riflessioni, ecco sfilare nuovi personaggi come Ilaria Capua, perché senza virologi oggi non c’è show, Concita De Gregorio in quota al giornalismo, Vittorino Andreoli, psichiatra che ci aiuterà a capire i tempi che viviamo. Accanto a loro, star del circo mediatico e seducenti ministri della provvidenza. Tutti uniti e vaccinati per spiegarci la vita al tempo della pandemia.
Francesca Reggiani prende a pretesto la caratteristica principale della gatta morta, ovvero la capacità di manipolare gli altri, per raccontare le sabbie mobili del nostro tempo, l’incerto confine tra vero e falso, sentimenti e risentimenti, buoni visi e cattivi giochi. Un’abile fotografia dell’oggi scattata per ritrovarsi con un sorriso, o meglio, una fragorosa risata. Alla faccia delle gatte morte, che non se ne abbiano a male.
Dal 15 al 19 marzo 2023
Dal 26 al 30 aprile 2023
Dal 17 al 21 maggio 2023
Feriali ore 20.45 – Domenica ore 15.30
Angelo Pintus
BAU
Campione indiscusso di incassi e presenze, Angelo Pintus torna a riempire i teatri col suo nuovo spettacolo dall’emblematico titolo Bau. E’ lui stesso a incuriosirci lasciandoci questi indizi: “Ma con un titolo come Bau veramente c’è bisogno di spiegare lo spettacolo? Veramente devo dirvi di che cosa parlerà? Io capisco se si fosse chiamato Miao, ma si chiama Bau! A volte davvero, mi viene voglia di abbaiare!”. Non ci resta quindi che aspettare di vederlo in scena.
4 aprile 2023
ore 20.45
Charlotte Spettacoli
presenta
Vito
LA FELICITA’ E’ UN PACCO
Vita spericolata di un negoziante ai tempi di Amazon
di Francesco Freyrie e Andrea Zalone
Regia Daniele Sala
Icilio Simonazzi è il proprietario di un negozio di elettrodomestici, dove non entra più nessuno.
Da quando è esplosa la moda dell’e-commerce, gli acquisti sul web, la sua vita è rovinata.
In un mondo in cui tutto si può ordinare con un click sul cellulare, televisori, rasoi elettrici, felpe e persino le tagliatelle al ragù, Icilio è diventato utile come un paio di moffole da sci alle Maldive.
La smania dell’ordine on-line non ha solo messo in ginocchio la sua attività, ma gli ha devastato anche la famiglia: la moglie è stata investita da un rider e ha perso la memoria, la figlia vive scaricando serie tv barricata nella sua camera sempre in attesa che arrivi il cibo ordinato con Just Eat.
Un bel giorno Icilio decide che è arrivato il momento di reagire e mette in atto la sua personale e folle “Resistenza” alla modernità. Lui, un piccolo negoziante, dichiara guerra ai colossi delle consegne a domicilio e si trasforma in un comicissimo e furibondo Don Chisciotte che sfida, con la lancia del “politicamente scorretto”, i mulini a vento dei nuovi bisogni che il web ha creato e senza i quali sembriamo non riuscire più ad essere felici. Vito, oltre a interpretare Icilio Simonazzi, porta in scena un’esilarante galleria di personaggi che hanno contratto la nuova e devastante malattia del secondo millennio: il click compulsivio. Dall’ordinatore seriale di Sushi al prete social, fino al fancazzista fashion- victim da bar che si sposta solo sul monopattino elettrico. Vito incarna l’estremo tentativo di ribellione alle storture dell’era digitale, conscio che, con il dilagare dello sharing di beni di largo consumo, non solo il capitalismo ha vinto sul comunismo ma gli ha anche fottuto il know how per fare profitto. Una volta si era contro la proprietà privata, tutto doveva essere di tutti. Era lo Stato a dover pensare ai nostri bisogni. Oggi lo fanno Amazon, Foodora e Car to go.