72a EDIZIONE DEL FESTIVAL DI CANNES. GLI ULTIMI FUOCHI PRIMA DEI PREMI. BELLOCCHIO PRESENTA..”BUSCETTA”

vincitore 3downloadMentre resta soltanto da sapere i nomi dei vincitori delle varie Palme, eccovi una carellata dei momenti piu’ significativi: film, divi ed eventi.

Beneficienza. Come ogni anno a tenere banco è stato il galà del Amfar di Cannes all’Hotel Du Cap. Fra i battitori dell’asta benefica, che coordina la ricerca per la lotta all’Aids, Petro Almodovar, Milla Jovovich, Sylvester Stallone, Dakota Johnson.. C’è stata una sfilata con quaranta top model che indossavano 40 griffis da Dior a Chanel, da Gucci a Vuitton, con l’alta gioielleria Chopard a illuminare vestiti e indossatrici.

Si è trattata della 26° edizione che nel suo quarto di secolo ha raccolto oltre 220 milioni di dollari.

Rocktman. L’uomo razzo per eccellenza è lui, Elton John, poco simpatico e lo si trova ovunque come il prezzemolo. Dai reali fino ad ogni evento di Cannes. L’idea del film che lo celebra, e che prende appunto il titolo dal suo soprannome di uomo razzo, racconta l’incredibile percorso che portò un timido cronista prodigio a divenire una pop star tra le piu’ amate di sempre. Io polemica-alain-delonpersonalmente lo detesto. Elton si è presentato per la Prima del film con uno smokoing con sul davanti stampato un razzo e sul di dietro il titolo della canzone “Rocktman”, il titolo della canzone da cui deriva quello del film.

La “Gloria” di Almodovar. Era il film più atteso e non ha deluso nel raccontare una crisi fisica e anche psicologica a sessantanni Pedro Almodovar ci ha dato con “Dolor Y Gloria” una poetica biografia in cui amore, dolore e morte concorrono a creare un’aria di pacata accettazione e insieme di dolcezza. Usando Antonio Banderas, mai così bravo come suo doppio, Pedro Almodovar ci racconta di come il passato possa aiutare a rinfrancare il presente. Lo fa con i suoi soliti colori pastello, dall’atmosfera anni Sessanta, luci e fotografia curatissime dove l’elemento del colore non manca mai giocato come faceva Matisse nei suoi quadri. Penelope Cruz la vediamo nei panni della madre assicura come sempre una presenza che non si dimentica.

I nuovi precari. Sorry we missed you…(Ci dispiace non averla trovata), è la frase standard che accompagna sui pacchi inglesi l’avviso per il destinatario assente. Su questa frase Ken Loach ha costruito un film denuncia in cui si racconta la dura vita di un uoo che lavora come autista-fattorino per una società che consegna i pacchi delle multinazionali. Sono i nuovi lavori con i quali il precariato di una volta assume un nuovo volto, quello dell’autosfruttamento. Loach, già vincitore di due Palme d’Oro e con alle spalle una carriera lunga ormai mezzo secolo, affida al suo protagonista Rocky , il compito di raccontare un orario di lavoro che inizia alle 7 del mattino e fino alle 21 senza, 7 giorni su 7, senza nessuna garanzia, riposi, malattie e ferie, in perenne concorrenza fratricida con chi fa lo stesso lavoro.

Come dice il regista, sempre molto lucido nell’analizzare la realtà:”La concorrenza che il sistema capitalistico ha innescato tra i piu’ poveri per sopravvivere si puo’ definire in un solo modo: intollerabile”. “IO Daniel Blake”, “Piovono pietre”….sono le sue precedenti pellicole sempre di denuncia.

Il “Ruolo” dell’Huppert. In quarant’anni di carriera è questa la 26° volta che Isabelle Huppert partecipa a Cannes. L’occasione è Frankie, soprannome della protagonista e titolo della pellicola. Un film di Ira Sachs che racconta di un’attrice francese che lavora molto all’estero e che decide di riunire la famiglia a Sintra, in Portogallo (dove sono stata e che trovo un vero e proprio paradiso), per quella che sarà una tenera cerimonia degli addii. Frakie è un personaggio molto diverso dai ruoli di donne dure e vincenti che la Huppert ha sempre incarnato. “Forse perché-dice l’attrice- non ho mai avuto in questo film l’impressione di avere recitato un ruolo, ciò credo che va a vantaggio della figura di Frankie”.

Un premio per l’eternita. A 83 anni Alain Delon ha ricevuto finalmente una Palma d’Oro alla Carriera. Che vergogna che sia arrivata così tardi. La stessa sorte è capitata anche a Jean Paul Belmondo. Nel caso di Delon, bello come sempre, la cerimonia è stata guastata da un ridicolo tentativo di femministe frustrate che avrebbero voluto metterlo al bando per macismo e naturalmente Fascismo. Qualche hanno fa ho avuto l’onore per ben due volte in Sala Grande di essere seduta accanto a lui in occasione della pellicola restaurata “Delitto al Sole” con Maurice Ronet. Un vero signore, che nonostante un lungo periodo di depressione poteva ancora conquistare e intrattenere mezzo mondo.

La Monèe di marces, è stata come sempre l’occasione per le mises femminili piu’ incredibili e per una sfilata di bellezze mezzafiato dalla Bellucci, quest’anno diretta ad una francese alla modella indiana Deepika Padukone alla top model americana Bella Hadid alla regina del burlesque Dita Von Teese. Malick torna a Cannes ma delude. Grande Bruno Ganz. Oggi applaudito da pubblico e critica il film italiano in concorso di Marco Bellecchio su “Buscetta…”. Forse è la volta buona!!! Alla fine Amodovar ha portato a casa per Barderas, protagonista del suo film, la Palma per il migliore attore. Mentre ha vinto il coreano Bong Joon.


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