IL SALONE DEL MOBILE HA APERTO LE PORTE A MIGLIAIA DI VISITATORI E GLI EVENTI FUORI SALONE A MILANO SONO RADDOPPIATI… UN CAOS TOTALE!
Il Salone del Mobile è considerato dai giornalisti “Croce e delizia”, in quanto il tema è interessante, ma gli eventi da seguire sono talmente tanti che è pressoché impossibile scrivere di tutti e di tutto. La manifestazione è particolarmente gradita dai giovani non solo design ma da studenti e curiosi, a parte un certo numero di addetti ai lavori che è sempre alto. Le presenze straniere sono tante specie in Salone alla Fiera, ma anche Fuori salone gli eventi e le esposizioni si susseguono ritmo serrato e gli “speciali” dei giornali che hanno iniziato a lavorare prima, sono un grande impasto di foto, articoli, redazionali pubblicità, da fare girare la testa a chi tenta di consultare o capire cosa conviene andare a vedere, al di là di feste mondane, anche se c’è una guida pratica da consultare, ma talmente fitta che è disarmante. Si sa che il settore del mobile è in crisi, fanno vendere all’estero i modelli dei grandi Maestri del design e dell’architettura, ma si è voluto prediligere il nuovo che a mio parere dopo anni e anni di esperienza una certa idea me la son fatta e dico che le vetrine vanno bene, ma se in un momento di crisi ci aspettiamo grandi vendite puntando sul nuovo che spesso è il rifacimento in chiave sempre più minimalista del vecchio, allora non ci siamo. Il Gruppo Frau ha dovuto vendere quote agli americani e dato che così va il mondo, non dico di non fare crescere giovani promesse, il guaio è che di geni è dura scovarli e questo gran frastuono forse fa bene alle casse degli alberghi di Milano, ai ristoranti, ai bar e ai trasporti milanesi, nonché ai taxisti che possono per uan volta non lamentarsi.
La Kartell, azienda leader nelle tecnologie grazie al sapiente uso della plastica e alla scelti di architetti e design che hanno collaborato con la famiglia Castelli, oltre ad esporre oggetti e mobili, si è inventata una gara “Chef e design a confronto” dopo 40 anni di onorato servizio. La nuova era di “Kartell in tavola” . In via Turati c’erano anche collezioni e accessori firmati da Andrea Berton, Carlo Cracco, Jean-Marie Massaud, Davide Oldani, Philippe Starck e Patricia Urquiole. Ma vediamo di ripercorrere la storia della Kartell perché merita. Negli anni Settanta Anna castelli Ferrieri e Franco raggi di Centrokappa firmarono una delle più innovative collezioni Kartell da tavola : materiali sperimentali come Policarbonato abbinato a nuove tecnologie, colori e trasparenze. Oggi è il giorno di un grande epocale ritorno alla linea Tavola. Tavole sofisticate e giovani sono state progettate con glamour, senso pratico ed artistico usando ognuno dei progettisti i propri Flagship store .
La collezione consiste in una linea di piatti in melanina bianco osso o color bronzo. Per Oldani ha contato una leggera asimmetria, inclinazione, bicchieri acqua e vino e caraffa nonché un set di posate sono state molto apprezzate. Una scelta incentrata sul gesto accompagnata dall’ironia. Non mancano anche i piatti Quattro Stagioni, Mria Massaud è invece alla sua prima collezione; il set “Namaste” in melanina, sono caratterizzati da un design organico anche per lei asimmetrico. i colori vanno dal nero, al grigio, al beige fino all’arancio. Anche Andrea Berton, Carlo Cracco e Philippe Starck hanno completato in maniera eccellente la proposta della Tavola. “Panis Berton” di Berton è uno strano portapane, mentre Cracco ha firmato la linea di vassoi in melamina color Bone Cina “Ovo” e l’ha descritta con queste parole:”Per uqesti primi pezzi di una più ampia collezione…ho tratto ispirazione dal mio nuovo locale “Carlo e Camilla in segheria”, dove l’evocazione di un ambiente ruralein contrapposizione con l’architettura post-industriale del luogo è ben tangibile. L’atmosfera è quella di una casa di campagna, seppur rappresentata con il mood di elganti stoviglie d’epoca. Sui nuovi vassoi disegnati per Kartell, compaiono alcuni animali del mondo agreste, il tutto condito con un pizzico di sapiente ironia. ..a tavola , come in cicina come nella vita, ci vuole si regalità ma restando sempre con i piedi per terra”. Philippe Starck firma in set di campane “Ding Dong” in PMMA per la presentazione di composizioni di formaggi o di dolci …la linea comprende molte gioiose varianti cromatiche e trasparenti in perfetto stile Kartell. Leggerezza, semplicità, ironia fatte per durare a lungo ma anche per essere esportato in tutto il mondo. Nuovi chef e design saranno invitati ad asprimersi. Questo è solo l’inizio di un nuovo cammino…
Il mio amico Roberto Coizet aveva lagami forti con Anna Castelli, lui editore (Arcadia Ed), lei manager e proprietaria di Kartell avevano un accordo perfetto. Ho conoscuto per la prima volta Anna Castelli grazie a lui e rimasi affascinata dalla sua forza, creatività, fantasia, gusto, precisione ed esigenza. Una donna che mi ricorda in un altro settore la signora Nonino, proprio quella delle grappe. A Starck feci un intervista di una pagina per Kartell al salone del Mobile di qualche anno fa e lo trovai molto spiritoso e alla mano, Era il periodo della sua sedia-poltroncina con il famoso taglio in mezzo. Anni prima andai all’inaugurazione del grande locale-bar nella piazza del Centro Pompidou a Parigi, lì trovai veramente un ambiente nuovo per materiali e linea. Oggi, segni e materiali si sono spesso sovrapposti tra design e architetti. Forse anche la cultura in generale.