ULTIMI GIORNI PER LA MOSTRA DI PAOLO PARADISO ALLA GALLERIA PONTE ROSSO DI BRERA: "X. TRA.ORDINARY PLACES". FINO AL 4 MAGGIO, DOMENICA APERTURA POMERIDIANA. E' DI SCENA NEW YORK
Milanese doc, Paolo Paradiso non ha mai abbandonato la sua America, come il sogno di un giovane degli anni Settanta che vedeva in quella terra nuova tutto il futuro del mondo, tutta la libertà fatta ad arte e non a caso è con quest’ultima che si è sempre cimentato da anni. Con una bella e ricca rassegna, la Galleria Ponte Rosso di Via Brera 2 che continua i festeggiamenti per i suoi 40 anni di vita, ha allestito una rassegna fino a 4 maggio compreso, di ben 25 nuovi dipinti, alcuni di grande formato, ispirati all’America degli anni Cinquanta, alcuni in particolare dedicati alla grande Mela e a Chicago. Lavori freschi, nuovi che hanno ispirato l’artista a scoprire oltre a particolari soggetti anche una ricerca pittorica sempre più a “misura distillata”, dove la precisione del disegno e la pennellata della pittura si fondono in un unicum sovratemporale.
Da sempre la pittura di Paradiso mi ha affascinato, forse per la mia formazione architettonica, ma certamente se avessi saputo dipingere, quei soggetti e non solo americani, sarebbero stati quelli da me scelti, visto con quel taglio…Petrus, Scolari, Trecchi, ne sono altri esempi…senza nulla togliere all’originalità di questo artista che iniziò la sua carriera come grafico pubblicitario e che poi ebbe il coraggio di stabilirsi negli USA scegliendo la città di Chicago. Forse Hopper fu un suo ispiratore, ma se così fosse tanto di cappello per l’intuito di ammirare un così grande maestro. La pittura nel corso degli anni diviene per Paradiso il filo conduttore della sua espressività. Così nel 2003 espone per la prima vota la sua produzione a Chicago alla Michael H. Lord Gallery. Da allora non ha mai smesso di fare mostre anche in Italia, perché dopo un certo periodo è rientrato in Patria e ora vive a Milano, sua città natale, come ho sopra accennato, aggiudicandosi già nel 2004 il Premio di Pittura Carlo Della Zorza (Portato avanti con grande serietà e credo dai signori Consonni titolari della Ponte Rosso).Le mostre aumentano anche in Italia: nel 2005 ha una personale all’Università Bocconi e pochi mesi dopo con trionfo di pubblico e di critica mette in mostra la sua “America” proprio alla Ponte Rosso dove sono passati i più grandi Maestri del Novecento, dalla cerchia di Brera, ai Macchiaioli fino ai pittori che prediligevano la laguna veneta. Dallo spazio di via Brera 2, sono passati da Novello a Buzzati, da Tallone a De Pisis. Ma torniamo a quella mostra di Paradiso che ha sancito la sua vittoria, presentata in catalogo da Carlo Adelio Galimberti. Nel 2006 presenta anche “An American Theme”; nel 2007 la personale “Atmosfere Americane” al Centro Culturale di Pizzighettone accompagnata da un catalogo a cura di Damiana Tentoni. Nel 2008 alla Ponte Rosso ritorna con “Music for the eyes”; nel 2009 “For Day After” e nel 2010 “Metropolis” curata da Flavio Gualdoni e successivamente “The shadow of the Empire” l’anno seguente e “Paiting New York” nel 2012 presentata in catalogo da Elena Pontiggia, “Because it’s fun” (2013) fino all’odierna “X.TRAORDINARY PLACES” (2014).
“Le serie pittoriche di Paradiso raccontano la stessa città che nel 1029, veniva scolpita dalle parole di Bernard Fay, storico francese, grande amico di Gertrude Stein: “New York ci sovrasta con la sua magnificenza incongrua, il suo potere e la sua voluttuosità”, con “linee rette ovunque, orizzontali e verticali” che creano una città di rettangoli, dura e brillante, il centro di una vita intensa che essa espande in ogni direzione”: è insieme “abbietta e opulenta”, ma è l’unico luogo del mondo capace di ricostruirsi ogni volta di nuovo, di essere e sapersi veramente moderna (….) ha scritto Flaminio Gualdoni.
Non c’è dubbio che Paradiso sia innamorato di quelle immagini, di quei reticolati di strade che urbanisticamente compongono con i loro palazzi, grattacieli e parchi un puzzle unico al mondo. Ancora oggi la Grande Mela vive proiettandosi in quell’epoca non meno vitale e autentica che quella novecentesca le ha consegnato…Da qui la sua passione per la fotografia storica, quella che da Sheeler rimonta fino ai panorami stranianti della mitica Fairchild Aerial Surveys, quella delle strade brulicanti e delle insegne luminose, quella che diverrà, ma ancora non è, Pop (…). La Galleria è aperta da martedì a sabato, ma il domenica 4 maggio rimarrà aperta dalle 15,30 alle 19 e non è detto che non si incontri di nuovo l’autore che alla inaugurazione della mostra milanese era presente a firmare le copie del nuovo poster dedicato alla mostra, vera icona da potere incorniciare …..