"LA CITTA' IDEALE" DI PETRUS ALLA TRIENNALE DI MILANO. IL SUO ATLANTE URBANO E' UN PONTE IDEALE VERSO L'EXPO 2015 IN PERFETTA FUSIONE TRA STORIA E MITO

La Triennale è un luogo a me familiare, non solo perchè hocurato mostre e ideato convegni internazionali di architettura o perchè il mio amico De Albertis ne è presidente. Il motivo è molto più sottile, si chiama Giovanni Muzio, ovvero l’architetto che nel 1930 ideò il Palazzo per le Esposizioni Unversali d’Arte e di Architettura di via Alemagna a Milano. La casa dove abito l’ha progettata sempre Muzio e in quei tipi di marmi, pietre, particolari di serramenti, cirrimano delle scale, mosaici, portoni d’ingresso e tipologia di alcune finestre…forse anche per questo, quando dopo la riapertura dell’Ente sotto la presidenza e la direzione di Bertè e Monno, una volta scaduto il loro mandato è stato stravolto il progretto architettonico specie dell’ingresso, le biglietterie, il guardaroba e il caffè-ristorante. La Galleria progettta all’interno del Palazzo delle Esposizionidall’architetto Gae Aulkenti, non mi è mai piaciuto proprio per come sono stati dvisi glis spazi e non mi è piaciuto che fosse scomparsa la sala conferenze, sia quella grande a piano terra che l’Impluvium al primo piano.

Petres abita a MIlano e del capoluogo ne vediamo in mostra di immagini architettoniche; un’architettura moderna che is staglia con i suoi colori ele sue geometrie nei cieli azzurri dlla metropoli; immagini come in fotrografia sembra che abbiano avuto un taglio voluto, forse anche per questo Petrus , segno di modernità ripercorre scorci architettonici, luoghi caratteristici dello spazio urbano disegnato e dipinto dopo una capillare ricerca geografico-simbolica; la stessa cosa l’ha fatta con altre città del mondo, formando un “ATLANTE URBANO”, immateriale e idealmente diffuso, come qualcuno ha detto, quasi una modern aEnciclopiedia Metropolitana. Metropoli del mondo dunque, a confronto con le immagini di Milano proprio da dove è partito il percorso artistico di Marco Petrus. Grazie proprio all’architettura milanese modernitìsta, l’artista (che ricorda il  nome di un vino e di uno Champagne) e per chi non ha familiarità con l’arte, il richiamo è forte). ha trovato la soluzione per costruire , quadro dopo quadro, tela dopo tela, il suo linguaggio, un linguaggio nuovo, ricco di poesia modernista in chiave contemporanea. Già le sue opere stupivano più di 20 anni fa.

Le prime immagini che riprendevano l’architettura, sotto questa forma, sebbene in maniera diversa con una concezione più plastica, più corposa, erano quelle di Massimo Scolari e negli ultimi anni anche quelle di Walter Trecchi (Il Superstudio ha insegnato a tanti…).Atlas significa “Atlante” sia in greco che in latino.  “Atlas” è stato anche un film con la regia di Roger Corman (1960). Il lavoro di Petrus consiste in una fortissima stilizzazione degli elementi dove la ricerca di sintesi di linee e toni cromatici (cieli piatti volutamente monocromi) che sembrano incombere sulla città invasa dal caos) sfiora l’astrazione.

Lo schema compositivo di Petrus si è con il tempo gradualmente sottratto agli elementi realistici e si è sempre più rafforzata una maggiore geometria compositiva. L’affresco dell’architettura moderna e contemporanea dell’artrista di Rimini (classe 1960) viene riletto in questa mostra nella sua dimensione materiale fortemente simbolica. La rassegna è nata dalla volontà anche della Fondazione Triennale di Milano ed è accompagnata da un catalogo edito da Johan & Levi, a cura di Michela Bonuomo e Federico Bucci. Sponsor: PFE, Compass, Gadola e La Ginestra. Ferrari Pubblicità Esterna opera da oltree 50 anni nel mercato della produzione della stampa di materiale pubblicitario e promozionale. La mostra “Atlas” di Marco Petrus chiuderà il 2 giugno. Una mostra che è una straordinaria metafora della capacità della pittura di interpretare l’architettura e renderla “manifesto”. I palazzi ritratti da Petrus esprimono il rapporto individuale con gli ediffici e la dimensione collettiva dello spazio urbano, in una nuova interpretazione che il disegno e anche il colore offrono in maniera tale da potere essere messi in cornice. Cornice si fa per dire perchè per quanto riguarda il mio gusto le tele di Petrus devono se mai avere solo un bordo di batttuta che chiude la tela lasciando sfogo ai bordi del quadro. Viva Campanella  che ha saputo pensare alla “CIttà ideale”, un testo ancora attuale e che Petrus ha saputo cogliere cimnetandosi con l’architettura.

 


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