NO AI FIGLI COME MERCE DI SCAMBIO
Cosa stanno diventando ormai i nostri figli se non gli “scarti” di famiglie frantumate da divorzi? Divorzi che sono fatti di incomprensioni, di odi reciproci spesso basati sul nulla. Psicologi, giornalisti, pediatri, insegnanti, familiari, amici continuano a dire di pensare al loro bene e di essere meno egoisti noi adulti, ma ciò non avviene. Non avviene perchè sono cambiati i ruoli nella coppia, la donna lavora nella società moderna e ha meno tempo per adempiere al suo ruolo di madre (non oso dire di moglie e di chi cura con tanto amore il folorare domestico), anche se questa condizione non durerà a lungo, la crisi mieterà altre vittime o si tornerà indietro a stare uniti, sperando senza violenza, in nome del “pane quotidiano”. E poi ci sono coppie di stranieri, dia ltre religioni dove i ruoli di una donna sono bene contemplati e c’è a chi non piace più questo.
Il maschio in ogni caso fa da padrone, questo lo si sa, per maggiore infantilismo, per innata forza e prepotenza, per orgoglio di portare i pantaloni. Naturalmente mi riferisco alla maggior parte dei casi. Ma è ancora più straziante, quando si mettono di mezzo servizi sociali, giudici, avvocati o ancor peggio quando a portare via con forza da una madre davanti a una scuola o a un asilo è la Polizia a farlo, come nel recente caso dell’ordine del Tribunale di Venezia. Il fatto del bambino di Padova prelevato a forza e con violenza perchè fosse riaffidato al padre ha fatto il giro del mondo. Famiglie solidali, amici, parenti, concittadini, maestre, hanno urlato indignati davanti a quella scuola con striscioni. Persino il bambino non voleva andare con la Polizia, strappato dalle braccia dei parenti e trascinato via con forza si è fatto persino male. Quando l’hho caricato sulla macchina con violenza come se fosse un ladro braccato si è sentito spezzare il cuore e i suoi nervi sono ceduti.
Autrice del libro “Scarti di famiglia”(Rizzoli), Daniela Missaglia, matrimonialista, l’ha scritto proprio stando dalla parte dei ragazzi: anche lei separata e dispiaciuta di non essere riuscita a fare durare a lungo il suo matrimonio. Tre figli non sono pochi, eppure c’è chi ancora non continua a capire…Gli adolescenti sono proprio questi l’anello debole della catena che inizia con la voglia di rivalsa da parte di uno dei coniugi, solitamente il maschio, il padre. Padri che covano rancori a vita. Perchè con un uomo non si riesce più a dialogare, perchè il padre dei tuoi figli si rifiuta di rivisitare un rapporto sentimentale? Perchè i familiari di lui, se benestanti, diventano i “Dallas” della situazione; ci sono casi di ingererenza della suocera o del suocero che spaccano matrimoni in nome dei nipoti contesi, senza rendersene conto che questi suoceri invecchiano velocemente e i figli crescono e nemmeno loro riescono più a goderseli. Ma tutti, tutti quanti li hanno fatti soffrire questi bambini, questi ragazzi che porteranno la ciccatrice tutta la vita per non avere avuto una famiglia unita, per non avere visto un padre o una madre che porta rispetto all’altro; a molti ragazzi mancano i modelli positivi familiari, manca loro una vera educazione sentimentale. Buchi che riverseranno da adulti o ancora da adolescenti su altri compagni o compagne, perchè loro hanno solo conosciuto quella realtà e non altre.
Secondo lo psicopediatra Maurizio Maria Lazzari “Il bambino è anche pronto a sacrificarsi purchè i genitori rimangano insieme, ma questi non capiscono. Da grande allora senza volerlo si vendicheà, farà soffrire altre persone, così come ha sofferto lui…E’ naturale domandarsi allora se a loro volta padri viziati o madri egoste a loro volta non abbiano sofferto e scaricato tutto sulle loro creature. E’ un gioco al massacro che continua. Nel maschio, nel padre in particolare la cosa è più frequente semplicemente per il fatto che odiare un’altra donna significa respingere la propria madre. Il rapporto edipico lascia ancora segni anche se Freud l’aveva detto tanti anni fa. In quel rapporto c’è la gelosia. il possesso di una madre, l’identificazione con il proprio figlio, la paura di perderlo e l’essere troppo chioccia porta a viziarlo a farlo dipendere da noi, ma i figli vogliono a un certo punto iniziano a essere adulti o almeno cercano, ma spesso non ci riescono e soffrono al punto da vendicarsi con il mondo. La società del benessere ha molto contribuito a sviluppare forme di questo tipo. Comperare un Rolex a una ragazzina a 13 anni è un delitto con tutto quanto ne comporta da parte di una nonna o una moto bella a un ragazzino da parte di un nonno. Donare denaro non significa proprio niente. E’ donare amore che conta. Con l’amore si cresce, con il denaro ci si rovina nella maggior parte dei casi. La società, i costumi e la scuola hanno le loro responsabilità”. Lazzari ha scritto diversi libri e insegna alla Columbia University facendo lezioni su invito. Ma ogni giorno lo troviamo alla Columbus di Milano dietro la sua scrivania a parlare con i suoi piccoli pazienti o con i loro genitori, cercando di dare il meglio se stesso. Il suo universo è il bambino e lo difende anche impegnandosi nella lotta contro gli abusi.
La pedofilia è un’altra piaga. Spesso il nemico è in casa o nella porta a fianco o un parente di cui ci si fida. Attenzione a mettersi su facebook e dare dati, luoghi e abitudini della propria vita. “Ci sono subito gli avvoltoi pronti a prendersi una ragazzina o un ragazzino anche giovanissimi…”, spiega il professor Lazzari che fa spola tra la Scizzera e l’Italia in nome di quelle squadre d’intelligence pronte a scovare i cattivi nella rete. Ma tornando al tema della separazione e al libro della Missaglia, la stessa dice che a volte è difficile essere aiutati dai giudici pur facendo prevalere l’interesse dei minori. La maggior parte dei giudici sono uomini, non mettono al mondo figli, non li allattano, non li curano se sono malati ecc. “Con l’andare degli anni i padri separati si dimenticano di fare il loro dovere di padre, anche affettivamente indendo ed è più facile che si rifacciano subito una vita con un’altra donna, le donne restano spesso legate ai figli, alla famiglia e fanno sacrifici se lavorano dividensosi in quattro”.
Va ricordato che la prima parola che un bambino pronuncia è “..ma…mamma” e l’ultima prima di morire è sempre “mamma”, anche nel dolore noi diciamo “Aiuto mamma che male!”. Ci sarà un perchè! Eppure oggi i figli quando crescono e anche nell’adolescenza sono irriconoscenti, colpa dei vizi e dei modelli di vita che ci impone il sistema, dalle televisioni spazzatura (la Rai non s’impegna un gran che a fare a ore sane propgrammi interessanti), dei film, dei giornali, della rete, dei viogiochi. Come mi diceva il professor Lazzari, la media dei ragazzi e della ragazze ha il primo rapporto a scuola a 13 o 14 anni, simulano quello che vedono, anche se lo fanno come se fosse un gioco, ma niente è un gioco e questi sono giochi pericolosi. Chissà che la crisi non porti a miti consigli. Ma c’è poco da sperare perchè mai come da un anno a questa parte la gente si chiude in stessa, è incattivita, c’è odio fra colleghi, chiunque potrebbe essere un potenziale avversario. Allora allerta e attaccare per non essere attaccati. Che tristezza!