SFILANO A CANNES SU TRE JEEP MIMETIZZATE PER PUBBLICIZZARE IL FILM "EXPENDABLE", STALLONE, FORD, BANDERAS….MA LA GIORNATA E' STATA TUTTA AL FEMMINILE. 12 MINUTI DI APPLAUSI PER IL FILM ITALIANO "LE MERAVIGLIE".

Sfilano su tre jeep mimetizzate grandi attori come Harrison Ford, Antonio Banderas, Sylvester Stallone, Loundgren, Statham e Mel Gibson, Schwarzenegger…fra i protagonisti di “Expendable 3, ossia “Mercenari 3”, che parla di un gruppo di combattenti in età di pensione che continuano a fare casino come fe avessero diciotto anni. Non sono al Festival in concorso, ma pubblicizzano il loro film; un genere di guerra fracassona. Ma tante sono le novità della giornata. E’ arrivata persino la Loren con suo figlio regista de “La voce umana”, programmato come evento speciale, il testo è tratto dal dramma di Cocteau in cui la madre è la protagonista. Mercoledì prossimo la stessa Loren terrà la sua “lezione d’attrice” nella Sala Bunuel dove racconterà la sua storia di attrice e personale. Un festival tutto al femminile dicevamo, la giuria è presieduta da Jane Campion, vincitrice della Palma d’Oro nel 1993 con “Lezioni di piano” nella 46a edizione e tre premi Oscar nell’edizione del 1994. Fra gli altri giurati anche Willem Defoe, Carol Bouquet, Sofia Coppola, Gael Garcia Bernard.

In passerella hanno sfilato Roman Polanski, Salam Ayek, Eva Longoria, Julie Gayet (l’amante di Hollande), Almodovar. La solita calca ma pochi riescono a vedere gli attori e i registi, perché in realtà più che una passerella è una scalinata corta con dieci metri di “red carpet”, ben diversa da quella di Venezia. Lelouch oggi ha detto scherzando: < A Cannes ho fatto di tutto tranne che le pulizie -ora risiede nel Consiglio di Amministrazione del Festival – e rispetto a quando ho vinto la Palma d’oro nel 1966 con “Un uomo e una donna”, adesso è meglio. Prima era un po’ il Festival delle piccole star e delle attrici. Oggi c’è più professionalità e consapevolezza per quanto riguarda i registi e ci sono più cinefili di un tempo…>. Lelouch ha 76 anni e gli piacerebbe rifare “Un uomo e una donna” perché il film compie mezzo secolo e chissà se a festeggiarlo ci sarà ancora accanto a lui la bravissima Anouk Aimé?! La pensa in un altro modo J.L. Godard che considera il festival e il cinema la cosa più fragile del mondo, un qualcosa che sta morendo. Lui preferiva quelli di un tempo, un tempo c’erano anche le avanguardie come “La nouvelle Vague”, ora biografie spesso scialbe, film cruenti seppur veritieri sulle mafie orientali, Giappone, Cina, film con tanta adolescenza dentro, denuncia di guerre o di dittature, ma questo lo fa già l’informazione. Il film deve fare sognare e stupire. Il ragionamento è molto più complesso di questa macchina che sta diventando infernale e troppo commerciale. Quante sono le cineteche che in Italia chiudono? Centinaia. La grande distribuzione comanda e lava i cervelli, così come fa la tv. Scaricare un film da internet può essee interessante come gioco, poco come necessità, forse cambieranno anche i modi di vedere i film. Il grande schermo scomparira? Allora non sarà più cinema, certo che per i giovani, ma anche per tutti il biglietto per uno spettacolo è troppo caro, come quello per vedere una mostra o un museo. La cultura così muore.

Domani è la volta del film di David Cronenberg con “Maps to the Stars” e quello di Bennet Miller Foxcatcher. Il primo racconta Hollywood come emblema del sogno ma anche dell’incubo (fra gli attori c’è Robert Pattinson (quello di “Twiligh” e Jullianne  Moore; il secondo parla dell’uccisione di due atleti di lotta da parte del loro finanziatore, un miliardario americano paranoico .Il film racconta un fato vero. Tra gli interpreti c’è Steve Carrell, quello di “Scemo più scemo”, al suo primo ruolo tragico, nella parte del miliardario per l’appunto.

Sono stati 12 i minuti di appplausi per la Rohrwacher e la sorrella, ma anche per la Bellucci naturalmente, in abito rosso truccata un po’ più semplicemente del solito forse per stare al passo con le due gemelle tutte acqua e sapone. Si è trattato di una favola sul perdono, dove c’è un re e una regina con quattro figlie ma anche una “fata” bianca, la Bellucci. Non ha potuto trattenere le lacrime Maria Alessandra Longo davanti  a tanti applausi, la ragazzina dodicenne Gelsomina che guida gli spettatori nel film. Perché una favola sul perdono con un re? C’è una sorta di storia d’amore tra un re e una figlia e poi ci sono le api, perché il padre della regista faceva l’apicoltore. Un re che vuole tenere protette e chiuse in un piccolo mondo le sue donne, ma capisce che tutto questo da un momento all’altro può finire. Con l’arrivo di una troupe della televisione, con a capo una conduttrice dalle trecce candide, si spezza questa irrealtà. Milly Catena che cerca famiglie per un reality show sulla vita “bucolica” fa irruzione…da questo Paese delle meraviglie Gelsomina vorrebbe entrare e da cui suo padre vuole tenerla lontana. Il padre è il ballerino e attore fiammingo Sam Louwyck. C’è una prigione anche linguistica in cui i personaggi vorrebbero dire delle cose ma non sanno bene come dirle. Gelsomina ha voglia di crescere e accetta la proposta e si espone, ma lei lo sa bene che chi lo fa spesso fallisce prima o poi. In un mondo pieno di contraddizioni, dove la vita è anche lavoro. E qui scatta il momento di tenerezza dettato dal “perdono”…ma non vi voglio svelare tutto perché il film esce in Italia giovedì. Le sorelle hanno 35 e 33 anni, mentre la Bellucci 49.

Gionata anche di tifo per Vigo Mortensen, il bel danese di 55 anni che porta la bandiera della squadra del San Lorenzo tanto cara a Papa Francesco, campione in Argentiina. Ha sfilato anche l’attrice di cittadinanza italiana, americana di origine, Usa Vanessa Hessler, 26 anni, protagonista di molte fiction televisive Rai.


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