TRE INGLESI TRA LE ROVINE ROMANE DURANTE IL GRAND TOUR INVENTANO UN NUOVO TIPO DI PAESAGGIO: REYNOLDS, HOGARTH E TURNER A PALAZZO SCIARRA DI ROMA
Lungo è il nome del presidente della Fondazione Roma, professor, avvocato Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ha saputo portare nella capitale “Roma e l’Antico. Realtà e visione nel ‘700” con grande successo presenta tra il 2010 e il 2011. Di recente ci ha riprovato con un altra interessante scommessa e l’ha vinta, la mostra a Palazzo Sciarra in via Del Corso dal titolo “Hogart, Reynolds e Turner-Pittura inglese verso la modernità”, aperta fino al 20 luglio. L’attenzione rivolta al contesto britannico dove l’alternativa al linguaggio classicista porta a una propria identità artistica capace di interpretare quella modernità che diventerà poi nell’Ottocento un linguaggio comune per tutto il continente, specie per l’Europa.
Curata da Carolina Brook e Walter Curzi, l’esposizione intende offrire una visione insieme dello sviluppo artistico e sociale che si definì nel 1700 di pari passo con l’egemonia conquistata dalla Gran Bretagna in ambito storico, politico e culturale. Si tratta di 100 opere che stupiscono allestite classicamente ma razionalmente, ben suddivise e scandite da un percorso visivo e storico chiaro e piacevole, con le giuste luci e le perfette didascalie. Un’autoguida accompagna il visitatore approfondendo i temi, i quadri, il periodo e persino la tecnica pittorica, una tecnica che si sviluppo’ prima come “paesaggistica” e poi divenne “campestre”, un campestre che si sviluppo’ all’interno del Lazio e che successivamente divenne una nuova forma d’arte che portò all’arte ottocentesca. Le opere esposte nello stupendo e restaurato Palazzo Sciarra, provengono dalle più prestigiose istituzioni museali: British Museum, Tate Gallery, Victoria & Albert Museum, Royal Academy, National Portrait Gallery, Museum of London, ma anche dalla Galleria degli Uffizi, e dalle raccolte dello Yale Centre for British Art. La Fondazione Roma, in collaborazione con la Sopraindenza per il Patrimonio Storico e Artistico e quello Museale della città di Roma con la Fondazione Arte Musei hanno creato questo gioiello di mostra appoggiando la proposta della Fondazione Roma Museo e dei curatori. Passavo in Taxi per andare a Il Messaggero e poi fare un’intervista all’Hotel Bernini, quando con l’occhio ho vista una grande pubblicità della mostra, proprio nel primo tratto a destra venendo dal Monumento del Milite Ignoto da Porta Venezia per intenderci. Così prima di partire sono riuscita di corsa a visitarla e mi ha lasciato dentro una voglia pazza di lavorare in una galleria d’arte o per un museo o una casa d’aste, ma soprattutto di dipingere bene come faceva mio padre che non ha nulla a che fare con il Baldrighi del Settecento di cui La Pilotta a Parma, non solo per generazione ma per stile e periodo di appartenenza culturale. I suoi quadri, per la maggior parte, copie, li firmava “Gino Baldrighi” e Gino sta al posto di Luigi.
Torniamo tra quelle belle cornici e quell’odore di olio di trementina e come dicevo stimo parlando di un’elaborzione sull’estetica collegata all’età classica diventa il punto di riferimento nel XVIII secolo, scaturita da una riflessione che ha permesso di gettare uno sguardo approfondito sulla pittura inglese da a Hogart a Reynolds fino a Turner. La mostra si apre su una serie di vedute su Londra. Se Roma era il luogo della memoria classica, celebrata per il suo patrimonio monumentale e la sua eredità culturale, come spiegano i curatori nel catalogo edito da Skira .Londra si impone invece, ora, come la nuova metropoli nella quale si concentrano le novità e le trasformazioni globali e nell’Ottocento verrà riconosciuta il simbolo della modernità- Nonostante il grande incendio del 1666 abbia fornito la possibilità per una riformulazione urbana massima, la città ha dovuto fare i conti con un inurbamento non da poco che l’ha resa la più popolosa d’Europa. Daniel Defoe ne il suo “Viaggio attraverso l’intera isola della Gran Bretagna” (1724-1727), spiega che il Ponte di Westmister costituisce il primo esempio. Canaletto nel dipingerlo lo giudicò un grande esempio di ingegneria.Quindi il Tamigi acquistava la stessa importanza del Canal Grande di Venezia.SEguono pittori come Scott e Marlow, ma anche “I new Spring Garden” di Vauxhal o “La rotonda dei Renelagh Garnens. Adam Smith incoraggia l’economia individuale, illibero mercato e il caso dell’industriale Richard Arkwringht che inventò il filatoio idraulico (1769), così come scoperte di orologia, geologi, astronomi, metereologi hanno apportato alle scienze applicate un grande vantaggio. Un quadro di Wright of Derby pubblica un planetario. Scienza, tecnica e filosofia dibattono tra loro mentre la Royal Society incarna il capitano James Cook e le sue tre celebri circumnavigazioni (1768….). Nascono i libri d’avventura come “Robinson Crusoe” di Defoe e “I viaggi di Gulliver” di Switt. Nello sport la box crea mostri sacri come Jack Brouhton e la musica conquista la società grazie a Johann Christian e Carl Friedrich Abel, per il quale venne costruita una nuova hall in Hanover Square,, Nascono ,artisti e moda e attori come David Garrick. Gran lavoro anche oer scultori, infatti nascono le tombe di uomini illustri. Hogarth viaggia fuori dalla tradizione accademica, Cosenz e Towne si affidano alla velocità della percezione impressionistica sulla natura. Burke si fa influenzare dal “Sublime”, altri paesaggisti come Gainsborough, George Stubbs e Wright of Derby emergono….In mostra si può ammirare l’Arcadia di Zuccarelli messo a confronto a Gainborough e alri paesaggi, ma non mancano ritratti meravigliosi e c’è persino una Rosalba Carriera. Stubb dipinge cavalli e leoni, Constable e Turner vanno oltre. Ci troviamo di fronte alla vera epifania dell’immagine moderna. Turner si innamora dell’Italia e Constable non si allontanerà mai dal paesaggio britannico, ma è stata Roma, i suoi ruderi e la sua campagna ad avere ispirato i grandi pittori del Gran Tour inglese settecentesco. Qui ogni stile si capisce, si comprende, si apprezza, piaccia o non piaccia. Ma come fa a non piacere così tanta bella arte? A ciascuno il proprio stile, ma tanto di cappello soprattutto ai tre grandi a cui è dedicata la mostra. Non dimentichiamo che anche Constable, come Turner e Constabe cambiano nel tempo la loro concezione della pittura che si fa sempre più stratta e sempre meno classica o borghese. Non manca una mongolfiera di Lunardi dipinta al suo lancio in cielo da Ibbetson. Ripeto, non perdete questa esposizione, dura fino al 20 luglio! Flessibilità, non affoghiamo le nostre tristezze nei vestiti o non chiudiamoci in casa a guardare tv e pensare di vivere su un pc, ma se appena le finanze ce lo permettono, investiamo in cultura, non sbagliamo mai e ne usciamo realmente arricchiti.