PER UN GIORNO L'IPPODROMO DI SAN SIRO SEMBRA "ASCOT" CON IL "92° GRAN PREMIO DEL JOCKEY CLUB" E LA GRAN CORSA SIEPI

Un evento atteso dal mondo dell’Ippica, ma anche dall’Ippodromo di san Siro di Milano che vede sempre più assottiliarsi l’importanza da una  tradizione che è un misto tra sport, amore per gli animali e piacere di stare all’aria aperta. Non va sottovalutato il piacere della scommessa per tutte le tasche e la gioia dei ragazzini di vedere cavalli veloci montati da fantino dalle giubbe colorate e poi concedersi un giro sui poni a disposizione.

Il 92° Gran Premio del Jockey Club e la corsa siepi di Milano sono stati sponsorizzati da SNAI, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Dopo avere mangiato allo storico ristorante si corre subito ad acquistare il giornalino “Start” con tutte le corse della giornata dettagliatissime nei particolare, dai cavalli, ai proprietari, dalle scuderie di provenienza fino ai percorsi che si vanno a effettuare con tanto di disegno e misure della pista.Poi si passa a sentire qualche informazione qualche soffiata da chi è più dentro l’ambiente ed infine via al tondino per vedere quali sono i cavalli segnalati e se convincono insieme ai loro fantini. Un quarto d’ora per andare a puntare un vincente o un piazzato e via alle tribune o alla staccionata vicino all’arrivo per vedere da vicino la corsa.

Il Gran Premio del Jockey Club, 2400 metri di partenza, velocità, adrenalina, tattica e tecnica, dove i protagonisti sono i “purosangue” e i loro fantini, è nato nel 1920. L’albo d’oro riporta i nomi di campioni che hanno portato e costruito la storia dell’ippica a livello mondiale. Il mio nome che salta in mente è Priapo; correva l’anno 1921 quando a Tenerani e a suo figlio Ribot, entrambi vincitori nel 1947 e poi ancora Molvedo, figlio di Robot e dominatore del Jockey Club del 1961 e poi ancora Tony Bin che nel 1987 lasciò inciso il suo nome. Bin era allenato da Luigi Camici, cugino di Enrico, fantino di Ribot. Il J.P. del Jockey Club ha visto in particolare nel 1999 sfreccaire e vincere Sumani con il fantino Mirco Demuro una e da qui un’alta presenza di cavalli esteri, dominatori delle ultime edizioni. Demuro indossava la giubba della scuderia Cocktail. Nell’edizione del 2013 andò al tedesco Earl of Tindal con Edoardo Pedrozza. L’albo d’oro è lungo, forse ne vale la pena spiegare anche che cosa è la Gran Corsa Siepi di Milano.

E’ presto detto di cosa si tratta: il più importante appuntamento per gli specialisti delle “siepi” e ha un montepremi di 60 mila Euro. I cavalli devono affrontare un tracciato di 4000 metri lungo un persorso e fora do otto orizzontale, sul quale sono disposte nove siepi con un’altezza minima da terra di siepi di 110cm. e prima di passare il traguardo devono passare più volte questi ostacoli, un impegno atletico non indifferente per cavalli e fantini. Ma veniamo a questa grande riunione d’autunno che ha visto ben 8 corse al galoppo; la prima vinta da Mickai con C. Demuro della Scuderia di Stefano Botti, la seconda da Brog deas con J.Faltejsek di Holcak , la terza è stata vinta invece da Eldo River con P. Borrelli di luigi Blagetti; la quarta corsa ha vinto Marabea, una bella cavalla di Rohme Ralf (tedesco) montata da F. Bossa; la quinta, il Premio Madonnina (iprecedenti in ordine erano: Premio Carlo porta, Gran Corsa Siepi, Premio Omenoni, Premio Dormello…), è stata vinta da Sweet Lollipop della Scuderia sempre di stefano Botti e il fantino era D. Vargiu; la sesta corsa, Premio del Piazzale Mem. e Camici, l’ha vinto se ben ricordo Nordico con C. Demuro di mario Hofer, metre la settima corsa come previsto se l’è aggiudicata Dylan Mouth cavalcato da F. Branca e proveniente dalal Scuderia di Stefano Botti, ormai nota a tutti. Questa era il gran Premio del Jockey Club (209 milaEuro e 2400 metri di percorso). La ottava , il Premio Brallo con 17 cavalli in gara, devo dire che l’ho seguita poco, ma la giornata è stata molto gradevole e il sole e prato verde ha dato la sensazione della fine dell’estate facendoci godere una luce spettacolare mentre i cavalli erano lanciati tra terra e cielo.

Insomma, già il quotidiani parlavano dalla mattina del vincitore del Premio Tesio, Dylan Mouth vincitore anche di questa edizione del Gran Premio, tutti lo davano favorito, così azzeccandoci in parecchi le vincite sono state basse…Luigi Ferrarella de Il Corriere della Sera e  E. Lan… de La Gazzetta dello Sport, presenti ed emozionati, concordi nel dire che non erano poi tanti gli stranieri di valore e nettissimi nell’affermare che il vincitore del Derby doveva essere il favorito D. Mouth. Presenti anche altri giornalisti. Vittorio Feltri, che è stato anche presidente dell’Ippodromo e proprietario di alcuni cavalli non si è visto, ma le sue pagine hanno parlato chiaro. Dylan Mouth ha vinto 6 delle 7 corse disputate durante la sua carriera e con questa 7 su 8. Insomma grande festa e trionfo per la riuscita della gare grazie anche alle partecipazioni importanti straniere: un esempio? Il cavallo ceco Brog Deas, una vera  e propria celebrità del’Est europeo, così come il fantino Jan Faltejsek, si sono esibiti con gran successo. E poi ancora Biz de Nurse e Silk sari, purosangue al galoppo, veri spettacoli catturati da fotografi e u tempo da bravi pittori come Perelli Cippo, di cui Umberto Saimi Fasanotti, nipote diretto, ha voluto organizzare lo scorso anno una bella mostra al museo Diocesano di Milano.

Il cavallo  progettato da Leonardo dava il benvenuto svettando massiccio all’ingresso dell’Ippodromo insieme a una serie di Ferrari, rigorosamente rosse, ma onestamente poco ammirate perchè tutta l’attenzione era volta verso i cavalli. Per fortuna!


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