DA SAVINI CON MARINELLA DI CAPUA ASPETTANDO "FIDELIO" NELLE SALA PREFERITA DALLA CALLAS. ALTRI RISTORANTI PRETIGIOSI AVRANNO COME OSPITI ILLUSTRI AMANTI DELLA LIRICA

Sfornatino di zucca su fonduta al Bitto e crema di castagne, petto d’anatra al punto rosa su verdure di stagione e jus alle nocciole, mousse al cioccolato al latte con cuore di mou accompagnati da Contrada San Felice” e “Roero Arneis Fontanafredda”. Una quindicina di amiche, un inseparabile collaboratore Fabrizio e il nuovo responsaabile delle relazioni pubbliche, Aldo Federico Nobile di Market Planet che con Savini, storico locale milanese noto non solo per i dopo teatro (numerose le cene della Callas in compagnia di Missiroli, allora direttore Corriere della Sera e Gaetano Afeltra, un nome e una firma che manca al Nord quanto al Sud, ma anche di tante famiglie della buona borghesia milanese che ha vissuto Savini come il luogo per festeggiare le feste di tradizionali e gli eventi familiari di routine. Non nego che io stessa ho scelto Savini per il mio matrimonio e anche per cresime o comunioni, la Galleria Vittorio Emanuele creata da Mengoni e completata da Luca Beltrami per il tratto e l’arcata che da su piazza della Scala continua ad essere un simbolo della città con le sue trasformazioni, la rinnovata libreria Rizzoli, la specializzata Libreria Bocca in arte, il Camparino o Zucca, Bric’s, la storica e bellissima boutique di Prada, la Feltrinelli- Ricordi, Borsalino, Biffi, altro locale storico….e poi chi più di Boccioni ha celebrato la Milano moderna prendendo come spunto per i suoi quadri “Gente in galleria”, “La città che sale”…se non Boccioni e i Futuristi? Afeltra mi raccontava di quelle serate al Savini con la Callas, Missiroli e qualche volta anche la sua sarta, la Biki,colei che le costruì l’immagine se non altro esteriore con quegli abiti impeccabili, moderni e classici al tempo stesso, il comportamento studiato persino nella camminata, il tutto per vincere quella timidezza che si nascondeva dietro la Divina Maria. Erano altri tempi, vi andavano banchieri come Cuccia, editori come i Rizzoli, Mondadori, industriali come i Falck, i Pirelli…ora non ci sono più nemmeno le industrie, ma il Savini continua a portarsi con se la sua lunga storia. Non c’è stato ballerino, ballerina, regista, scenografo, tenore, soprano che dalla Scala non sia traghettato al Savini. La Fracci lo ha sempre adorato e lo adora tutt’ora, la Savignano e Zeffirelli non ha mai mancato di ricavarsi un suo angolo di intimità.

Da due anni è stato rinnovata tutta la parte del piano terreno ed è stata messa una veranda esterna, ma se devo dire con tutta sincerità non amo molto da un punto di vista dell’arredo e dello spazio la parte più a sinistra del Ristorante, quella del bar e pasticceria, troppo sfarzosa per il Savini dei milanesi nato nel 1867 e anche quelle boiserie di legni troppo pesanti e l’ingresso quasi aperti in maniera da invitare il pubblico non è la cosa che ai milanesi è piaciuta di più nel cambiamento e nel restauro; nulla da dire sulla qualità dei dolci e del cibo. Ora lo chef si chiama Giovanni Bon e il Maitre è il signor Emilio. La proprietà è della famiglia napoletana Gatto. Una famiglia che ha rilanciato un’eccellenza fatta di storia e di memoria.

Le amiche di Marinella Di Capua che alla Prima della Scala per il Fidelio vestirà Renato Balestra (pantaloni e casacca nera con delle rose ricamate) hanno raccontato come si sarebbero vestire, ma vi svelo poco per non togliere la sorpresa…Laura Morino Teso non lascia la sua stilista, Raffaella Curiel, definita la “sarta” delle prime dame del Teatro alla Scala, lo era già sua madre, la grande Gigliola, amica anche lei di Afeltra come lo è stata la Lella che gli regalò un portaritratto d’argento con una foto meravigliosa di sua madre quando morì e lui quella foto la tenne sulla scrivania del suo studio nel Palazzo dei Giornali in Piazza Cavour per anni. “Vesto Curiel perchè la Scala non la posso dissociare dalla sua sartoria, la Lella ha vestito sempre anche le mogli dei nostri presidenti….tante belle donne, bei nomi…amanti della Lirica. La Curiel ama l’arte e ho accettato con piacere l’idea che l’abito fosse ispirato a Chagall visto che è in corso a Palazzo reale una grande retrospettiva, per il dopo teatro andremo con Marinella, Gabriella Dompè e altri amici al Baretto…”.  Il menu del baretto sarà molto ricco: uovo in pannure con mela di tartufo, capesante gratinate, risotto alla milanese con ossobuco e zafferano, ravioli di carne con fonduta, carrè d’agnello , faraona ripiena con castagne e tartufo o a scelta sogliola allo Champagne, gelato di crema con marroni e fragole, il tutto preparato dallo chef Tiziano Capon. Il baretto è sempre gestito dai suoi proprietari Ermanno Taschera e Vincenzo Zagaria. Anche al Caruso e al Don Carlos per il dopo Fidelio ci saranno frequentatori illustri anche se la sua titolare, Daniela Bertazzoni per correttezza non vuole svelare i nomi. Il ballerino Bolle ha avuto una delle sue prime cene di “lancio” a Milano proprio a Il Grand Hotel et de Milan.

La parte istituzionale con il Sindaco e il Sovraitendente al Teatro alla Scala con gli interpreti dell’Opera andranno alla Società del Giardino, si dice che verrà Renzi, Grasso, Franceschini, Borrelli, il presidente della corte Costituzionale, ma  quest’anno Napolitano e la sua signora pare di no. Ma i nomi della lista dei partecipanti è ancora incerta, la politica è molto impegnata in questo tempo di crisi e per qualcuno andare alla Scala è un po’ uno schiaffo morale per chi non ha più un lavoro… Molti banchieri e buona parte della finanza internazionale andrà al Marchesino, ex Toulà-Biffi Scala, altri ancora da Trussardi ex Hotel Marino alla Scala. Il Principe di Savoia avrà i suoi ospiti e altri non mancheranno al Grand’ Hotel et de Milan o a Boeucc come i Missoni. Attesi anche Sabina Valle e Vittorio Sgarbi, la Stilista Betta Guerrieri e Robero Alessi, ma ancora dove vanno a passare il dopo Fidelio non si sa.

Si è parlato tanto di chi sostenere come sindaco per le nuove elezioni del primo cittadino dopo gli eventi di Expo, i nomi sono pochi, ma l’impegno per cercare la persona giusta c’è. Pochi sono i cittadini soddisfatti dell’operato di Pisapia. Amiche giornaliste hanno ricordato a Marinella la loro disponibilità di sostenere le sue due associazioni no profit di cui è presidente, S.O.S. (Un sostegno subito e ovunque, nata nel 1994), un’associazione nata con Umberto Veronesi e Asm, una Fondazione nata nel 1981 che si occupa della salute per l’infanzia di cui è presidente onorario Diana Bracco. Donna Marinella non si ferma mai nemmeno a Sant’Ambrogio e tanto meno a Natale. Il suo cuore pulsa di grande generosità… A fine pranzo una bella foto tutti insieme davanti al grande albero addobbato simbolo di una tradizione che rimane nonostante la perdita dei valori e la non fiducia nel prossimo, un angolo di calore anche per chi quel calore non ce l’ha.


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