MEDARDO ROSSO: "LA LUCE E' LA VERA ESSENZA DELLA NOSTRA ESISTENZA"
“Come la pittura anche la scultura ha la possibilità di vibrare in mille spezzature di linee, lineari per vie di sbattimenti d’ombre e di luci, più o meno violenti, d’imprigionarsi misteriosamente in colori caldi e freddi, quantunque la materia ne sia monocroma..”. Di ciò era convinto Medardo Rosso per realizzare le sue sculture che oggi fino al 31 maggio possiamo ammirare alla Galleria d’Arte Moderna di Milano di via Palestro 16, proprio accanto al Padiglione d’arte Contemporanea, il PAC, costruito da Ignazio Gardella e ricostruito dal figlio Jacopo con Caprotti di Esselunga come sponsor.., dopo la bomba che aveva disintegrato l’edificio e causato un morto nella nella famigerata notte in cui in altre due città, Roma e Firenze la mafia aveva colpito. Qui al PAC si può ammirare la bella mostra fotografica di uno dei più grandi maestri del clic contemporaneo David Bailey, accompagnata da un corposo quanto voluminoso catalogo, un po’ caro se vogliamo diffondere, edito da Skira. Ingressi costosi quelli dei musei che non fanno eccezione per studenti, anziani e giornalisti, piccole riduzioni che in tempi di crisi allontano i nostri giovani e spesso la gente meno acculturata da ciò che potrebbe essere un interesse, una passione, una conoscenza che aiuta a dare un senso alla vita. Ma si comprende come questa amministrazione comunale non si interessi a questi problemi del sociale. Come diceva Gaber, la cultura è di sinistra, ma pure le masse…oggi si fa in modo che le masse schiacciate dal peso delle tasse e senza lavoro siano tagliate fuori dalla società. In questo senso faccio un appello all’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Del Corno perché qualche cosa cambi perché questa politica non porta a nulla, ne a diffondere culture ne a rimpinguare le casse dell’amministrazione. Eco Pass (la parola Eco, fa già ridere i polli, ha già fatto scendere in questi anni il fatturato del 40 per cento dei negozi in centro ed è proibitiva per una famiglia di ceto medio, figuriamoci per dei ragazzi). Tornando al grande maestro Medardo Rosso, la mostra dal titolo “La luce e la materia” è un piccolo gioiellino nella belle sale della Villa Reale dove vi soggiornarono sia gli autrici che Napoleone e i Savoia, dove fino a qualche anno fa ci si sposava anche. Anche io mi sono sposata nelle sale dove un tempo si poteva ammirare il mitico quadro “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo per poi fare le foto nei bei giardini con tanto di laghetto sul retro. In questi laghetti dall’acqua putrida i miei figlia piccoli continuavano a fare cadere giocavano a palla, sia la stessa che bastoni e reti per recuperarla. La paura di noi mamme era quella che prendessero la lectospirosi dai topi che vi regnavano. In vista della Primavera e della tanto propagandata Expo, speriamo che l’ufficio d’igiene del Comune o chi si occupa del verde cittadini corra ai ripari e magari pensi un po’ prima disinfestare gli alberi di tutta Milano perché da quando c’è Pisapia le zanzare e le cimici sono aumentate, si trovano anche nei condotti dell’aria condizionata. Ai tempi di Medardo, che aveva il suo studio in zona Brera vicino a San Marco, dove prese spunto dal sacrestano per realizzare un suo busto che da cera fuse in cera, gesso e bronzo. L’opera che lo fece amare e che gli portò fortuna fu il ritratto della sua Portinaia, il Birichino, la Ruffiana che con il Sacrestano rappresentano le opere più milanesi. In collaborazione con il Museo Rosso di Barzio la personale dell’artista ricostruisce la sua intera vicenda artistica e oltre alle sue sculture come quella del celebre mercante e venerato collezionista parigino Henri Rouart, presentato in tre versioni con materiali diversi; “L’uomo che legge” e “Bookmaker”, ultimo testimone del periodo della vicinanza con Degas; “La bambina ridente”, un’opera in cui è facile comprendere quanto sia stato l’artista a sperimentare il metodo della scultura rinascimentale, mentre “L’enfant malade” è uno straordinario esempio del periodo più audace di Medardo Rosso. Infine, vanno citate altre “Madame Noblet” soggetto declinato in quattro varianti in un lungo arco di tempo. La famiglia era quella di un medico che gli commissionò diversi lavori …. Straordinaria anche “Madame x”del 1896, un prestito veneziano ma in una sola versione. Da Ca’ Pesaro è arrivata “Yvette Guilbert” del 1895 esposta a una importante Biennale veneziana. “Il Bersagliere” colpisce per la lavorazione della materia e segna il passaggio di Rosso dalla Scapigliatura all’Impressionismo fino all’Astrattismo. Alla prima Biennale di Venezia del 1886 Rosso partecipa con sette sculture. Due anni dopo espone a Londra alla Royal Albert Hall,“Italia Exibithion” , un invito che arriva da Alberto Grubicy, teorico degli impressionisti italiani come Previati, Segantini, Cremona e Ranzoni. Pastorio, un’artista della Galleria Ponte Rosso, acquistò e dono alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, la Villa Reale, una delle opere della Scapigliatura milanese di Medardo Rosso. “Bambino ebreo” e “Bambino malato” donato, il primo da Etha Fles alla Galleria Romana d’Arte Moderna. Non di minor bellezza il ritratto del figlio Alfred, dell’industriale inglese Emil Mond e “Ecce puer” la sua ultima opera originale dopo la quale l’artista s dedicò alla sperimentazione di altre tecniche e si dedicò molto alla fotografia su lastra ai sali d’argento, albumina, sali di rocca, immagini ritoccate con argento e inchiostro. Disegni, viraggi di ingrandimenti, collages, foto di sculture, foto di fotografie, tracce di materia pittorica, tagli e abrasioni lo trasformano in un artista all’avanguardia, All’inizio poco amato dai francesi, ma poi ammesso all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 grazie anche al Mercante d’arte Alberto Grubicy. Per colpa di queste lastre si tagliò delle dita del piede che gli vennero amputate; una situazione che peggiorò con il diabete che lo portò alla morte nel 1928 e per essere precisi il 31 marzo, mentre l’artista nacque nel 1858 a Torino da Domenico Rosso e da Luigia Bono, durante gli accordi di Plombières e Napoleone III.
“Noi siamo solo uno scherzo di luce” era solito ripetere Medardo Rosso. La mostra è accompagnata da un catalogo del Sole 24 Ore Cultura e Giunti ha edito un dossier a cura di Francesco Stocchi. Curatrice della mostra Paola Zatti. Aperta tutti i giorni tranne il lunedì mattina. Il giovedì è aperta fino alle 22. Consigliamo autoguida gratuita.