CON SANDRO VADIM STEFANO CORTINA ABBRACCIA "I COLORI DELLA VITA"
In contemporanea con il Salone del Mobile ha aperto la mostra “I colori della vita” alla Galleria Cortina. Così si è avverato il sogno di Sandro Vadim (classe 1964), autore delle opere in mostra in via Mac Mahon 14 aperta che chiuderà i battenti il 30 aprile.
Figlio d’arte Vadim (il padre era pittore e scultore), viveva a Roma dove ha trascorso l’infanzia con la famiglia per poi trasferirsi in Germania, ma nonostante ciò la breve permanenza nella capitale del nostro Paese ha lasciato delle tracce nella sua memoria e non è un caso che le sue opere siano colorate, armoniche, vivaci, serene… “Paesaggi luminosi e cromatici, nei quali il colore, come un tappeto di nuvole, si espande, scorre, fruscia, arde…” racconta nel catalogo che accompagna l’esposizione, Barbara Thurau, titolare della FrankfurterWestend Galerie (Francoforte sul Meno)dove l’artista ha già esposto i suoi lavori.
“Vadim quando decide di dipingere lo fa senza razionalità, non si prefigge di riprodurre qualche cosa, non costruisce forme, non manda messaggi. Cerca e trova la composizione cammin facendo come noi la troviamo sotto i nostri occhi, impalpabile ma familiare perché guardare un quadro significa anche andare per associazioni mentali che possono rispecchiare fenomeni interni ed esterni dell’uomo. Questi stati sono racchiusi nei suoi quadri; una mattina primaverile, un crepuscolo, uno specchio d’acqua che riposta alla quiete eall’infinito, il tutto mosso da una pennellata che si sente fresca, allegra”, spiega il curatore della mostra milanese e titolare dell’omonima Galleria, la Cortina Arte che da anni pubblica anche cataloghi d’arte. Figlio d’arte anche Stefano Cortina che ha voluto seguire le orme del padre e dello zio. Chi a Milano non conosceva i Cortina e ancora oggi non conosce le rare edizioni che questa Casa editrice stampa e conserva? Anche i cugini di Stefano sono impegnati nell’arte della stampa e sua figlia muove i primi passi in galleria e accompagna il padre a Parigi o per l’Europa sempre in cerca di talenti e di gemellaggi con gallerie che hanno fatto la storia, proprio come la loro. Bella la mostra di Dadamaino riproposta un anno fa… , se la ricordano ancora ora collezionisti e critici, quelli sopravvissuti a più generazioni della Cortina Arte e quelli della nuova generazione. Anche l’abitazione di Stefano Cortina è una gallerie, ma ora che ci penso è più un museo vivente fatto di quadri, sculture, oggetti creati da grandi maestri e tanti, tanti libri. A volte ha provato la voglia di liberarsi di questo “peso”, ma non ce l’ha mai fatta anzi, è andato avanti cercando di scoprire nuovi talenti o di portare in Italia ciò che qui non si è ancora visto. Instancabile come sempre, non manca di compiere gesti generosi prestando opere per mostre monografiche o tematiche. Ma torniamo a Vadim e ai contrasti che i colori creano sulla superficie di una tela mescolando olii, acrilici, pigmenti, resine in modo tale da creare effetti ottici; la ricchezza di sfumature sembra invisibile eppure è il corpus della composizione che appare, sottolineo appare, omogenea e tranquilla.
Una pittura gestuale le cui tracce sono ben visibili soprattutto grazie alla gamma dei colori. Come un’onda Vadim si avvicina e si allontana mentre crea i suoi quadri, li osservi, vi entra, ne esce e la stessa cosa la fa il visitatore attento. La sua tecnica è spesso quella di lavorare a cicli di opere. Come il viaggiatore naviga tra le isole dell’arcipelago, l’autore vede levarsi a sera i vapori luminosi, che scopre a poco a poco; la linea della costa, così comincia a scorgere il profilo della sua esistenza e della sua morte. Con il ciclo di piccoli lavori su carta a mano intitolato “panta rei”, tutto scorre, tutto si muove…Il fiume Eraclito diventa una metafora sul mondo, sulla sua mutabilità.
Le opere di Vadim infatti, sembrano simboleggiare la vita soggetta a un eterno mutamento della forma e della materia. Il titolo della mostra in originale era “Farbrauschen”, un gioco di parole che significa: farbe sta per colore e rauschen per frusciare, insieme esprimono un concetto romantico…il frusciare del vento, dell’acqua, il friscio della foresta….ci troviamo davanti a una natura sconfinata e infinita. Vi ricordate l’immagine di Caspar David Friedrich? L’uomo assorto in contemplazione della natura sulla cima di una montagna visto di spalle, magnifica icona che sta a rappresentare l’idea di romantico e di bello che sta alla base della vita e della filosofia del vivere in simbiosi con la natura e con i suoi ritmi. Anche se può apparire azzardato, le opere di Vadim raccolgono questa essenza e collegano gli elementi mediterranei e nordici della sua pittura e ciò che intendiamo per vita, metafora del mondo.