SI GIRA "IL PRETORE DI CUVIO" TRATTO DA UN ROMANZO DI PIERO CHIARA TRA CASTELVECCANA, VARESE E LUINO. E GIUSTIZIA E' FATTA!

L’altra sera ero a mangiare da Gennaro, una pizzeria tra San Pietro, Nasca e Caldè, nella località di Castelveccana di cui è sindaco il mio amico Luciano Pezza, in compagnia di amici di ogni età e vedo comparire in costumi anni Trenta alcuni attori e comparse accompagnati dal regista Giulio Base che mi fa piacere sapere che è alloggiato a Portovaltravaglia in un antico Hotel (Il Sole) proprio davanti a un vecchio porticciolo di barche. Lì per lì ho pensato a una canevalata o a qualche stranezza estiva, poi mi sono resa conto e mi hanno informata che si trattava della troupe del film “Il pretore di Cuvio” tratto da un romanzo di Piero Chiara. Il giorno prima mi ero recata a Luino alla Fiera del Libro che questa’anno è dedicato a Sereni e a Chiara, due grandi concittadini che come ho scritto nel blog precedente hanno dato un grande contributo alla letteratura italiana del Novecento. Un appuntamento che non ho mai mancato da anni e da quella villa Liberty di Luino posta accanto al Circolo Velico dell’Avav, non sono mai uscita senza almeno due sacchetti di libri, non solo di Chiara e Sereni s’intende.

La bella sorpresa che si girasse una pellicola ispirata a uno dei romanzo più noti di Chiara “Il pretore di Cuvio” per l’appunto, mi ha subito entusiasmata e sono snadata a fare la conoscenza del casting e così ho conosciuto il regista, gli attori, il direttore dellla fotografia…nonchè qualche comparsa. E a proposito di comparse, un amico di mia mia figlia Davide Fusco mi stava roprio parlando della sua indecisione di lasciare la facoltà di agraria a Milano (lui nativo di Luino) e di fare la scuola di cinematografia dove insegna il mio amico Ercole Visconti, unica scuola in Italia, a Milano. Allora il ragazzo mi ha subito detto: “come mi piacerebbe fare la comparsa, l’attore sarebbe troppo, di un film e questo di Piero Chiara di cui conosco tutti i suoi romanzi, dalla Stanza del Vescovo, al Piatto Piange, i I Giovedì della signora GiuliaSpartizione, Il Balordo, L’uovo di cianuro e altre storie, Con la faccia per terra….e l’ultimo pubbblicato sempre da Mondadori,  Il pretore di Cuvio, scritto nel 1973 (il ragazzo era realmente preparato), è il sogno della mia vita. Ti rendi conto Chiara  e Luino, la mia città, il mio primo libro che ho letto….e di cui mio padre me ne ha sempre decantato le qualità letterarie…”. Presa a commozione anche per questo fatto non c’era in ballo solo la sete giornalistica di sapere che cosa stava succedendo in questo mio luogo di villeggiatira da anni frequentato, ma mi sono permessa di dare il numero di telefono e il nome di Davide che aveva espresso così tanta voglia di fare una cosa diversa dal solito e che in fondo è sempre stato il suo sogno di ragazzo. Davide oggi ha 24 anni. Quella sera con l’amico inglese John si parlava di SWciense della Comunicazione che offre come facoltà più occasioni di lavoro.

Mentre ho ricevuto tutti i dati sulla lavorazione del film, ho subito parlato con la mia amica Alessandra, moglie del sindaco Luciano Faverio di Portovaltravaglia che mi ha messo in contatto con l’assessore allla Cultura del Comune di Luino …..(di cui è sindaco Andrea Pelliccini, figlio del senatore che per Chiara voleva uan Casa Museo, fu anche un bravo velista) e così mi racconatto tutti i permessi che il Comune ha dato per potere girare la pellicola snellendo l’arrzigogolata burocrazia. In effetti le scene che si sono svolte ieri per tutto il giorno sotto un autentico temporale sono state a quanto dicono quelli della troupe uno degli spezzzoni più belli da mentare.  Intanto il piccolo Davide, piccolo per così dire è stato contattato per fare la comparsa, un soldato in bella uniforme ed essendo anche un bel ragazzo e uno sportivo so che domani mattina a Luini farà la sua bella figura. Quando posso fare contento un giovane mi si allarga il cuore perchè gli anni che spettano ai nostri figlio offfriranno ben poche certezze e di conseguenza pochi momenti di vera passione o divertimento. Chi non ha mai sognato di recitare o di fare la comparsa in un fil , specie se questo lo interessa per il suo contenuto? Generosità a parte, andiamo a premiare lo sforzo ele idee del regista Giulio Base. La scena prevedeva a Luino un set chiuso con i proganonisti, da  Augusto Vangaghetta (Pretore di Cuvio che torna nel lla città di Chiara) interpretato da Francesco Pannofino, Sara Maestra, Eliana Miglio, Mattia Zaccaro garau nelle vesti dell’avvocato Landriani e Debora Caprioglio nei panni di Tecla, carlo gabardini in quelli di Memeo e Giovanni battezzato nei panni di Nuccio Bottesini. Produzione Lime Film, Chichinscì Srl e Rai Cinema.

Il Palazzo Crivelli, sede del Comune di Luino, un imponente edificio d’epoca fascista  si trova in Piazza Crivelli Serbelloni e i sui interni sono importanti quanto la sua architettura esterna, ben tenuto ha di fianco a se il lago e dall’altra parte un grande giradino pubblico ricco di pini. Il progetto “Cent’anni d’autore avvicinandoci al cinema”, è promosso dalla Provincia di Varese e sostenuto dalla Fondazione cariplo. Il Comune di Luino ha fatto la sua parte. Ma è importante dire anche che tra i grandi nomi c’è anche il direttore della fotografia, Fabio Zamarion che ha lavorato con Bernardo Bertolucci e Giuseppe Tornatore, ha voluto due sere prima  a San Pietro con Comune di Castelveccana, immortalare alcuni passaggi della sceneggiatura nella bella cornice del teatro di fianco alla Chiesa di cui tutti ricordiamo il parroco, la cui prediche ci facevano arrossire. Ma parliamo di Cinquanta anni fa.  Chiara era ancora in vita perchè morì nel 1986, lo conobbe certamente.

“Il pretore di Cuvio” del 1973, (si trovano tutti i romanzi e i racconti nei Meridiani Mondadori anche se noi da ragazzi lo leggevamo negli economici della Mondadori, nei tascabili anche), narra di un pretore sulla cinquantina per nulla attraente , ma che attrae solamente donne della Valcuvia per via del prestigio delel sue funzioni, “una virilità irresistibile”…Sua moglie di 20 anni in meno soffiriva di solitudine, eppure veniva apprezzata da tanti, tranne che da lui per la sua dote, virtù che le vengono restituite da un amore appassionato, proprio quando il pretore inizia la sua carriera discendente, travolto dai debiti e deriso del figlio della moglie che non poteva essere di certo il suo. I coniugi non ebbero mai figli. La storia è ricca di sorprese e di intrecci che Chiara sa narrare molto bene al punto da sorprendere sempre i lettore.

La vicenda è ambientata nei primi anni del fascismo e la vicenda lascia trasparire accanto agli aspetti comici anche la tragicità del presentimento di un inarrestabile drammaticità degli eventi. Anche la felicità breve e inattesa dei due amanti sembra celare una nota malinconica. Tutti protagonisti di un teatrino che il passato ha ormai cancellato ma che il tempo continua a evocare in ogni angolo della grande provincia del mondo. Il finale non è di certo a sorpresa ma sta al regista creare la suspace e una chiave di lettura attuale ancora oggi.

Il giovane Vaghetta, sbarca dal Piemonte a Cuvio grazie a una legge che gli consente senza troppi studi di occupare quel luogo e la fortuna lo fa incontrare con Evelina, non prima di avere assaporato Margherita ..l’indifferenza verso la sua sposa è quasi in contrasto con gli insegnamenti di un prete, Don Antonio che lo accoglie e gli permette di studiale legge. Così il giovane Augusto sceglie Andreina una diciottenne, di buona famiglia ma rinchiusa dalle suore , una fanciulla ingenua ma noin stupida che coglie l’occasione per uscire dalle quattro mura e conoscere la vita e le città italiane. Da Pavia, a Cantù a Cuvio….per arrivare  a Varese, ma non senza  toccare Montegrino e Luino. Purtroppo la morte regna sul finale, perche Evelina muore nel 1933.. Per il curioso il resto non s’ha da sapere.


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