CESARE DE VECCHI MAESTRO ORAFO RACCONTA IN UN LIBRO MEZZO SECOLO DI PROFESSIONE ALLA PERMANENTE DI MILANO
Cesare-de-vecchi-maestro-orafo-milanese Figlio d’arte ha da sempre sperimentato con passione soluzioni estetiche nel campo dell’artigianato rispettando la grande tradizione italiana dei grandi orafi. Cesare De Vecchi che per mezzo secolo dalla sua “bottega” di via Montenapoleone nel cuore del capoluogo milanese, proprio accanto dove un tempo la grande sarta Biki vestiva la Callas e D’Annunzio ha forgiato i più bei gioielli ed oggetti preziosi di quest’epoca. La conoscenza approfondita dei materiali, dalle pietre ai metalli, ha permesso a De Vecchi di realizzare con un’esecuzione impeccabile anelli, spille dalle forme più svariate a medusa o a farfalla, collane, bracciali, girocollo, orologi, orecchini, pipe, soprammobili,fermagli in stile floreale…. Non è un caso che già dalla fine degli anni Cinquanta De Vecchi riceve lettere degne di nota da Cartier di New York. “Restavo ammirato per come tanta modestia potesse coniugarsi con tanta magnificenza” ama ripetere de Vecchi rifacendosi a una frase di Walter Benjamin. Ma si sa che dietro a ogni grande uomo cìè sempre una grande donna, in questo caso la moglie Giusy.
Questo re degli orafi ha voluto raccontarsi in un libro: “Cesare De Vecchi. Maestro orafo milanese” (Bilingue -Skira Editore), grazie all’insistenza più che giustificata di Enrica Giacobino, presente alla Permanente di Via Turati 34 con lo stesso protagonista, Paolo Colombo (direttore del Centro di Arti e Mestieri Università Cattolica del Sacro Cuore) e Monica Salvestrini (Docente di Gioielleria Antica). Raccontare una storia fatta di sogni, di desideri, di progettazione che si doveva coniugare con il gusto e la raffinatezza di una clientela mondana e internazionale. Meno antica, ma per certi versi simile, la storia di De Vecchia assomiglia a quella della famiglia Bulgari con la differenza che i De Vecchi non hanno dovuto partire da Corfù. Di bibliografie ed esposizione la Maison ne ha fatte tante, ma questa racchiude anche gli ultimi anni e le origini di una famiglia di artigiani di Sant’Angelo Lodigiano. Giuseppe, Antonio e Maria Invernizzi arrivano a Milano e prima di creare la propria gioielleria lavorano nella Reale Casa Confalonieri. Qui De Vecchi conosce Rosa e così parte la storia che ci ha portati fino ad oggi.
Cesare De Vecchi si è formato nell’Italia post-bellica e fin da bambino amava guardare ciò che accadeva nel laboratorio paterno. Crescendo nel tempo impara a sviluppare le mille fasi della lavorazione del gioiello. Le sue creazioni si sono sempre definite vere e proprie opere d’arte legate alla moda agli stili che hanno attraversato il tempo, la storia con uno stile unico e irripetibile. Dalle forme più classiche all’Art Decò e Nouveau fino alle grandi avanguardie storiche. Determinato e caparbio ha portato in Italia ciò che ha visto nel mondo facendo dei propri “prodotti” un’eccellenza del Made in Italy.
Oro giallo, giada, quarzi, brillanti, zaffiri, coralli, turchesi, fossili, smeraldi, opali, platino, diamanti, sono e saranno il sogno di tante donne di tutte le età…tutti ben rappresentati nelle foto del libro ricco di documenti, fotografie, disegni. Disegni che riportano anche il manifesto della mostra “I Longobardi” curata dalla sottoscritta negli anni Ottanta. Per quell’occasione De Vecchi realizzò una fibula pregiata che portavano i capi dei re di questo popolo nomade e invasore ma ricco di cultura. Bellissimi anche i disegni di una spada sempre longobarda in oro bianco lucido con diamanti. Colgo l’occasione per ringraziarlo ad anni di distanza per ringraziarlo non solo di avere dedicato a quel capitolo di storia quattro pagine del libro di grande formato e patinato dalla grafica pulita ed elegante al tempo stesso, ma per avere sostenuto quella grande operazione culturale riempiendola di suggestioni antiche con la sapienza di chi ha lavorato per anni con design e artisti.