ARA-ASSOCIATI DI MILANO PUBBLICA CON ELECTA UNA RACCOLTA DEI PIU' IMPORTANTI PROGETTI E LA STORIA DI UNO STUDIO CHE ERA PARTITO CON ALDO ROSSI E CHE HA SAPUTO FARSI STRADA DA MILANO PASSANDO DA LIONE PER POI ENTRARE IN BELGIO E ARRIVARE FINO A BAKU

“Crediamo nella pluralità dei linguaggi e delle idee verificata dall’esperienza del lavoro nel confronto tra più persone. La nsotra formazione iniziata lavorando con Aldo Rossi, si è arricchita attraverso altre influenze dettate in parte dalle nostre origini, dalla collaborazione con architetti internazionali e con committenti illuminati che ci hanno portato a realizzare edifici in luoghi particolari. Una sorta di melting-port, di interessi, riferimenti, città e architetture unite anche da altre influenze dettate da affinità elettive e che come obiettivo principale hanno la ricerca del moderno attraverso la continuità nell’evoluzione della città e del paesaggio”. Con queste motivazioni gli architetti, Marco Brandolisio, Giovanni da Pozzo, Massimiliano scheurer e Michele Tadini di “Arassociati- architetture” insieme di nuovo dopo l’esperienza formativa con Aldo Rossi (un’esperienza durata fino alla sua morte prematura in un incidente), hanno voluto  pubblicare il volume con la casa editrice Electa a cura di Monica Racic per raccogliere il meglio dei loro progetti e restauri dal 1997 a oggi.

Numerosi sono gli edifici ad uso pubblico e privato sia in ambito nazionale sia internazionale. Nel 2004 lo Studio ha ricevuto il premio Internazionale di Architettura Teatrale per la ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia, mentre nel 2008 è stato pubblicato il libro monografico sulla realizzazione del Campus Tiscali  (Cagliari), edito sempre da Electa. Vanno ricordate le principali realizzazioni come il recupero dell’ex Philips Site di Leuven (Belgio), l’albergo Starshotels Rosa Grand in Piazza Fontana a Milano, recupero dei Chiostri del Carmine di Brescia in biblioteca universitaria; l’area Miller-Martini a Zurigo (Svizzera), il MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna e la ristrutturazione e l’ampliamento del Thèatre National Populaire (TNP) a Villeurbanne nei pressi di Lione in Francia….Da Ricordare anche a Milano i progetti residenziali di Via Varese e di corso Garibaldi oltre al Museo Heyden Aliyev e il Khojaly Memorial Complex a Bacu in Azerbaijan.

Lo studio di via Santa Maria alla Porta di Aldo Rossi è rimasto tale e quale anche dopo la sua scomparsa. Mi ricordo il giorno del funerale e ancora prima dell’annuncio della morte del professore che ha avuto anche a Venezia un’importante Cattedra (tutti abbiamo dato qualche esame con lui, ossia quel  gruppo di milanesi innamorati della Facoltà di Architettura, un magnifico edificio che ha come ingresso la firma di Carlo Scarpa ( e come professori Buzzi, Gardella, Albini…e di Ca’ Foscari per Arte e Lettere di Venezia,  mio marito si è persino laureato con lui), che c’era un andare e vieni dalle scale del palazzo per fare le condoglianze allo Studio, a collaboratori, parenti e amici. Si girava tra quell’immenso spazio suddiviso in tante sale unite da corridoi labirintici ricchi di disegni e progetti incorniciati, le scrivanie ancora ferme sulle quali non si muoveva foglio o matita. Ora il nuovo studio Arassociati si trova in zona Fiera sempre a Milano, ma in Santa Maria alla Porta là dove c’era un vecchio edificio abbattuto i “magnifici quattro” e i loro collaboratori affezionati hanno creato un edificio di uguale altezza a quegli esistenti davanti alla Chiesa di santa Maria alla Porta, dalla facciata bianca e dalle belle terrazze con vista sulle rovine romane sul retro. Lo stabile è al n.7, da non confondersi con un’altra costruzione dello Stio al n.9, un progetto che riguarda gli antichi edificio dell’antico Palazzo a corte, porzioni di edifici, piccolo e articolato lotto relativo ai fabbricati che prospettano sia sugli scavia rcheologici di via Brisa che sulla nuova piazza pubblica prevista ai piedi della quattrocentesca Torre Gorani. Il fabbricato residenziale è a pianta rettangolare a mattoni a vista, al cui esterno si è formata una nuova corte molto ampia. Il verde è sempre un elemento qualificante delle architetture dello Studio. Ma prima di addentrarmi nelle belel opere milanesi, senza citarle tutte perché sarebbe un elenco troppo lungo, vorrei parlare  del progetto del Quartiee Aler a Pieve Emanuele, in provincia di Milano, un intervento di edilizia residenziale pubblica sul modello insediativo del “cluster”, un insieme di edifici così composti a formare uno spazio unico e vario con l’obiettivo di configurare una sorta di “cittadella” di edifici alti e bassi, attraversabile fisicamente e con lo sguardo, in grado di arricchire il paesaggio editoriale. Unìarchitettura semplici ma composta a moduli attraversati rtmicamente da lunghe finestre luninose e intorno moltissimo verde.

Infine Milano per non parlare del Kosovo a Pristina, terra di una terribile guerra, dove si deve ancora una volta allo Studio il merito di avere ricostruito distrutto da un incendio, un edificio storico l’ex Union Hotel ora sede della Benetton trasformando anche urbanisticamente l’area circostante come la nuova piazza sul Boulevard Madre Teresa. Stiamo parlando di un grande edificio con una specie di torre teatrale interamente bianco. Ma torniamo a Milano per raccontare l’edificio di Porta Tenaglia al n.5, un edificio che fa parte di una porzione di isolato ottocentesco chiuso lungo la cortina sulla pubblica via su un nuovo fronte in parte frutto del recupero edilizio di un preesistente edificio in stile Liberty e in parte tramite la nuova costruzione  che si può dire che lo avvolge elevandosi di ulteriori quattro piani o livelli, in gergo. Ancora una volta il fronte è ricco di giardini e terrazzi. Le pati comuni sono state disegnate con grande cura per il dettaglio, la scelta dei materiali pregiati, come marmi, seminato e marmorino veneziano, e le luci per la sera sono state pensate in maniera scenogarfica. Ancora una volta prevale il bianco, le finestre lunghe sembrano essere accompagnate da lesene e gli spazi aperti cosno soleggiati e di assoluta privacy.

Un altro importante edificio si trova in Corso Garibaldi 95, la storica via milanese nel cuore della città che contiene le tracce conservate dell’originario convento di Sant’Anna dei Teatini e la costruzione di uno nuovo più alto che si sviluppa nel secondo cortile verso via di porta Tenaglia. Su Corso Garibaldi all’angolo di Largo La Foppa ridona decoro all’arretramento e si propone come un muro di pietra in cui le nuove aperture vengono celate da elementi lapidei verticali che fanno da filtro, un effetto avvolgente per le masse architettoniche. L’edificio di nuova costruzione, invece, attiguo agli altri, si presenta come un giardino pensile con tanto di vetrate e di tettoie trasparenti. L’attacco a terra dell’edificio è completamente libero e forma una sorta di piazza coperta, in connessione con il vicino parco pubblico. Il nuovo edificio a torre ha un’architettura decisamente marcata contemporanea ed è ricco di balconate continue con frontalino in pietra chiara sormontato da fioriere lineari metalliche e con ampie finestre a tutta altezza.

Per concludere citiamo  La Casa degli Artisti a Brera, dove l’edificio dei primi del Novecento ubicato tra orti e giardini di via Tommaso da Cazzaniga ha una funzione di recupero dei locali destinati a laboratori, spazi espositivi, scale e ballatoi hanno volumi realizzati in pannelli metallici traaforati in vetro che riprende il disegno dell’orditura della vetrata esistente e restaurata. Anche l’ingresso è stato spostato. In via Bertieri 4,  possiamo invece ammirare un edificio dello Studio Arassotati che nasce da un corpo preesistente di cui sono state conservate le strutture originarie ma cambiate le facciate e la distribuzione dello spazio interno. L’edificio è un pozzo di luce naturale completato da una scenografia di verde di grande respiro. Stiamo parlando di un’architettura minimalista di classica modernità in cui un basamento lapideo in arenaria. connette gli atrii e i servizi di accoglienza. Il tema della sostenibilità ambientale qui è molto forte e molto sentito. Le piane fanno apparire l’edificio una sorta di Savana…

In via San Carpoforo al 10, trattandosi di una ricostruzione in forme nuove di un edificio distrutto dai bombardamenti dell’ultima guerra, gli architetti sono intervenuti saturando i volumi con dei caratteri stilistici classici e minimali. Si trattava dell’esistente di due architetture in contrapposizione e per questo motivo si è pensato a un incrocio modernista dal tratto netto e specifico. Posto angolarmente in maniera da fare da spartiacque al centro di Via San Carpoforo, si è evitato l’uso degli abbaini. La casa è bianca, le finestre di varia misura verticali sono grandi e i balconi simulati scandiscono bene le facciate ricche di verde con una grande pianta che divide i due lati dell’edificio all’esterno sul cui tetto si trovano magnifiche terrazze. Forse Milano incomincia a fare concorrenza a Roma sfruttando gli spazi esterni arricchendoli di verde.

Per finire volevo solo accennare il bel lavoro compiuto per “Cascina Radio” ad Arese (Milano). Si tratta di una riqualificazione ecosostenibile in continuità con la storia agricola dei luoghi che nella sinergia tra privato e pubblico servio, si traduce in un reale presidio ambientale, produttivo e utile a risolvere le incongruenze del territorio. Vi è un’area “Agro”, una “Tecno” e “corre radio”, il terzo polo che ospita le funzioni di comparto per la ricettività, fino alla ristorazione e al benessere della persona. All’interno vi sono piste ciclabili, il recupero di un fontanile e laa nuova rete idric aper l’irrigazione in presa con il nuovo canale Villoresi-Expo. opere funzionali a tre lotti promossi per la realizzazione di Expo 2015. Alberi d’ato fusto e medio circondano ogni edificio che si sviluppa in più forme. E se volessimo andare un po’ in vacanza con la mente ci spostiamo sul progetto per la grande Villa a Cagliari situato alla sommità del colle dOrosei Bonaria a Cagliari, un punto privilegiato per dominare terra e mare e vista la sua altezza e i suoi fronti compatti, bianchi, dai quali filtra una luce solare irradiante grazie a un gioco di nero basato che contrasta il bianco marmo di Orosei, l’alto pergolato coperto a tratti dell’ultimo paino ci riporta all’antichità classica e contemporaneamente all’architettura razionalista degli anni Trenta. Una meraviglia. Il libro di Electa, “ARASSOCIATI”  si trova specialmente nelle librerie Mondadori. Le pagine sono circa 250, il formato è rettangolare e il volume è ricco di fotografie, disegni e piante. Il libro porta una dedica “ad Aldo, maestro d’architettura e di vita”. L’introduzione è di Marco Mulazzani.


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