A LUINO IN COMPAGNIA DI VITTORIO SERENI E PIERO CHIARA ALLA FIERA DEL LIBRO IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI SEVERI

“Dall’idillio all’esilio”. la poesia “desolata era il laboratorio dei sogni dello scrittore e poeta Vittorio Sereni, tra i grandi della sua generazione insieme a Piero Chiara, concittadino luinese, Giorgio Capropni (1912-1990) e Mario Luzi (1914-2005).

In occasione del centeranio della nascita di Sereni (1913.1983) il Comune di Luini ha voluto ricordare il poeta letterato Severi insieme a un altro grande cittadino, Piero Chiara (1913-1986), al quale si devono numerosi romanzi e racconti molti pubblicati su riviste locali come La Prealpina, L’eco di Varese, ma anche Il Corriere della Sera, (Il mio paese) pubblicati poi ne “La Rotonda”, La Gazzetta del Popolo, Il Gazzettino…

Attento narratore anche della seconda guerra mondiale e di un mondo fatto di Collegi, professori, pescatori, letterati che si rovavano al Caffè Lerici di Luini,  narratori instancabili della vita e del territorio che li circondava: Il Lago Maggiore. Chi non si riscorda “La stanza del Vescovo”, da romanzo divenuto poi  un bel film con Tognazzi e la Muti e la mitica Tinca, la barca che permetteva di velaggiare lontano da casa e da occhi indiscreti. Persono i 30 racconti “Di casa in casa, la vita” edito da Mondadori è un indimenticabile afffresco di un tempo, dell’Istituteo De Filippi di Arona, del Collegio salesiano di San Luigi a Intra, dell’orologiaio Metastasio finetti.la nascita del mercato di Luino che risale ai Romani…ma anche i ricordi di  di Cesare Angelini, letterato e direttore dell’Almo Collegio BorromeoDon Giuseppe Besta, Karl May, Monsignor Mioni…..”Le corna del Diavoilo”, 2Il cappotto di astraken”, Il piatto Piange”, “I giovedì della signora Giulia”, “Il pretore di Cuvio”, “Il balordo”, “La spartizione”, “Una spina nel cuore”, “Vita di gabriele D’Annunzio”..solo per citarne alcuni. Chiara divenen saggista e letterato subito dopo la guerra, almeno questo fu iil suo esordio. I primi racconti gli scrisse a scuola da ragazzo, ma gli venenro ritrati dai professori o presidi  emai più restituiti. La maggior parte delel sue opere si trova nei Meridiani e neglo Oscar Mondadori. Chi non li ha letti? In ognuno possiamo trovare la storia dei nostri padri e dei nostri nonni o bisnonni, il lago di quando eravamo piccoli e quando si andava in affitto e pescare e andare in barca era un bran divertimento. Le vetrerie sul lago, i cappellifici, la calce ricavata dalle esplosioni delle montagne come quella della Rocca di caldè hanno deformato il paesaggio a folte definendolo, là dove i contorni erano poco chiari, poco nitidi o distinguibili.

Il Senatore Pelliccini è morto, lui amava Luino e si dava sempre un gran da fare per organizzare magari dopo una regata organizzata all’AVAV, eventi e prima di morire aveva sempre in testa di ricreare la casa di Chiara trasformandola in una Casa Museo. Questo vale anche per Sereni naturalmente. Ora è sindaco di Luino suo figlio, Luigi Pellliccini, so che sta facendo grandi lavoro perchè torni ad essere la cittadina che tutti invidiavano sul lago Maggiore a due passi dal valuco di Fornasette per la Svizzera.

Sereni nacque a Luino il 27 luglio a Luino e morì a Milano il 10 febbraio del 1983. Chiara morì invece a Varese. Ciò che è certo che entrambi nacquero a LuiLuino e vi trascorso gran parte della loro vita, nonostante viaggiassero, ma poi tornavano sempre. In ogni caso l’opera di Sereni emerge da ogni racconto, da ogni lirica, da ogni pubblicazione. “Poesie e prose” (Edizioni di Frontiera), “Diario d’Algeria” (Fond. Bembo Guanda) e “Gli immediati dintorni” sono le sue opere principali. Come Chia 

Possimo dire che Sereni si distingue però dagli altri letterati che abbiamo citato , suoi coetanei, perchè era un grande ragionatore e prima di riempire la pagina cercava e ricercava la frase giusta, il concetto più appropriato. Insomma non era capace di esibire presto il prodotto finito. Se ricordiamo “Gli strumenti umani” del 1965 e “Stella variabile” del 1981, vi troviamo testi cosidetti “aperti”, dove il poeta ragiona”, sul testo medesimo”: scetticismo psicologia, disinganno. Era verbo puro, carico di sentimenti, ritmi, suggestini, ripuliti dal disinganno e dalla retorica.

“Le ceneri” e “I versi” nella raccolta del 1965 o “Un posto di vacanza” in quella del 1981, ritroviamo l’effetto suggestivo e istintivo, una lirica  di slanci che non lascia attriti. “La setra invade il calice legegro…”, “La gioia quando c’è basta a sè sola”, “Addiio, addio!…ripetono le piante”, ma anche il “Quando il deserto incominciava a vivere…”. Una dote che si fa subito sentire nel suo primo libro ” Frontiera”del 1941 dove al di là della sua Luino e del Lago Maggiore, Sereni si spinge più in la fino a diventare il capo della cordata lombarda di un certo filone letterario.

Sereni nacque lo stesso giorno e mese di Carducci, una strana coincidenza che non gli dispiaceva certo. “Poesie e prose” è stato pubblicato proprio ora da Mondadori (Oscar) a cura di Giulia Raboni (pagine 1230, Euro 24), che incorpora e amplia di molto il Medridiano del 1995, curato da Dante Isella. Tornano 30 anni dopo anche “Gli immediati dintorni” (Il saggiatore. pag.176 euro 13) e grazie a Giorgia Fioroni di Ginevra si è potuto riproporre con un ricco e approfondito commento “Frontiera”, insieme a “Diario d’Algeria” (Fond. Piero Bembo Guanda Editore, pag CIV-428, euro 40), un libricino, per così dire, immemorabile. La prima edizione del “Diario” fu del 1947 e per molti lettori ancora oggi il nome di Sereni rimane lagato a quel testo che testomonia l’angosce dell’esilio dellos crittore,  catturato con tutto il suo reparto in Sicilia nel 1943, poi da qui trasferito in Marocco e quindi in Algeria. In quei pochi fogli c’è tutta la pena dell’escluso, dell’inerzia, drell’impossibilità a ribellarsi, l’impossibilità anche di sentirsi un essere umano trattato come un aìnimale, una cosa, un numero. Un limbo assurdo mentre in tutta Europa la storai stava cambiando.. “non sa più nulla…è alto sulle ali”, fu così che lo sbarco in Normandia venne sentito dal poeta in un’atmofera 2ipnotica” e “onirica”. Una volta rimpatriato e superata psicologicamente quel dramma, Sereni diventa un importante responsabile dell’editoria milanese. Per un certo periodo pare abbandonare la poesia, ma ben presto pubblica “Una visita in fabbrica” del 1952-1958),  per la rivista Il Menabò.

Molti giovani chiamati alle armi come Sereni per il fronte nel 1940, raccontano di avere portato nello zaino una copia di “Le occasioni” di Montale, appena uscito in libreria. La desolazione esistenziale espressa in quelle parole erono lo specchio del loro drammatico stato d’animo. La sua “Diaristica” non ebbe uguali nel quadro della lirica di quegli anni. Oggi Sereni e Chiara sono accanto con i loro Libri nella bella Villa Liberti a Luini lungo le rive del lago dove si trova la Festa del Libro. Sono anni che abitanti, milanesi e persino stranieri, non mancano di passare da questo luogo. Non mancano i filmati e i percorsi per tutta la città  aricordare le tappe dei due magnifidel Lago Maggiore.

 


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