A VENEZIA E' TUTTO FINITO, MA COSA RIMARRA' DEL GRANDE CINEMA'? ORA STILE E COSTUME SFILANO A PALAZZO MOCENIGO E LA MODA APRE A NEW YORK

A Venezia tutto il cinema che doveva scorrere è scorso e del glamour delle dive o della sua bella madrina sono rimasti solo i coliri e i sapori di un certo stile. A New York sono iniziate le sfilate di mods con Calvin Klein che scopre la frivolezza fatta di satin e organza, Ralph Laure con lo stile Pampas e l’avanguardia si conquista un palazzo abbandonato come ha fatto ad esempio Proenza Sciuler.

In onore degli 80 anni del Festial del cinema di Venezia , gli abiti indossati sul red cartpet, i costumi di scena di film “icone”, le creazioni dei più grandi stilisti tutte ispirate al grande sogno del cinematografo, continuano a fare la loro parte tra moda e costumi di sartoria  nel suggestivo Palazzo Mocenigo fino al 6 gennaio.

Trame di moda è il titolo della mostra ospitata nelle sue suggestive sale in zona San Stae, curata da Fabiana Giacomotti, giornalista e docente di scienze della moda e del costume alla Sapienza di Roma e da Alessandro Lai, costum designer. In mostra gli abiti di scena originali di alcuni capolavori cinematografici messi a disposizione dalla Fondazione Tirelli-Trappetti, le creazioni delle maggiori costumiste mondiali, tra cui Gabriella Pescucci e Sandy Powell e quello del Maestro Piero Tosi, costumista dei più grandi registi italiani. In esposizione i i capi “remake” degli riginali, come il cappetto di

Fra i capi esposti “remake” degli originali, sono esposti il cappotto di “Anonimo veeneziano”, la pelliccia di leopardo di “Il talento di Mr. Ripley”, la “Mule” di Summertime. Suddivisa in due sezioni la mostra ospita al centro della scena lo spettacolare abito di Vionnet indosssato da Madonna. In cima al prestigioso salone di Palazzo Mocenigo, in un unico colpo d’occhio, il visitatore, potrà vedere gli abiti da sera che vanno dal Capucci di Valentina Cortese al Gattinoni di Anna Magnani allo Scuberth di Gina Lollobriggida…In tuttos sono 80 gli abiti esposti che raccontano in pratica la storia del cinama, protagonisti di film rappresentativi di un’epoca e di un particolare tipo di femminilità.

Quella tragica di Florinda Bolcan in “Anonimo veneziano” di Salerno, quella provocante di Stefania Sandrelli ai tempi di “La chiave” di Tinto Brass, quella solitaria di Catharine Hepburn in “Tempo d’estate”…..Nella sala da bagno della Marchesa Mocenigo saranno in contemporanea proiettate immagini di film girati a Venezia, pellicole d’epoca provenienti dagli archivi Rai/Istituto Luce e spezzoni del documentario realizzato ad hoc da Rai 5. Palazzo Mocenigo è una dimora storica di grande interesse che fa parte del circuito Fondazione Musei Civici di Venezia e che òè sede della BIblioteca del Centro di Storia del Tessuto e del Costume.

La Sartoria Tirelli ha al suo attivo 14 Oscar vinti e 24 nomination. Umberto Tirelli la aprì nel 1964 con due macchine da cucire, a Roma, 5 sarte, una modista, una segretaria e un autista magazziniere. Alla scomparsa di Umberto Tirelli l’attività proseguì sotto la guida di Dino Trappetti. Oggi con i suoi 15mila capi autentici questa Fondazione è una delle più importanti collezioni private di abbigliamento del mondo. Quanto a Piero Tosi, fu proprio lui, insieme a Franco Zeffirelli a trovare la prima occupazione romana all’emiliano Tirelli che viveva allora a Milano. La carriera di Tosi è stata lunghissima con registi del calibro di Bolognini, Risi, De Sica, Pasolini. Bozzetti, scelta di stoffa e materiali, assistenza al trucco e all’acconciatura fu questa l’attività che Tosi trasformò nel tempo in un grandissimo artigianato.

Piero Tosi, ancora oggi, insegna i trucchi e le passioni del mestiere ai suoi giovani allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. SEmpre in tema di moda, in questi giorni a Milano, Raffaella Curiel nelsuo nuovo atelier di Corso Matteotti invita clienti, giornalisti e amici in occasioni dell’apertura delle grandi sfilate, per ammirare i nuovi capi e un aperitivo settembrino sul grande terrazzo che si affaccia davanti al Sant’Ambroeus.

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