AL VIA AL FRANCO PARENTI DI MILANO LA NUOVA STAGIONE TEATRALE

  • Una bella e interessante apertura la Teatro Franco Parenti per questa nuova stagione. Ad aprire il sipario sarà CHI COME ME con la regia di Andre’ Ruth Shammah.
  • A questo spettacolo seguiranno molti altri sempre di grande valore umano e un pizzico di ironia della sorte e dell’accettazione della viat stessa. Non manca il riscatto, un concetto fondamentale per potere vivere e tirare avanti a volte con sorpresa.
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Torna l’ultimo grande successo di Andrée Shammah che ha stregato gli spettatori coinvolgendoli in una commovente e profonda esperienza umana.

Uno spettacolo di cui siamo protagonisti dal primo all’ultimo minuto. Regia perfetta, attori bravissimi maggiorenni e minorenni, in una sala nuova ma che ha già il vissuto del teatro. Cinque ragazzi di cui si risentirà parlare.

– Maurizio Porro

In scena cinque giovanissimi e sorprendenti attori per una storia ispirata alla reale esperienza di vita dell’autore Roy Chen. Una vicenda dolorosa, tenera e gioiosa su ansie, fragilità e paure che bloccano nella loro solitudine un gruppo di adolescenti ricoverati in un centro di salute mentale. I “ragazzi” partecipano alle lezioni teatrali di Dorit, l’insegnante che il Dott. Bauman, direttore dell’Istituto, ha voluto per agevolarli nell’esprimere le loro emozioni. Grazie al percorso di creazione di uno spettacolo, insieme trovano la forza di riscattarsi attraverso il potere curativo del teatro.

La stampa

Shammah ha creato uno spettacolo di rara forza coinvolgente. […] Molta commozione, dunque, ma anche sorriso e tenerezza. E ti sembra di vivere le loro giovani e pesanti fatiche, i dolori e le scoperte. Si diventa un gruppo, e a ognuno pare anche di entrare a guardare un po’ in sé stessi. […] In questo spettacolo reso magico dalla delicatezza e dalla profondità della regia, il teatro è libertà del sentire sapientemente composto con l’arte della ragione per coinvolgere e dare quella materia indispensabile alla vita che è la speranza.

– Magda Poli, Corriere della Sera


È un successo bello e non pretestuoso questo spettacolo semplice, delicato che scioglie, con grazia e innocenza, il dramma del disagio giovanile in una storia di solidarietà e condivisione umana.

– Anna Bandettini, la Repubblica


Si ride e si piange, alternativamente, in questo spettacolo adattato e diretto con rara grazia da Shammah, complici le poetiche musiche, scene e luci e soprattutto l’intima location: la nuova sala a2a del Parenti, una breccia scavata nei muri tra il palcoscenico grande e la piscina, cioè l’arte e la natura, la finzione e la realtà.

– Camilla Tagliabue, Il Fatto Quotidiano


Cinque attori giovani ma prontissimi, adulti senza una sbavatura e una sala che abbraccia uno spettacolo che è un’idea di mondo. La verità è che questo spettacolo fa qualcosa di diverso – di più – di rappresentare il potere curativo del teatro. Qualcosa di meglio di uno spettacolo riuscito. Fa vincere la vita sulla finzione.

– Chiara Palumbo, Cultweek


Chi come me ha stregato gli spettatori, irretiti e sedotti in quello che è più di uno spettacolo teatrale, per toccare punte di commovente e profonda immersione nella condivisione di un’esperienza umana. Il coinvolgimento di questa pièce va ascritto ad Andrée Shammah che ha saputo infiammare una compagnia di giovanissimi interpreti (dai tredici ai diciassette anni) capaci di una maturità espressiva sbalorditiva, abilissimi nel rendere i diversi disagi psichici di cui son portatori.

– Gianfranco Previtali Rosti, Corriere dello spettacolo


Una lezione di vita, rara da trovare. […] Chi come me è una storia emozionante, appassionante e riflessiva. È il senso autentico del teatro che, non a caso, ha un significato centrale nella stessa storia raccontata. Lunghi applausi finali. Quando c’è lo zampino della Shammah, il risultato è sempre carico di originalità.

– Massimiliano Beneggi, Teatro e Musica news


Non si sarebbe potuta trovare metafora scenica più potente per la necessità del teatro, sottolineandone il valore terapeutico esistenziale, e, financo, spirituale. Che funambolica camminata si percorre con questo spettacolo, in equilibrio sopra la follia, accettandola come parte di sé per cui provare compassione, come un momento di crescita.

– Danilo Caravà, Milano Teatri


La forza di questo testo è sicuramente nel perfetto bilanciamento del dramma con il comico, e financo il grottesco. Si ride parecchio e ci si diverte, nonostante si tratti di una storia tutt’altro che leggera. […]

– Paolo Martini, dramaholic.it

Lettera del professor GUSTAVO PIETROPOLLI CHARMET

Gentile Direttrice Andrée Ruth Shammah,
l’altra sera ho assistito alla rappresentazione di Chi come me e sento urgente bisogno di comunicarle il coinvolgimento, la commozione e lo stupore che la splendida messa in scena e recitazione mi hanno provocato.
Non pensavo sarebbe stato possibile rappresentare su un palcoscenico la trama affettiva e il particolare clima relazionale che si stabilisce in una comunità terapeutica per adolescenti e invece la messa in scena che lei ha diretto è riuscita a trasmettere la frenesia, la rabbia, il bisogno di esprimersi e di essere ascoltati, l’intensità complessa e furibonda della relazione con i coetanei e con il personale curante della comunità.
Devo confessarle che la strabiliante recitazione dei ragazzi mi ha molto coinvolto e mi ha fatto capire di che livello di competenza dispone lei e il suo impareggiabile gruppo di lavoro. Anche il contenuto sociale dello spettacolo mi ha trovato radicalmente d’accordo e penso che la vostra rappresentazione del dolore e della rabbia giovanile, oltre alle strepitose capacità espressive sia nel canto che nella danza e nella comunicazione di gruppo, siano molto efficaci. Anche la caricaturale e ironica nonché drammatica presentazione del ruolo dei genitori e degli adulti in generale, mi ha colpito e, pur condividendola solo in parte, l’ho trovata assolutamente compatibile e convincente a livello di comunicazione teatrale.
La ringrazio anche a nome di parenti e colleghi con i quali ho condiviso la visione dello spettacolo e posso dirle che mia moglie, che fa il mio stesso lavoro, e io la mattina dopo abbiamo dovuto ammettere di essere ancora dominati dalle emozioni suscitate da Chi come me.

– Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra e psicoterapeuta che ha dedicato la vita al lavoro con gli adolescenti e le loro famiglie.


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