AL VIA L’8 MAGGIO LA 71esima MOSTRA DEL CINEMA DI CANNE MENTRE SPIRANO VENTI DI GUERRA
Cosa penseranno i francesi e la cultura di tutto il mondo nel ricordare che il presidente Macron è stato al fianco di Trump e della May nel bombardare la Siria in nome presunti omicidi di guerra per mano di armi chimiche? Possibili qualche manifestazione in nome della Pace e della Civiltà. Che alleato nell’Unione Europea è la Francia? Il ragazzo salito all’Eliseo dagli occhi chiari e di ghiaccio che ricordato tanto quelli di Hitler, cosa ha voluto dimostrare e risolvere? Nessuno crede nelle sue dichiarazioni di volere mettere in guardia ogni dittatore che usi armi non convenzionali, come se la guerra portata avanti finora nel Medio Oriente fosse stata in punta di forchetta. Non dimentichiamoci che sempre la Francia con manie di grandezza per mano del predecessore di Macron, Sarkosy (finito poi in tempi recenti nei guai con la giustizia per tangenti con Gheddafi), altro genio che scaricò bombe sulla Libia in nome della democrazia occidentale. Era il tempo delle Primavere Arabe con gli oppositori di Gheddafi. L’interesse in realtà era era il petrolio e il soldi ricevuti dal leader libico. Hollande ha fatto dopo Sarkosy la sua parte attaccando la Libia in nome degli attacchi terroristici subiti dall’Isis in Francia. Una Francia che non capisce che in questo modo si peggiorano le cose, ma forse è piu’ importante stare a fianco degli Americani e degli Inglesi. E L’Europa nel frattempo si tiene da parte fortunatamente. Uno sforzo lo sta facendo anche Putin grazie al quale prendendo accordi con Assad h abbattuto il terrorismo in Siria. Sarà come sempre l’America a fare il pieno con i suoi accordi, contratti e distribuzioni. Passiamo al cinema, secondo festival al mondo dopo quello di Venezia nato per primo…En attendant (il francese è d’obbligo) di capire se Berlusconi-Sorrentino atto II sarà o meno a Cannes, la settantunesima edizione del Festival si dimostra avare di sorprese e con qualche divieto di troppo. Spero tanto che Sorrentino possa presentare il suo film in due puntate su Berlusconi, l’ultio dei Caimani. Non ci saranno i film Netflix, perché la legislazione francese prevede una moratoria di 36 mesi prima che dalle sale si passi alla visione casalinga, e quindi per il gigante dell’home-video il gioco non vale la candela. Lo scorso anno i fil di Netflix la Giuria stabilì che non li avrebbero votati. ma Netflix si è presa la sua arivincita.
Non ci saranno i selfie sul tappeto rosso, per ragioni “tecnico-filosofiche” (mah…), non ci saranno le anteprima per la stampa, per ragioni inconfessabili, ma evidenti: non disturbare il battage pubblicitario…Arrivato a fine corsa (il suo mandato è in scadenza), il selezionatore Thierry Frémaux ci tiene a far sapere di aver visionato quasi duemila film, ma la spremitura che ne è uscita non è un grand cru, con un eccesso di uvaggi asiatico-mediorientali che vorrebbe indicare una realtà internazionale d’autore, ma di fatto significa che Europa, Stati Uniti e America latina migrano verso altri lidi… Naturalmente, essendo Cannes, qualche motivo d’interesse c’è. Il ritorno in concorso del quasi novantenne Jean-Luc Godard (Le livre d’image), difficile potere vedere a Cannes il grande Godard-…; il thriller piscologico di Ashga Fahadi, già pluripremiato sulla Croisette e non solo, interpretato da Javier Bardem e Penelope Cruz (Everybody knows); il thriller “nero”, Il Ku Klux Klan visto dall’altra parte, di Spike Lee (BlaKkKlansman); il thriller contemporaneo di Robert Mitchell (Under the silver Lake), con Andrew Garfield… Ancora, l’iraniano Jafar Panahi (Three Faces), già Leone d’Oro con The Circle; il cinese Jia Zhang Ke, già Leone d’Oro con Al di là della montagna (Ash is Purest White), il più lungo in concorso (due ore e mezzo). Questi fra i diciotto film in gara, ed escludendo i due italiani, sembrano essere i più gettonati, anche se un po’ sul versante dell’usato sicuro..
Curiosando nella sezione del Certain Regwrd, il più eroticamente pruriginoso dovrebbe essere il francese A genoux les gars, di Antoine Desrosières, mentre, fuori concorso, oltre a Solo. A Star Wars Story, di Ron Howard, c’è attesa per Le Grand Bain, di Gilles Lellouche, grande attore d’oltralpe al suo esordio come regista. Attesa anche per il documentario di Wim Wenders su Papa Francesco (A Man of his Word), ma più per vedere confermata una decadenza che per applaudire una rinascita. Anche se, visto il tema, un miracolo è sempre possibile. Letteralmente “Un uomo di parola”, come ormai ce ne sono pochi. A tirare su il morale, come presidente di Giria è Kate Blanchett. Delle madrine non ce ne frega nulla.