ADRIANO ALTAMIRA OMAGGIA MICHELANGELO ALLO STUDIO MARCONI DI MILANO
L’ultima mostra di Adriano Altamira, dal titolo “Il
complesso del Vasari” curata Martina Mazzotta, la possiamo andare a
vedere allo Studio Marconi di via Tadino 15 fino al 31 ottobre. Il catalogo
edito dalla stessa Fondazione Marconi. Si tratta di un’esposizione che si snoda
su due piani e che comprende una trentina di opere di cui 5 disegni che
l’artista milanese (classe 1947) ha eseguito negli ultimo venti anni,
esattamente dagli anni Novanta fino ad oggi e che vanno da formati da più di
due metri fino a lavori più piccoli di 20×20, in particolare i disegni. Non
mancano tre sculture, tra cui un marmo, bronzo e una di materiale di metallo di
carattere astratto ma anche figurative, come da esempio il grande studio sul
Giudizio Universale di Michelangelo che proietta il grande gruppo di figure
della corazza di Augusto di Prima Porta (località romana dove è stato trovata
la statua e di cui Altamire ne ha tratto un’immagine che ha poi elaborato. “Non
ha l’ottimo artista” si rifà al sonetto di Michelangelo in cui i versi
dell’autore della Cappella Sistina si snodano lungo le quattro facce della
scultura….”. Michelangelo diceva che l’idea dell’artista era contenuta già nel
marmo e che l’artista non doveva fare altro che estrapolarla sia di fatto che
per conetto. La terza scultura è titolata “Malievic in 3 D”sviluppa un quadro
dell’artista russo in tre dimensioni nello spazio.
Altamira propone una serie di opere, di capolavori ispirati
al “grande passato” utilizzando varie tecniche; oltre alla scultura l’artista
si cimenta con la fotografia, il disegno e il collage. Un quadro con degli Angeli
di Pietro Cavallini, accosta un’opera di Altamira in cui le piume degli
Angeli sono rappresentate da frecce indicative variamente colorate al fine di
rendere reale un soggetto pensato e preso come spunto da elementi quotidiani
frutto di attese di vita.
Le opere sono legate da un filo rosso attraverso gli anni e
rappresentano gli omaggi all’arte del passato con tecniche e strumenti moderni.
Se vogliamo ripercorrere la carriera artisti di Adriano Altamira, lo possiamo
definire un artista che nel corso degli anni è passata dall’uso dell’uso della
fotografia (che ha insenato all’Accademia di Brera per anni) per poi ispirarsi
a Maestri come Vincenzo Agnetti e Luciano Fabbro.
“Per il mio lavoro Agnetti è stato importante per l’aspetto
più concettuale della ricerca, mentre con Fabbro, purtroppo scomparso,
condividevo i valori di materiali nobili come il marmo, bronzo e cristallo.
Successivamente mi sono riconciliato con il mondo della fotografia che ho
voluto utilizzare allo stesso livello di qualità della pittura e della
scultura”, spiega Altamira.
Tra le più importanti mostre dell’autore vanno ricordate
quella del Padiglione d’Arte Contemporanea a Palazzo dei Diamanti a Ferrara e
quella del muso di fotografia Charles Roi, ma anche le mostre milanesi molte delle
quali alla Fondazione Marconi e tra le gradi rassegne degli anni Settanta
quella di Palazzo Reale dal titolo “Addio anni Settanta” a cura di Francesco
Bonami, nonché “Cosa fanno oggi i concettuali” alla Rotonda della Besana a cura
di Renato Barilli, ma anche la presenza di Altamira alla Biennale d’Arte di
Venezia del 1980 nel Padiglione Italiano da Fabio Caroli.
“Le opere di Adriano Altamira sono straordinarie occasioni,
diverse e sfumate, in grado di evocare la gioia inesauribile del guardare…una
gioia che si lega alla meraviglia, come fonte di conoscenza e in origine come
atto del mirare. Altamira è posseduto dal demone della analogia, dalla passione
per le somiglianze e per le corrispondenze che diventano criterio metodologico
fondante e spinta creativa inesauribile…” spiega Martina Mazzotta nel catalogo
dei “Quaderni della Fondazione Marconi.
Secondo la stessa Mazzotta, l’artista deve prima di tutto
sapere quello che già sa. E quello che gli artisti conoscono fino dall’inizio
sono le opere degli altri artisti-per un curioso paradosso, l’arte degli altri
costituisce il primo passo verso la propria arte.
Tutte le opere hanno un valore aggiunto, in quanto la
cornice è parte dell’opera stessa. Lo stesso Giorgio Marconi le ha pensate
insieme ad Altamira per meglio valorizzare il contenuto concettuale e
figurativo delle immagini. La mostra è possibile visitarla da martedì fino a
sabato compreso dalle 9 all13 e dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Per chi
fosse interessato può consultare il sito della Galleria Marconi, ossia www.fondazionemarconi.org.