TEATRO MANZONI. BEPPE FIORELLO: "IO E MODUGNO UNA COSA SOLA". "L'IMPORTANTE E' VOLARE…"

“Penso che un sogno così non ritorni mai più. Mi dipingevo le mani e la faccia di blu.. poi d’imrovviso venivo dal vento rapito e mi trovavo a volere nel cielo infinito…”. Con le stesse parole della nota canzone “Volare” di Mimmo Modugno, Beppe Fiorello al Teatro Manzoni di Milano omaggia il grande cantante italiano amato tanto da suo padre (ma anche tanto fisiscamente somigliante) e per lui da sempre un mito. Stessi capelli, baffi, gilet, camicia bianca e cravatta. Persino la mimica è la stessa. Braccio destro teso in avanti e sbraccia spalancate; affinità impressionanti sia fisiche sia gestuali. Fiorello ha ricordato che per finire questa canzone il pugliese Modugno ebbe l’ispirazione una notte di vento e acqua a Roma, quando di colpo di aprirono le finestre e gli volarono via i foglia di lavoro. Il titolo e il ritornello a quel punto erano fatti. Dopo nel”Nel blu dipinto di blu” l’artista e mattatore, è partito dalla sua infanzia per spiegare il forte legame con il grande cantante che interpretò in una fiction televisiva. Sul palco Fiorelo è accompagnato da due bravi musicisti e cantanti, Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma. Il testo è stato scritto dallo stesso Beppe con Vittorio Moroni e diretto da Giampiero Solari.

La voce e un volto di un padre e una vocina di un bambino timido che grazie a quel padre. il suo, è riuscito ad amare Domenico Modugno arrivando a conquistare non solo il pubblico televisivo ma anche la platea dei teatri a partire dal Teatro Manzoni. Un forte legame Beppe Fiorello ce l’ha con il capoluogo lombardo: qui è nata sua figlia, qui ha lavorato e vissuto abbastanza. Classe, 1969, Giuseppe Fiorello è fratello di Rosario e di Catena e di Anna. Ha due figli un maschio e una femmina. Quattro figli , lui l’ultimo, nati ad Augusta a 18 km da Siracusa (l’anagrafe dice a Catania per Beppe ma tutti vissuti nel paese di Augusta. Con il padre tutte le estati si recavano a 60 km di distanza a casa della nonna in un paesino all’interno della Sicilia. Guidava sempre il padre una vecchia automobile, una Renault se ben ricordo, ma ci mettevano parecchio tempo perchè al padre piaceva fermarsi, fare più soste parlare con viaggiatori, distributori di benzina, ristoratori. Veniva criticato perchè guidava fumando e cantando staccando spesso le mani dal volante. e indovinate quali erano le sue canzoni preferite? Quelle di Modugno naturalmente al quale venne sempre consigliato di cantare in siciliano piuttosto che in pugliese (due dialetti per certi versi simili, ma il siciliano era molto più rappresentativo del Sud e di tutte le problematiche, la storia e le tradizioni meridionali). Beppe se ne stava davanti tra la mamma e il papà. Delle vacanze dalla nonna ricorda le tavolate fatte da una zia che amava fare la cicoria (Cicoria è anche il titolo di una canzone di Modugno). Erano estati indimenticabili, sane, dove si stava tutti insieme e dove tutti erano benvenuti perchè suo padre amava la gente e faceva presto amicizia e li portava tutti a casa a cena o a pranzo, nonostante il suo stipendio di finanziere.

Il padre di Modugno faceva il vigile e quando vide partire suo figlio per Torino e andare a lavorare per un gommista per poche lire, fu contento quando tornò con quattro copertoni di ruota, ultimo suo compenso che tenne sotto il corpo per tutto il viaggio per non farseli rubare. Invece di andare a lavorare a taranto all’Ilva, grande speranza e fonte di morte per molti, dal suo rientro Mimmo iniziò a suonare e a cantare, comporre canzoni finchè incontrò Migliacci (che scrisse la maggior parte di “Volare”….e altre), Riccardo Pazzaglia (autore di “Meraviglioso” ….) e Enrica Bonaccorti (“La lontananza”..). Da lì la vittoria a San Remo con  “Volare”anche se non fu accettata una canzone meravigliosa come “Meraviglioso”. 

La giacca dello smoking, azzurra, la indossa Beppe alla fine dello spettacolo quando racconta del suo incontro con la moglie di Modugno, tre anni fa circa, lui era già morto da tempo, Fiorello porta alla signora Franca un filmato di Mimmo e lei lo sente e lo osserva lungo e poi si accorge che la voce non è quella di Mimmo, ma di Beppe che ha passato tutta la notte a sostituire in plyback la sua voce. Franca dice va bene perchè le sue canzoni oltre a cantarle bene e con una voce che gli somiglia molto, lo fai con il cuore, come faceva lui. Qui ebbe inizio la fiction in tv e dopo è partito questo spettacolo, la vera storia del suo rapporto con Modugno e suo padre. In quella casa vide le sue chitarre, le sue preziose custodie e il Grammy ricevuto in Amra ma dalla quale scappo’ dopo aver fatto concerto a New York, Las Svegas, Washington, Los Angeles, dove rifiutò di fare film grazie a un richiamo arrivato anche dall’Italia, suo figlio stava nascendo prematuramente due mesi prima. 

 Con benestare di franca Gandolfi Fiorello ha chiuso lo spettacolo cantando “Il vecchio frac” e indossando la giacca del famoso smoking. Durante il racconto di un’infanzia Beppe grazie ad effetti speciali scenici e di luce ricrea le feste di paese dove si canta anche la “Pizzica” fatta da Modugno e nella Festa di Carnevale, la preferita di suo padre ricorda che papà di assenta come uno che va a prendere le sigarette in macchina parcheggiata lontano dal luogo della festa e lo trovano seduto con la rista reclinata all’indietro. E’ morto così, per un infarto “certamente andando incontro a braccia aperte al suo Mimmo”, dice Beppe. Un giorno il padre acquistò un disco di Modugno per 7500 lire e corse a casa a farlo sentire a tutto, per loro era una cifra non indifferente, ma la gioia nutre più di ogni altra cosa. Ne è passato di tempo da quando suo padre lo prendeva in braccio e gli faceva vedere da lontano in Sicilia il più grande gruppo petrolchimico che sfamava tanta gente e anche lì ne ammalava tanta oltre a inquinare e distruggere una terra meravigliosa distrutta per sempre. Al piccolo Beppe, specie la notte piacevano quelle ciminiere con tante lucine e il fumo bianco che emettevano, le chiamava nuvole; allora era un essere inconsapevole…Bravo Beppe! Tanti bis e tanti auguri!


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