Cecil Beaton, uno dei fotografi più importanti del secolo scorso, è il protagonista fino al 20 maggio di una mostra alla galleria londinese Beetles+Huxley. Presentati al pubblico per la prima volta una serie di 70 scatti appartenuti fino ad oggi a una collezione privata, per ripercorrere le tappe più importanti della sua carriera. Nato nel 1904 a Londra, sviluppò fin da piccolo l’interesse per la fotografia, passione che lo portò a New York per collaborare, giovanissimo, con la Condé Nast, Vanity Fair, Vogue e Harper’s Bazar. In mostra i ritratti dei cosiddetti “Bright Young People” del 1920 e delle celebri icone del tempo come Gary Cooper, Marlene Dietrich, Greta Garbo e Elizabeth Taylor fino ad arrivare agli scatti meno noti, quelli di guerra, che gli furono commissionati dal Ministero dell’Informazione britannico. In mostra come protagonisti di alcune fotografie troverete membri della famiglia reale inglese, tra cui la Regina Elisabetta, Salvador Dali e Gala, Aldous Huxley, Vivien Leigh, Charles de Gaulle, Orson Welles e tantissimi altri. (NG)
10 Lug 2020
Home » Articoli vari »
BRIGHT YOUNG THINGS. LA MOSTRA LONDINESE DI CECIL BEATON ALLA NATIONAL PORTRAIT GALLERY (ORA ON LINE)
Posted in Articoli vari By Luciana Baldrighi On Luglio 10, 2020 Correva l’anno 1938, quando il grande fotografo Cecil Beaton che nella sua radiosa carriera immortalo’ la bellezza del vivere, dello stile attraverso luci, tagli e colori a mezzo stampa dei piu’ argentati, luminosi, dove il grigio chiaro si abbinava a una trasparenza velata, quando il 24 gennaio del famoso citato 1938, quando gli scappo’ una frase che scrisse anche in bel corsivo a margine di un disegno per “Vogue America” . Si trattava del ballo dato da M.R. Andrew al Night Club El Marocco, dove erano radunati “all the dann kikes” (“tutti i maledetti ebrei della città” Arrivato a Londra Orson Welles lo caccio’ dal suo “Enrico IV”, per il quale doveva creare dei costumi, perchè l’artista inglese non era solo foto fotografo e disegnatore, ma anche scenografo e costumista Unosdegno non solo per la Casa editrice ma anche per la Comunità ebraica di New York che gli suggerì di andarsene. Furono distrutte 10 mila copie della bella rivista patinata del mondo dello chic..Fece molte foto anche a colori, e parlando sempre di personaggi, possiamo dire che Audrey Hepburn, bella icona già di per sè di uno stile. Orson Welles appena arrivato a Londra lo caccio dal suo “Enrico IV” come costumista, perchè l’artista inglese (1904-1980) era oltre che fotografo, anche disegnatore, costumista e scenografo.
Come tutte le persone valide aveva parecchi nemici e uno di questi, Walter Winchell arrivò a inventarsi che Beaton avrebbe mandato una copia del Vogue dello scandalo newyorkese a Goebbels per ricavarne dei favori..Lui ai nazisti…follia, cattiveria, invidia.Una carriera in ascesa spezzata dalle malelingue. Fu il simbolo del privilegio senza volerlo, ambizioso al punto giusto e amico dalla buona borghesia, dagli aristocratici e degli intellettuali avanguardisti. Era amico di scrittori e musicisti. Era l’era del jazz e tutto marciava a quel ritmo. Lui era figlio di un ricco mercante di legname, ma la sua raffinatezza era innata. Partì con la sua macchina fotografica che ebbe in regalo a 10 anni a fotografare il bello. A Cambridge si fece gli amici cosidetti “giusti”, fece per la Marlowe Society tutti i costumi, i disegni preparatori sono bellissimi; lo stesso Beaton apparve in un “Enrico V” come Marchesa Matilda Spina, in testa aveva un grande cappello di organza chiaro. Da questo costume si ispiro’ quando fotografò Christian Bèrard con il costume di Paride.
La mostra londinese dedicata alle opere giovanili di Beaton, “Bright Young Things”,tra poco alla National Portrait Gallery è curata, come il catalogo da Robin Muir che dichiara:”Questa è un’occasione per portare in vita nuovamente un’era eccentrica sino al delirio, fascinosa e creativa, della vita culturale inglese che intrecciò alta società e avanguardia, artisti, scrittori, mondani e festaioli…tutti al ritmo del jazz….”. ell’ammirare quelle immagini e quei disegni ci si rende conto di come la bellezza a volte sia anche sinonimo di raffinatezza e allo stesso tempo di decadenza. Un modo vivere, scandaloso, promiscuo e sbagliato, ma ricco di fascino e creatività. I balli in maschera, le feste campestri…Vi ricordate Il Decamerone? Non siamo lontani. Ma anche shakespearianamente anche “Sogno di una notte di mezza estate”….Gioco o sfida? Poco importa. Nel 1926 in Inghilterra c’era stato un grande sciopero dei lavoratori devastante, la nazione era al collasso e che dire allora?! Provocazioni inevitabili, illusioni sotto forma di spettacolo sperando che il mondo disegnato e creato da Beaton fosse quello eternamente vero.
Li chiamavano “Belli e dannati”: l’anno seguente Cecil Beaton conosce Stephen Tennant, aveva 21 anni, bello come il sole e raffinato e fotografandolo, Cecil ne esaltò la personalità androgina. Proprio quella estate il bel giovine si innamorò di un gentluomo, il poeta Sigfrid Sassoon (presente in mostra), Stephen si chiuse per tutta la vita in solitudine nella dimora ereditata insieme al titolo. Anche Tennant, il piu’ trasgressivo del gruppo, si perse nella depressione. Nessuno voleva diventare veramente adulto. Altri hanno affrontato la tragedia di affrontare la realtà. Brian Hovanrd, ventenne capriccioso omosessuale, fotografato da Beaton con l’amico Paddy Brodie si suicidò nel gennaio del 1958 (mio anno di nascita, ma questo poco importa, le signore che non hanno paura di dichiarare i loro anni hanno sempre qualche cosa da nascondere agli altri e a loro stesse, meglio diffidare), mentre Baba D’Erlangerche si uni al Principe de Fauciny-Lucinge, si diedero a grandiose feste in maschera, morì a Parigi dopo avere subito la sconfitta della guerra con i tedeschi. Dire l’occupazione è piu’ esatta. Vi ricordate il bel film” Diplomacy” con Dusollier…che salvo’ parigi e i suoi monumenti dalle bombe in qualità di console di Svezia, un diplomatico che trovo’ in un generale tedesco un grande collezionista d’arte che grazie a Dussolier riuscì almeno a fare fuggire la moglie e la figlia. Lui si sacrifico’. Fotografo’ Doroty Wild, sorella del noto scrittore nel 1941 in un appartamento di Belgravia. A trovare una strada nella vita furono Olivier Messel e Christian Bèrard , “bello come un cameriere di un transatrantico”.
Questo ultimo nel 1936 disegna ben 1500 costumi per Romeo e Giulietta di George Cukor, Cecil ne è geloso e se la prende con il nipote dell’amico, Anthony Armstrong Jones, anche lui fotografo per Vogue, lo stesso che divenne il marito della principessa Margaret, definito da Beaton: “La Cenerentola al contrario”. Il 1926 rimane l’anno di gloria di Beaton, fotografa una delle piu belle debuttanti dell’anno, l’aristocratica Daphne du Maurier, sposata con tre fgli. Lui si innamora di tre signore tra le quali l’attrice Gertrude Lawrence, autrice di bestsller, come “La prima moglie”, “Gli uccelli” che mise in scena Alfred Hitchcock. In mostra mancano le foto del baronetto Oswald Mosley ma quelle delle mogli: Lady Cynthia Curzon, figli del vicerè indiano sposata nel 1920. Mosley fonda il partito fascista britannico nel 1932, anno di un incontro d’amore, la seconda moglie sarà la stupenda Diana Mitford; quando la conobbe era ancora sposata con il fascinoso Bryan Guinnes: Beaton la ritra usando tuutta l eleganza e la leggerezza usando veli chiusa come in una grande cuffia di pietre scintillanti,
In mostra non manca la faccia curiosa di Evelyn Waught, ritratto con ghigno cattivo, “Corpi vili” del 1930 raccoglie le sue vittime. Brayan e Diana Guinnes, una coppia in via d’estinzione…ci dice qualche cosa. Nel 1958, in una trasìaduzioneRossana De Micheli (per Bompiani, una casa editrice dove lavorò , oltre a Sonzogno e Pirola, mio padre Luigi) sono raccolte le imamgini della spnsieratezza . Ricevimenti mascherayi tuffi in costume, abiti da Circo Equestre. Senza costume era sempre St.Jhon’s Wood che ballava divinamente. Ricevimenti in antichi mulini e battelli in navigazione. Balli noiosi anche in Scozia, balli nauseanti a Parigi…”un susseguirsi di una umanità ammassata.Fantocci”….Mi ricorda la Grande Bellezza di Sorrentino.
La Gallerai Il Ponte di Milano mette allincanto alcuno opere del grande Cecil Beaton che dal Gran ballo delle debuttanti di fotografie ne fece di magnifiche e modernissime , senza vizi ma solo virtu’. Per un ventennio, dagli anni ’60 agli anni ’80 il re del clic era lui, l’ex re della dolce vita.