CANNES TRA GIALLI E MISTERI E L’OSSESSIONE PER IL LUSSO
[photopress:ilgrandegatsby.jpg,thumb,pp_image]Cannes – Se ci fosse ancora Hitchcock ma anche Simenon, ci sarebbe pane per i loro denti. In una villa del golfo di S.Juan è stato trovato un cadavere nudo con un paio di scarpe da tennis, massacrato a colpi di tirapugni. La villa appartiene al re saudita Fahd, ma la villa disabitata è usata da nudisti per abbronzarsi sui suoi terrazzi. Un un’altra villa cittadina di Cannes, disabitata anche questa, diventata un albergo a ore clandestino con una certa clientela e dei dipendenti è successo un altro fatto inspiegabile sul quale si indaga: naturalmente la casa non aveva il permesso per essere utilizzata come hotel. Durante una sera si sono sentite urla e discussioni violente. I cittadini hanno telefonato alla polizia e sostengono che una donna è stata messa a forza in auto e portata non si sa dove. E’ stato impossibile descrivere i volti perché era buio, ma la città è sotto sopra. E pe finerla con il la cronaca nera, i quaderni segreti della professoressa suicida continuano ancora a fare discutere la Costa Azzurra; si sta indagando anche anche nel paese di Grass vicino a Cannes dove forse usciranno nuovi elementi. Quest’ultimo caso desta molto scalpore tra i giovani cineasti che stentano a vedere la diversità tra lo schermo e la realtà stessa.
Dopo “Heli” di d’Amat Escalante, la paura continua a correre sul filo con il film di Jia Zhngke “Ti an zhu Ding” (A touch of sin), dove si scopre l’altra Cina, quella cruenta, della miseria, della prostituzione, della delinquenza, della fame, della grande e piccola mafia, dello sfruttamento del lavoro non solo minorile e della non tutela degli incidenti in fabbrica. Si spara, si spara e si ammazza sempre e ovunque e alla fine sono costrette a farlo anche persone per bene per sopravvivenza: nessuno riesce a ribellarsi se non rinunciando a vivere o minacciati per non parlare. Il sangue invade lo schermo per fare comprendere che la grande potenza cos’ come si vende al mondo deve fare ancora passi da gigante in nome della legge, diritto civile, del rispetto per la vita e i sentimenti e la libertà dell’individuo. Dietro la facciata occidentalizzata, le sue conquiste nel campo della ricerca e della tecnologia, dela produzione avanzata, delle sue università, dell’alta velocità e così via, si nasconde un sottobosco di periferie e di regioni isolate dove la vita è gestita da speculatori, delinquenti, bande disposte a tutto. Ma non tutti ce la fanno e qualcuno, come un giovane cinese che cerca di lavorare in posti diversi per passare più soldi alla propria famiglia decide di uccidersi buttandosi giù dall’undicesimo piano della fabbrica dormitorio dopo avere lavorato anche in un night a luci rosse e dove incontra una giovane ragazza che ha una figlia nascosta da mantenere e si prostituisce per vivere e mantenerla. Si parla di crisi nel film, di gente che si reca da un posto all’altro per trovare lavoro, ma in Cina c’è sempre stata. A consolare questa povera gente qualche spettacolo per strada che ricorda le vecchie tradizioni musicali e teatrali. I villaggi sono tagliati fuori dalle grandi città e non c’è controllo ne assistenza.
A tirare su il morale è stato il film tanto atteso di Sophia Coppola “The blig ring” che racconta di un gruppo di ragazze giovani che svaligiano a Los Angeles le ville delle stars per rubare soprattutto abiti, borse, scarpe e gioielli griffati. Indossarli significa sentirsi almeno per un giorno come loro, importanti, ammirate, ma in realtà sono persone senza un’identità, una cultura, sole a confrontarsi con altre persone sole e a scambiarsi amicizie su face boock arrivando anche a contattare account per inserirsi pagando a una festa dove c’è qualche piccola star. A quanto pare è un fenomeno per il momento americano e non europeo, ma come si sa noi siamo il satellite dell’America e questo fa un po’ paura.
Sono 80 i films stranieri e 20 quelli francesi, grazie a un accordo durato parecchio tempo tra Francia e Usa. A Parigi dove i film sono subito nelle sale, si sente una grande competizione con l’America: “Gatsby il Magnifico” è stato criticato e stroncato, mentre la Francia continua a dimostrare amore e ammirazione per i nostri film made in Italy, come quello del napoletano Sorrentino in concorso tra qualche giorno. Di film italiani però fuori competizione ce ne sono ancora tre. Si registra un grande successo anche per “Jeune e Jolie” di Francio Ozon. In scena la bella Marine Vacth, geraldine Pajlhas, Frèdric Pierrot, Charlotte Rempling, John Leysen, Fautin Ravat, Natalie Richard e Laurent Belbeque. “Synopsis”, nelle sale dal 21 agosto, è il ritratto di una ragazza di 17 anni, in quattro stagioni scandito da quattro canzoni. Interessante anche il lungometraggio di Roberto Minervini e curioso “Lo sconosciuto del lago” di Alain Guiraudie. Una passione omosessuale dai toni forti ambientata nella natura, dove l’elemento estetico va a compensare i segreti di un’eccitazione forse eccessiva (Sezione V.C.Regard). Ne “Le passé” di Asghar Farhadt, proiettato solamente questa mattina alle 8, sempre in concorso, si racconta la difficoltà di ricominciare una vita sentimentale quando tutto di quella precedente sembrava impedire il futuro. Applausi alla bellezza di Marine Vacth e a Emanuelle Seigner, ma anche Marion Cotillard e a Berenice Bejo. Ma il brutto tempo continua e le mises delle stars sono pogo godibili. Per domani si preannuncia un raggio di sole.