CONSERVATORIO G. VERDI, SALA VERDI
SABATO 8 GIUGNO ORE 20
Fausto Romitelli (1963-2004)
Professor Bad Trip (1998-2000)
per ensemble
Lesson I (1998, 14’)
Lesson II (1998-1999, 11’)
Lesson III (2000, 15’)
Introduzione al concerto a cura di
Vittorio Parisi, Mauro Bonifacio, Davide Gagliardi, Massimo Marchi
Ensemble del Conservatorio di Milano
Giada Guzzetti (I)Alice Pratolongo (II-III) flauti
Terry Limache (II-III) clarinetto
Alice Molari (I-III) clarinetto basso
Pietro Vitali tromba
Pierpaolo Dinapoli chitarra elettrica
Mattia Nogarè (II) Jacopo Barboro (III)basso elettrico
Sonia Candellone (I) Liliana Parisi (II) Giovanni Galletta (III) pianoforte
Fabio Bossi tastiera elettronica
Diego Fabbi percussioni
Stella Zats (I-III)Elisa Verona (II) violino
Paolo Fumagalli* viola
Giulia Sanguinetti (I-III)Giorgio Casati* (II) violoncello
Marco Orazio Vallone direttore
Wanda Cinquetti (I) Damiano Festa (I) regia del suono
Alessio Di Dia (I) elettronica
Joanna Carvelli (II) Francesca Seggioli (II) Mirko Colombo (III)Federico Luzzardi (III) regia del suono
* tutor di mdi ensemble nell’ambito del Laboratorio Tecniche estese tenuto con Corinna Canzian, Paolo Casiraghi, Sonia Formenti, Luca Ieracitano
Vittorio Parisi coordinatore del progetto
Davide Gagliardi, Massimo Marchi tutor per elettronica e regia del suono
Leopoldo Saracino tutor per chitarra
Produzione di
Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano
nell’ambito di m2c Istituto di musica moderna e contemporanea
«È nel 1997 che Fausto Romitelli inizia la scrittura della prima Lesson del ciclo Professor Bad Trip, destinato a diventare il suo maggior successo. L’opera è sin dall’inizio concepita come stadio iniziale di un vasto cantiere, prima anta di un ampio trittico “psichedelico” con l’aspetto di un manifesto estetico, la cui realizzazione impegnerà diversi anni. […]».
L’avventura Bad Trip si colloca «sotto il segno della festa e dell’energia trasgressiva: l’intero lavoro, malgrado il suo colore scuro, trabocca di idee e respira una gioia giovanile – gioia d’inventare, di spingersi sempre oltre, di osare divenire se stessi. “La nostra generazione non ha inventato nuovi sistemi […]. Noi cerchiamo di integrare nella scrittura materiali differenti, senza rinunciare […] alla definizione di uno stile capace di metabolizzare le diverse influenze e di generare immagini sonore nuove”, dichiarava Romitelli. Asserti al contempo umili e ambiziosi. […].
Così, Professor Bad Trip disegna una “nuova immagine sonora” all’altezza del nostro tempo – dei romanzi di William Burroughs, dei film di David Lynch, dei dischi dei Sonic Youth: l’immagine di un corpo snervato, disorientato, inetto a qualsiasi pacificazione, che incontra la propria umanità solo in esperienze limite che mettono a rischio la sua identità». (Jean-Luc Plouvier)