Eterno visionario film

La vita di Luigi Pirandello, intrecciata con le sue donne, la moglie Antonietta Portulano e la grande musa, Marta Abba, incontrata quando lei aveva 25 anni e lui 58, con la quale visse una relazione importante di lavoro e di sentimenti, seppur platonici. Donne come la moglie Antonietta e Marta, la “musa”.

“Donne che sono al centro di Eterno visionario , il film – che dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma 2024 vedremo in sala il 7 novembre – con cui Michele Placido racconta la figura pirandelliana tra il pubblico e il privato. Una pellicola che racchiude già in quelle due parole i concetti cardine: la visione poetica e illuminata dello scrittore, drammaturgo e poeta, quanto la capacità di resistere al tempo, e diventare guida, oracolo da affrontare”.

“Michele Placido – che dirige e si ritaglia il ruolo di Saul Colin, l’agente di Pirandello, quasi a volerlo osservarlo fino alla fine – racconta Pirandello, ancora una volta, ma vederlo rappresentare sul grande schermo è una rivelazione. Per lui, lo dice lui stesso, è diventato un “padre putativo”, uno di famiglia, una sorta di San Giuseppe creativo, dal quale continuare attingere, farsi trainare. È successo spesso, portandolo a teatro, succederà a breve, merito di uno spettacolo il prossimo 31 gennaio a Ferrara, Trilogia di un visionario, grazie alle novelle SgomberoLa carriola e L’uomo dal fiore in bocca. È accaduto nel cinema in film come Ovunque sei e La scelta, liberamente ispirati da alcuni suoi scritti, ma mai in un lavoro tale. E aggiunge, citandolo, “La vita, o si vive, o si scrive”. Beh, lui l’ha messa in scena, con cura e pregio”.
Eterno visionario film pirandello

Fabrizio Bentivoglio è Luigi Pirandello in “”Eterno visionario”

“La pellicola parte nel 1934, quando Pirandello sta andando a ritirare il Premio Nobel, senza però quella persona che avrebbe voluto accanto, l’unica, Marta Abba appunto, la sua musa ispiratrice, perché il “Nobel non è solo un premio, ma alla sua arte”, dice. Da lì è un alternarsi di ricordi, istanti: il loro primo incontro, sul palcoscenico, l’aspetto privato di Pirandello, i figli, Stefano, Fausto, Lietta, la moglie, travolta dalla follia, rinchiusa poi in ospedale. La storia disegna il suo carisma, il mancato film con Murnau, i tormenti, la gioia dell’amore, la passione per la scrittura, e sceglie un attore impeccabile del calibro di Fabrizio Bentivoglio ad incarnarlo Lo stesso che, nei panni del poeta, esorta “Il pubblico va provocato, preso a schiaffi”, dice. È una frase d’altri tempi, moderna, attuale. Come la visione di Placido”.

Luna Vincenti è Marta Abba. Partiamo da Federica Luna Vincenti, produttrice per Goldenart Production, compagna e moglie di Placido, madre del suo ultimo figlio, è una dei motori di questo film, a 360°. Lei si è prodigata oltremodo riguardo i finanziamenti, le coproduzioni, è successo anche per L’ombra di Caravaggio. E sempre lei ha sostituito poche settimane prima delle riprese Miriam Leone, impossibilitata, in quanto incinta, interpretando proprio Marta Abba, restituendone l’eleganza e lo spessore di ciò che fu. Il Maestro l’aveva scritturata senza conoscerla: la giovane attrice, di nemmeno 25 anni, si era distinta fra gli allievi dell’Accademia dei Filodrammatici e poi era stata notata dall’esigente critico Marco Praga.

L’attrice ideale. Marta Abba nella vita e nell’arte di Luigi Pirandello di Dina Saponaro

Luigi Pirandello: Lettere a Marta Abba di Pirandello

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«Immaginare storie e metterle in pratica è complicatissimo – dice – Cercare 11-12 milioni di euro sul mercato italiano è molto difficile, perché per realizzare film di questo tipo c’è uno studio che dura quasi due anni. Era un progetto complesso dal punto di vista tecnico, non solo per gli effetti speciali, ma anche per i tantissime teatri, i costumi noleggiati in tutto il mondo, le scenografie. Avevo lasciato il teatro, non riuscivo con la produzione a conciliare con la recitazione. Poi, due settimane prima del film, l’attrice che doveva interpretare Marta Abba era incinta, quindi sono entrata a sostituirla. Io entro sempre per sostituire qualcuno, nella vita è così. Questo personaggio, però, mi ha ricordato l’inizio della mia storia con Michele. Pirandello fu folgorato da questa donna, in un rapporto simbiotico, nel quale entrambi hanno attinto energie vitali, ma è grazie a lei se lui ha scritto delle bellissime opere. Nove-dieci anni importanti, fino all’epilogo famoso nella notte sul Lago di Como. Pirandello le inviò oltre 560 lettere, lei rispose solo a 238: fu una donna anche un po’ gelida nella vita. Qui mi sono ispirata a Mariangela Melato, era capace di poter rappresentare tutto. La nostra vita è piatta rispetto ai personaggi che invece possiamo interpretare».

Dall’altra parte c’è Valeria Bruni Tedeschi, altrettanto cruciale nel tratteggiare la moglie di Pirandello, “Antonietta Portulano, moglie di Luigi Pirandello, è affetta da delirio paranoide e la rende pericolosa per sè e per gli altri“, in primo luogo per la sua famiglia. Così si legge nel certificato medico redatto dal dottor Ferruccio Montesano dell’Università di Roma l’11 gennaio 1919. «Non era la prima volta che entravo nella camera da letto di Pirandello e di sua moglie», racconta la Bruni Tedeschi. C’ero entrata 30 anni fa, sempre con Fabrizio Bentivoglio, il film era La balia di Marco Bellocchio. Antonietta aveva una pazzia implosa, mentre grazie a questa sceneggiatura ho scoperto che la sua pazzia è esplosa, senza argini, la stessa, ma trasformata con gli anni. Riesce a dire tutto, disturba, dunque la mettono all’ospedale. Una cosa mi tocca: come la follia ci spaventi, è lo specchio di quello che siamo. La mia sfida non era questo, anche perché non la considero folle. Io ho lavorato con il mio bisogno di dire la verità». D’altronde, come scrisse Pirandello in una lettera all’amico Ojetti “La pazzia di mia moglie sono io”.

Riscoprire un personaggio poliedrico come Pirandello è un bel lavoro, non si piuo’ sbagliare nulla…Ma anche con l’aiuto dei suoi testi teatrali piu’ famosi come Il Berretto a Sonagli,,Uno nesssuno e centomila….solo per fare degli esempi..si ouò risalire alla sua psiche alla sua personalità, al suo temperamento, alle sue gioie e ai suoi dolori.

Un film da non perdere!