Il presente volume, che raccoglie in modo sistematico le relazioni scritte da Aldo Rossi, uno dei massimi architetti della seconda metà del Novecento, nel corso della sua attività professionale, dimostra come la scrittura sia stata da lui usata come un vero e proprio dispositivo di progetto.
Per Rossi scrivere una relazione era l’occasione per dare forma a una riflessione su un determinato luogo, su una realtà storica o una circostanza, servendosi di uno stile narrativo del tutto personale e carico della medesima forza comunicativa ed emozionale che ritroviamo nei sui schizzi e disegni.
Leggendo il libro, i lettori avranno la possibilità di scoprire quello che Rossi pensava dei suoi progetti, quali le speranze che ad essi affidava, quali percorsi aveva compiuto nell’approntarli. Si avverte, sfogliandone le pagine e osservando i disegni molto belli e spesso inediti che le accompagnano, l’ansia che vi è insinuata, ovvero il portato dell’apprensione che l’architetto prova nel licenziare un progetto e immaginarne il divenire, nel prefigurare lo iato che separa le cose così come le si immagina da come esse saranno una volta costruite. Seguendo il filo di queste domande e dei sentimenti che le accompagnavano si possono conoscere risvolti e aspetti inediti e persino imprevedibili di progetti e di opere che si sono guadagnati la fama e hanno scandito la carriera di Rossi, la cui influenza sulla cultura architettonica del secondo Novecento è stata planetaria.
ll libro è stato concepito in occasione della grande retrospettiva Aldo Rossi. L’architetto e le città curata da Albergo Ferlenga e realizzata sotto l’egida di Margherita Guccione per il MAXXI di Roma (10 marzo 2021 – 17 ottobre 2021). |