EMANUELLE CI LASCIA A SOLI 60 ANNI. ADDIO SYLVIA

Dopo il successo che iniziò con “Emanuelle”, del regista Just Jaeckin, Sylvia Kristel ci lascia a soli 60 anni. Così a causa di un tumore muore un mito che la generazione attuale di giovani forse non conosce nememno per sentito dire, eppure Sylvia Kristel è stata una innovativa attrice portata alla ribalta dal film di carattere erotico “Emanuelle” del 1974, un anno che per me ha significato molte cose: la nascita di un grande amore, la vera scoperta del sesso, le rivendicazioni femministe, un modo anticonformista di vestire, la politica, la scoperta della danza a corpo libero modernai viaggi, la scoperta della fotografia come arte e quel mito tutto al femminile di Emanuelle, quella bellezza eterea, un po’ androgina, dolce, fresca, un volto e un corpo le cui fattezze potrebbero essere dipinte nel famoso ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.

Da ragazze ci si fanno dei modelli, la Bardot, la Silvie Warta, la Sandie Shaw, la ragazza che cantava e danzava a piedi nudi, Veruska, nonchè le cantanti dalla beat generation, danne da imitare,  copiare, emulare. Mi sentivo psicologicamente un po’ fragile come lei, forse per il semplice fatto che entrambe non avevamo un padre, il mio era morto che avevo un anno e lei fu abbandonata da bambina. Ma l’allegria e quello sguardo frizzante, fresco, un po’ anche birbante nel quale mi rispcchiavo e riconoscevo.

Dieci anni di film ininterrotto a Parigi tratto da un romanzo di Emanuelle Arsan, mentre “Goodbye Emanuelle”, del 1977 è rimasto in cartellone ben 13 anni a “le Champes Elysèes. Il vero autore del romanzo, era in realtà il marito della Arsan, un diplomatico dell’Unesco Marayat Rollet-Andriane. Dopo ci furono altri due film e 8 fiction. La sua vita è già segnata a 9 anni, il trauma di una vicenda sessuale a 14 anni. Chissà perchè fu scelta per certi ruoli? Come attrice funzionava bene e spesso gli attori ripetono le parti e se stessi. I registi sfruttano il tutto. Solo Maurizio Zuccaro l’ha voluta in un’altra fiction in Rai in una parte diversa ,”Le ragazze dello swing”, se ricordo bene. Ci sono delle foto bellissime di lei a Cannes durante il festival, vestita di bianco con un cappellino di paglia bianco e nero, di vera eleganza e semplicitò; non aveva bisogno di vestire grandi firme era bella così, naturale, disinvolta.

La Kristel è nata in Olanda a Utrecht nel 1952, gambe lunghe, sensuale, occhi chiari, un viso d’angelo, una persona di glamour come si dice oggi. Un destino analogo senpre di abbandono le capitò quando il suo convivente l’abbandonò e lei si diede alle droghe e all’alcool. Il tumore che l’ha colpita così giovane, recentemente portava degli occhiali blu, da vista, segno dell’età ma soprattutto di una donna provata dal dolore e dai vizi, vizi non cercati, non voluti, ma segno di una debolezza interiore che a volte la storia crudele ripete. L’abbandono è un qualche cosa che ci si porta dendro ancestralmente, dalla nascita, è un timore che non ci abbandona mai. Un altra eroina del “je t’aime, je t’aime”. Negli ultimi anni era tornata nei suoi Paesi Bassi. Se Vermeer l’avesse avuta come modella non se la sarebbe fatta scappare.

Furono 16.000 i biglietti staccati il primo giorno nella capitale francese per vedere “Emanuelle” e del rmanzo furono vendute 20 milioni di copie, uscito con lo pseudonimo di Emanuelle Arsan.  Fu un successo clamoroso. Se lo meritava.Il film proiettato fuori dal circuito a luci rosse permetteva alal buona e media borghesia di prendersi la sua rivincita sui tabù, dal sesso allo stile di vita. Tutto sembrava sogno, tranne il mito sessuale-consumistico. Tinto Brass ne ha sempre compreso bene le chiavi di lettura. In fondo fu la prima “vera star per adulti senza riserve”, amata dai giovani, dalle donne e non solo dagli uomini e da persone anziane. Dei tanti amorazzi non seppe che farsene. Spesso veniva confusa con Corinne Clèry e spesso i romanzi erano letti da madri e figlie che li litravano istruttivi. La Kristel rispetto alle veline di oggi nude più che scollate aveva una sensualità e sessualità sobria. Addio dolce personaggio dei 16 anni miei…

Se il padre abbandonò la famiglia per un’altra donna, il suo amore fece lo stesso. Forse la sua forza la trasse proprio dopo avere scritto la sua prima biografia a soli 9 anni e in seguito con grinta andò incontro a tutti i preconcetti, una star che grazie al cul-movie dell’erotismo non si liberò più di quel clichè. Addio Marchese de Sade, scattano i contratti e per scelto e per dovere contribuì al sogno levigato dell’industria del sesso cinematografico e televisivo. Forse, proprio lei che era stata educata si dice in un convento, per ripicca decise di spezzare tutti i dogmi. Abituata a frequentare ambienti eleganti, non si trovò molto bene a recitare con un pigmaglione come Alain Cuny, con il quale non ebbe mai buoni rapporti. Come modella vinse il concorso di Miss Europa e il raffinato Just Jaeckin, un francese la scelse dopo un provino per il famose “je t’aime, je t’aime”. Aveva appena compiuto 60 anni il 28 settembre. Oggi a 60 anni si è ancora giovani e molte attrici ancora in carriera, ma l’affascinante farfalla di Emanuelle ancora una volta ha rotto il copione; forse la vita le stava diventando davvero stretta o forse il tumore l’ha presa ancora una volta impreparata come quando era fanciulla.

 


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