GIGI RIZZI PLAYBOY PIACENTINO CHE VUOLE ESSERE RICORDATO PIU' CHE PER LA BARDOT PER ESSERE UN BRAVO NONNO CHE AMA L'ITALIA
Gigi Rizzi ci ha lasciati tutti a fiato sospeso. Chi se lo aspettava che il simpatico affascinante cugino di Marco Albini e imparentato con lui attraverso la madre Vaccari, già amato da ragazzo tra le colline piacentine di Ponte dell’Olio, di colpo proprio nella sua amata Saint Tropez è morto forse per un infarto nel giorno del suo compleanno? Da quel luogo non si è mai staccato, nemmeno quando si è sposato ed è andato in America e ha fatto il bravo marito e padre per poi tornare in Italia e divertirsi a fare il nonno. Ma nel cuore aveva quegli anni, gli anni Sessanta e anche Settanta; il flirt con la Brigitte Bardot lo aveva ipnotizzato. Lui la giudicava eccentrica, spiritosa, affascinante ma anche dolce e intelligente, nonchè bisognosa d’amore. Signore in ogni caso….
Me lo ricordo come se fosse ieri a una presentazione del libro di un amico comune alla libreria Mursia e poi anche al compleanno di Tommaso Staiti. Era sempre allegro, carino ed elegante. I suoi occhi azzurri erano sempre intensi. Con noi c’erano amici come Massimo Fini e Gian Giacomo Schiavi che ne scrisse la biografia già alcuni anni fa. Mi ricordo che gliela recensii su Il Giornale. Massimo Fine su Il Corriere ha scritto un ricordo di Rizzi commovente e ricco di particolari, preciso nelle date e nei nome come solo Fini sa fare. I suoi occhi azzurri come i suoi pull dello stesso colore portati con indifferenza e quell’aria sempre da ragazzo, da bravo ragazzo un po’ scanzonato hanno fatto il giro del mondo, E’ vero con lui è morto l’ultimo dei playboy, un’attività poco costosa per un ragazzo di buona famiglia che una volta entrato in certi ambienti ne era abbagliato: viveva all’inizio senza spendere molto, perchè in quelle grandi compagnie fatte di attori, artisti, registi, cantanti c’erano sempre feste aperte a tutti e lui che ci sapeva fare (una vera arte), riusciva ad essere amato anche per il suo senso di rispetto verso tutti, per la sua ironia, la sua simpatia che mai risultava eccentrica o sgradevole.
Oggi 69 anni sono pochi per morire, ma forse quella, nella sua Saint Tropez e’ stata la morte più dolce. Viveva a pochi chilometri da quel luogo e lo raggiungeva facilmente. Quando cinque giorni fa ho appreso della sua morte mi è venuto un tonfo al cuore, forse perchè tra di noi c’era una cera simpatia o forse perchè ci ha uniti il “cugino”, l’architetto Marco Albini che gli assomiglia molto e al quale sono legatissima, Che belli dovevano essere gli anni Sessanta in Costa Azzurra, capisco come quello fosse il suo epicentro, un epicentro che gli rimase nel cuore, troppo nel cuore, Un tempo di “droghe leggere” e alcol in certi ambienti li usavano un po’ tutti (oggi più che mai anche se quegli ambienti purtroppo non ci sono più), ma lui non ne aveva nemmeno bisogno, Di qualche bicchiere di vino o di alcol quello si, come un po’ tutti, ma perchè il suo cuore non ha retto, come non resse per l’infatuazione per la B.B.? Ma non c’era solo la Bardot ad ammirarlo, c’erano anche Natalie Delon, Silvia Casablanca, fino alla mitica Verushka. Forse era quell’aria stupita e un po’ sprovveduta che gli faceva cadere ai piedi le più belle donne del mondo. Ma c’è un perchè in tutto questo? Le donne sono state meno innocenti di lui? Chi può dirlo, questo vale per ieri come per oggi, Io sono ancora convinta che noi siamo il sesso debole e che la legge non ci tutela abbastanza sotto vari profili.
Gigi ha dichiarato che il Sessantotto che in Italia arrivò nei primi anni Settanta, non fu per lui la grande contestazione politica e sociale, quella vera fu un’altra, quella di chi come lui arrivava da un Italia ancora povera e che viveva nel mito francese, dei suoi cantautori, attori, registi, letterati, ma che era riuscito a farsi strada nella grande Francia quella si della contestazione ma anche delle libertà sociali, del divertimento era per lui, come per altri un riscatto. Un riscatto che riguardava anche il suo Paese, capace di farsi accettare, di entrare a fare parte di quel mondo dal quale si poteva apprendere molto. Aveva conosciuto i registi della nascente “Nouvelle Vague” come Truffaut, Malle, Godard, Clouzot…Cosa c’era di più bello e di incantevole come le canzoni francesi suonate sulla spiaggia o nei locali dove si girava a piedi scalzi? Il breve ma discusso flirt con la Bardot aveva fatto tanto discutere tutti i rotocalchi italiani e francesi. Aveva vinto veramente la concorrenza con i miliardari delle Rolls che avevano yacht da fare invidia. Lui che da Nervi era venuto, tutto gli era a portata di mano e fu orgoglioso qualdo il filosofo Jeane Paul Sartre si invaghì della sua Brigitte, Sartre non potè mai averla. La sua compagna, Simone de Bouvoir le aveva dedicato un saggio nel 1960: “B.B. merita oggi di essere considerata un prodotto di espertazione importante come le automobili Reanault…>. Bob Azam le didicò una canzone. Per non parlare poi di Serge Gainsbourg e Picasso non riuscì per un pelo a dipingerla nuda. Cannes era ai suoi piedi ma lei preferiva la Madrague, il suo cimitero lungo il mare dove portava sempre i fiori freschi sulla tomba dei suoi parenti e anche sulla sua futura. Girava con lui al mercato di Sant’ Tropez incurante di quello che diceva la gente, abbracciata o per mano. Ma Gigi Rizzi non si era accorto che aveva si piantato la bandiera tricolore italiana in terra straniera e forse per quella sua negligenza consapevole o meno conobbe Alain Delon, Charrier, Belmondo, Jeanne Sorel, Hossein, Samy Frey, Claude Brialy, Stroiberg, Milene Demongerot, Francois Arnoul e Chaterine Deneuve, solo per citare alcuni.
I latin lover, quelli che in Italia si davano alla Riviera romagnola, Liguire o a Roma faceva a sè, ma era già “marcia” (sembra dalle descrizioni di Gigi di vedere “La grande bellezza” di Sorrentino; o anche a Capri, ma questo avvenne un poco dopo, si erano stancate delle “nordiche legnose” come le tedesche, le olandesi erano un po’ più simpatiche o le svedesi erano più di liberi costumi, mentre le francesi avevano in faccia la voglia di vivere. C’è una foto tra le tante in cui la Bardot è in spalla a Gigi Rizzi con il volto innocente, il sorriso sulle labbra, la freschezza della innocenza quella vera, dove il sesso era il complemento del tutto. Tutti sembravano dire “Amore e pace”, “Peace end love”.
Laurent Terzieff (“Peccatori in ble jeans”), a piedi nudi, scalzi, a dorso nudo, con delle coroncine di cuoio o fiori in testa, calzoni a righe un po’ scampanati o alla caprese per le donne e quando non erano scanze portavano le ballerine. La Bardot faceva la ballerina prima di darsi al cinema, Quel passo, quell’eleganza Gigi gliela riconosceva sempre.Anche negli anni Settanta Gigi Rizzi con il suocharme è stato vorace ma istintivo.”La voglia di vivere conta, più dei miliardi” amava ripetere insieme al vecchio slogan “Fate l’amore e non la guerra”, ma anche se altri suoi amici nati anche loro nel 1944 si impegnavano nelle lotte politiche, Gigi rimase sempre a margine perchè ne conosceva l’humus con il quale si erano formati. Amava i night club che erano alal moda, il pocker con il quale lasciava le tasche vuote ai giovani della Milano-bene.Insomma anche lui la sua lotta la faceva, era alla sopravvivenza pure e al mito, perchè reggere un mito non è cpsa da poco, è un mestiere.
Ma con gli anni Settanta piano piano l’immagine del playboy era demodé. Anche il sesso non faceva più presa, iniziavano gli anni di Piombo, giovani ammazzati perchè contestavano lo Stato corrotto, sono gli anni di Rostagno, dei salotti della Crespi (La signora del Corriere), di Capanna, ma sono anche gli anni di Piazza Fontana, della morte di Annarumma, mentre Roma rimane la stessa corrotta e piena di vecchi vizi che non facevano per lui. Passati i 30 anni circa va in Argentina con i soldi di famiglia e quei pochi che gli sono rimasti per ritrovare una vita sana, spontanea e conosce Stella, bionda anche lei, ma Buenos Aires lo butta nel caos della tentazione. I giovani dandy locali lo stuzzicano a quanto pare e riappare la cocaina. Convinto di staccare come quando gli pareva, una convinzione che hanno in molti finisce per entrare in clinica per disintossicarsi: per dieci annio era stato felice con Stella. Poi conosce Dolores che diventerà sua moglie. Lo fa lavorare, trovare la dignità persa e torna in Italia proprio a nervi dove una quarantina di anni fa era partito per la Francia, pieno di garndi speranze. In un’ultima chiacchierata aveva detto “ora vedo le cose diversamente, abitavo a Roma e non ero mai entrato in San Pietro”. Negli ultimi anni leggeva, andava per mostre, niente wisky o poker, solo atnti ricordi, tante belle foto del tempo passato, E ora che non cìè più, chissà se verràfatto un secondo (che c’è già credo?) o un terzo libro. Perchè la storia continua e a Gigi nessuno voleva male. Lui aveva sempre rischiato in proprio e questo glielo dobbiamo riconoscere.