GUIDO RENI E LA MAGNIFICENTE BELLEZZA. CAPOLAVORI DA ASCOLI PICENO….

Guido Reni - ANNUNCIAZIONE - Ascoli Piceno , Musei CiviciMi commuove sempre parlare delle Marche vuoi per il terribile dramma ,a vuoi anche perchè c’è qualche cosa che mi lega fino da bambina a questa terra magnifica e a questa gente generosa ma poco fortunata. Sono lontane le vacanze a San Beneetto del Tronto eppure quei ricordi li ho nel cuore e nella mente e l’amicizia con amici che vivono ancora lò per me è una manna dal cielo, anche se vorrei essergli più utile. Ma anche dall’arte arriva qualche buona notizia.

Usciti dalla Pinacoteca civica di Ascoli Piceno a Enna in Sicilia. Un capolavoro assoluto dell’arte del Seicento, “da tutti i virtuosi ammirata per una delle più belle, se non la più bella delle sue bellissime dipinture” – come attestano le fonti antiche – approda nel cuore della Sicilia e diventa “testimonial” del patrimonio artistico marchigiano colpito dal sisma con la mostra “Guido Reni e la magnificente bellezza. Capolavori da Ascoli Piceno”, promossa dal Comune di Nicosia, insieme alla Pro Loco, alla Confcommercio, alla Diocesi di Nicosia e alla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno e a cura di Stefano Papetti, direttore della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, e Antonio D’Amico, ideatore del progetto. L’obiettivo della mostra è quello di sostenere il territorio marchigiano ferito dall’ultimo sisma, che ha devastato il centro Italia, e finanziare il restauro di un’opera del territorio ascolano danneggiata dal terremoto.

La somma bellezza dell’arte “senza tempo” di Guido Reni approda a Nicosia insieme ad altre due tele pendant del caravaggesco Giacinto Brandi con il Beato Bernardo Abate e San Benedetto Abate, provenienti dalla chiesa ascolana di Sant’Angelo Magno, da dove sono state rimosse in seguito ai danni riportati dal terremoto del 30 ottobre 2016.

Le opere marchigiane trovano una location d’eccezione all’interno della Chiesa di San Calogero, un gioiello da riscoprire del barocco siciliano edificato alla fine del Seicento dalla Confraternita di Santa Maria degli agonizzantiGiacinto Brandi, S. Benedetto Abate, 1662, Ascoli Piceno, Chiesa di Sant'Angelo Magno.

L’Annunciazione di Guido Reni non arriva a caso a Nicosia dove vi è una presenza affascinante di opere del Seicento come quelle di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, Pietro Novelli detto il Monrealese e Salvador Rosa, custodite nella Cattedrale, ma anche gli straordinari affreschi che il fiammingo Guglielmo Borremans lascia nella chiesa di San Vincenzo agli inizi del Settecento, così come non del tutto secondaria è la presenza di copie di buona fattura che ricalcano composizioni di artisti bolognesi quali Domenichino e per l’appunto Guido Reni, la cui fama si estende in tutta la penisola. Nell’Annunciazione è straordinario ammirare una resa del ‘vero’ di sommo effetto che si riscontra nella cura dei dettagli e nell’attenzione ai valori ‘tattili’ espressi nella meticolosa trascrizione pittorica dei gioielli che ornano la veste dell’angelo annunciante, dei morbidi capelli, delle stoffe e dell’atmosfera del paesaggio che si apre al centro della scena.

Le due tele che Giacinto Brandi inviò da Roma nel 1662 per la chiesa di Sant’Angelo Magno raffigurano invece due colonne portanti dell’ordine benedettino e appaiono connotate da un sentimento di forte devozionalità, risentendo nel fraseggio chiaroscurale dell’influenza di Mattia Preti, l’artista calabrese che completò la sua lunga e prolifica carriera artistica a Malta e inviò diverse opere in Sicilia che ancora oggi si riscontrano sull’isola.

L’esclusiva mostra di Nicosia, nel cuore della Sicilia in provincia di Enna, è dunque un importante e significativo appuntamento da non perdere perché l’arte aiuta l’arte ferita a risorgere dalle ceneri di un sisma che ha devastato il nostro patrimonio culturale che rappresenta un’identità di cui andar fieri.

 

 

 

 

 

 

 

 


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