HARVEST DI DI ACHINA RACHEL TSANGARI. REGISTA GRECA RIEMERSA AL LIDO DOPO 10 ANNI. EBBENE E’ STATO IL FILM PIU’ BRUTTO CHE ABBAI MAI VISTO IN QUESTA CONFUSISSIMA E MALE ORGANIZZATA MOSTRA DEL CINEMA

Di film orrribili ne ho visti tanti ma insignificante, orribile, noioso come questo di cui vi parlo ne ho bisto pochi in 30 anni di lavoro giornalistico. Ambientato in un’epoca imprecisa, ma che alcuni ben informati legano alla fine del XVI secolo, il film, tratto da un romanzo con lo stesso titolo, ma finora rimasto inedito, grazie a Dio, in Italia, racconta di una comunità rurale inglese in cui la rivoluzione agricola non ha ancora preso il via, i terreni sono ancora collettivi e se ci sono proprietari terrieri non c’è ancora una legge vera e propria a sancirne gli onori e gli oneri. Qui è un certo Mr Kent a guidare il tutto, e il suo amico Walter Thirsk, la cui madre è stata balia di entrambi, a fargli da braccio destro: sono tutti e due uomini di città, sanno leggere e scrivere, anche se Walter, per come si veste e si muove, sembra più un troglodita che un erudito. Poiché le terre appartengono alla moglie di Kent, una volta che quest’ultima muore è un suo parente a ereditarle e a decidere come farle fruttare nel futuro. La scelta di quest’ultimo è di cacciare gli agricoltori e di preferire in toto i pastori…

Secondo la regista, Harvest è un film che racconta “il trauma della modernità” e insieme “l’invasione del mondo esterno: il cartografo, il migrante e l’uomo d’affari, tutti archetipi di cambiamenti sconvolgenti”. Pur non essendo dei fanatici della modernità, bisogna dire che la ruralità descritta in Harvest è talmente vicina alla pura e semplice animalità da non versare lacrime sulla sua scomparsa. “Come possiamo salvare il suolo, il sé, all’interno dei beni comuni?” si chiede ancora la regista: una risposta potrebbe essere cercando di non fare brutti film.

Erano circa quindici anni che Athina Rachel Tsangari non veniva a Venezia. Allora, con Attenberg, Ariane Lebed vinse la Coppa Volpi come migliore attrice. Se questo intervallo di tempo verrà mantenuto per il futuro, per quello che ragionevolmente possiamo prevedere per noi, siamo salvi.  In confronto la Berlinale e’ organizazta molto bene, Cannes fa patire i giooornalisti ma è precisa nelle scelte e i posti a sedere per vedere i film in concorso e quelli validi fando piu possibilità a tutti di vederli.

Daniel Craig , agente 007 ha avuto il ricoscimento con “Qeer” di Guadagnino,,L’America Latina e’ stata rifatta a Roma ..torna la storia la storia d’amire nel film….Per i Premi, I leoni aspetttiamo il 7 sera. Il Leone d’Oro alal Carroiera è andato a Sigourney Weaver  e a Piter Weir ha ricevuto il leone d’oro alla Carriere, un uomo e una donna,  La Hupper, presidente della Giuria consegnerà i Premi.


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