I MOMENTI DIMENTICABILI DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA, IMMAGINE INSOLITE POETICHE E ANCHE SCANZONATE. MORTE E AMORE TRA FANTASMI E REALTA'. Il SEGRETO DELLA VINCITA DEL "PICCIONE" SVEDESE
Vegetariana è Alba Rohrwacher. La Deneuve è affamata…..La priam scena di “Hungry heart” potrebbe essere considerato il colpo di fulmine di tutta la Mostra e forse anche della storia del cinema; due persona rimangono chiuse in un bagno promiscuo, stretti, dove il personaggio maschile ha problemi intestinali e emana odori non piacevoli. I due si innamorano lo stesso dopo guesta avventura seguita a un grande abbuffata. Altre stranezze? I piloti non decollano più, parlo di quelli di guerra Sparano a due passi di casa come proprio in una play station e dopo uqesta vita da “ufficio, “Good Kill” I cecchini soaziali non hanno più bisogno di fare il tanto odiato Check-in. Anche questa volta Larry Clark, dispettoso come sempre, ha provato con le sue provocazioni anche a questa edizione. Come? Usando i giovani per rendere scandali “vuoti”, storie di pedofilia, feticismo, prostituzione, suicidio. Poi arriva il bacio del magnifico, “The innocent” 1961) di Jack Clayton, fil gotico, animato da spettri per provocare, scandalizzare. Non di certo come ha fatto Franco perchè per lui la mostra è un film. Cerimonie e passerelle per finta, sono le riprese del grande ed eclettico cineasta amaericano di “L’urlo e il furore” tratto dal libro di William Faulkner. James Franco è nelle vesti di resista e di protagonista, u ragazzo handicappato alle prese con una famiglia americana del Sud America dagli anni ’10 al 1929, la grande crisi.
Franco si presenta pelato e con tatuaggi, ha tagliato i suoi bei capelli, ma non i baffi, perchè sta girando un nuovo film e si aggiudica da Alberto Barbera anche il Premio Jeager-Le Couture. Recita anche Barbera sia in Sala Grande che sul red Carpet trasformati in palcoscenico. Nel magnifico film russo che ha vinto il Festival, “The Postman’s white night” il protagonista è convinto di vedere un gatto, un tocco fantasmatico di un film ricco di fantasmi che abitano sulle sponde di uno splendido lago. E poi ancora “Messi” messo alla porta, non il fuori-classe del Barcellona portato sulle scena da Alex de la Iglesia, ma Michael Keaton rimasto in mutande fuori dal teatro dove recitava. La stessa cosa è successa anche ad Al Pacino perchè nessuno riconosceva che fosse il famoso attore. Non c’è pace neanche da morti, come ha voluto dirci il film in cui rubano per diperazione la bara di Charlie Chaplin in “Il riscatto della gloria”, raffinata pellicola comunque, alquanto strana e bizzarra. Insomam se ne sono viste tante dietro le quinte in questo Festival, incluso una marea di giornalisti accreditati che si sono presi più di 60 Euro di Multa daglia ssatanati lavoratori, penso precari e magari anche stipendiati con premi, percentuali; mai come quest’anno di sono vist’ cos’ tanti controlli dellìACTV e farne le spese i poveri 2350 giornalisti, non tutti, ma una buona parte perchè hanno saputo il secondo giorno che potevano prendere da San Marco solo la Linea 20 che arriva diretta al Casinò del Lido e quindi al Palazzo del Cinema. La linea dalla Giudecca come lo sorso anno quest’anno la Biennale Cinema non la passava nell’accredito pagato da ciascun giornalista e giornale, ma solo da San Zaccaria, dopo piazza San Marco al Lido come ho appena detto. Peccato che gli addetti agli accrediti al Lido il primo giorno hanno detto che le linee erano due a nostra disposizione e non c’è stata buona fede che tenesse, neppure la variante di pagare un biglietto: più di 60 Euro a tutti i giornalisti con tanto di tesserino appeso al collo. Una ladreria che va contestata da tutti e che la Biennale si impegni a intercedere per i rimborsi quando si fa ricorso. Più semplice sarebbe stato per evitare lunghe file e rischiare di perdere film e conferenze, dire che tutti i vaporini da San Marco al Lido Casinò-Cinema valesse per andata e ritorno per tutte le linee. L’esborso della Biennale non sarebbe stato tanto diverso. Anche nei cuori affamati e fragili” di Costanzo tratto dal libro di Franzoso (dieci lunghi minuti di applausi in sala”, emergono fragili amori. E’ stato il secondo film italiano in concorso e ha avuto il suo riconoscimento, due premi, maschili e femminili per la miglior recitazione. Il terzo italiano del film “Leopardi” di Martone non ha avuto nulla e nemmeno il primo, ossia De Maria con “Anime nere” è rimasto a bocca asciutta”.
Tra le stranezza baci e self anche per i divi in passerella come Belen con stefano De Martino, Mario Martone e Ippolita Di Maio, Paolo Verdone e Paola Cortellesi, ma anche Giovanna mezzogiorno…ce n’è anche per Emma Stone. La festa per il film “Perez” di De Angelis al Museo Peggy Guggeheim a notte fonda con il regista Edoardo De Angelis. Serata sponsorizzata da Tiffany che aveva prestato i gioielli per i protagonisti maschili e femminili. Ma Zingaretti questa volta nel film lo vediamo scendere a patti con la mala, il contrario di Montalbano che riprende in questi giorni in tv. Al Guggeheim ripartono mostre anche per famiglie il 20 settebre è attesa l’esposizione “Azimut/H” a cura di Massimo Barbero. La mostra vuole celebrare la Galleria e la rivista Azinut/h fondata nel 1959 a MIlano da Enrico Castellani e Piero Manzoni. Non mancano allo spazio Tela Lucio Fontana e Theo Van Doesburg. Per il fine settimana “Famiglie in Festa” con laboratori gratuiti per i bambini re ragazzi. La manifestazione fa parte della Direzione Politiche Sociali Partecipate. In questi giorni è uscito anche il libro di Italo Moscati dedicato Eddoardo De Filippo che ha riscontrato grande interesse tra i giornalisti. Auguri!
Tra le stranezze Edoardo Winspeare, pugliese, che non ha nulla a che vedere con la Mostra in corso; ha fatto 6 film e un documentari e gira film con tutta la famiglia. E’ stato anche a Venezia in passato, Ma il film ha avuto successo. Una sinfonia di attori che non hanno a vedere con quelli di Altman o Fellini, ma il nostro regista del Salento sogna, ma non riesce mai ad essere spietato. Ruba i volti e studia come sono le persone e le mette in scena, colgo le relazioni tra gli attori…Sono andato a scuola per imparare il cinema. Ha fatto gavetta prima e dopo; ho Studiato all’Università del Cinema di Monaco che mi hanno dato grandi basi teoriche pratiche. Dall’amore da bambino del cime con la madre, alla Germania e poi in America per ritornare in Salento.
Serio il regista Koncalovskij che continua la sua battaglia contro un cinema che definisce “giocattolo”: “Si fanno tanti film per teenager ma io voglio ancora comunicare le miei emozioni”. ” Le notti bianche di un postino in un villaggio sperduto della Russia è piaciuto molto anche al pubblico, solo in una conferenza stampa ha detto “L?Ucraina è un pericolo per la Russia, ma l’eurocentrismo impedisce di vederlo come tale. L’iilusione per gli europei è che la democrazia sia qualche cosa di potivo comunque. Non vedono i suoi effetti nei Paesi poveri, in Africa, Libia, Iran, Egitto, Tunisia, dove le elezioni hanno portato al potere dei dittatori. Io sono considerato un reazionario, ma sono un uomo tranquillo”.
Due parole sul film vincente e inaspettato come “Un piccione andato su un ramo riflette sull’esistenza”, dello svedese Roy Andersson che ha vinto il Leone per la miglior Regia, forse stupendo per un film costruito come una serie di immagini pittoriche attraverso le quali due commessi viaggiatori (il riferimento non è casuale), conducono lo spettatore in un vagabondaggio attraverso i destini umani in cui la grandiosità della vita riflette un alternarsi di tragedia e di fragilità. Il segreto del successo lo lascio a ognuno di voi.
Ma i tempi d’Oro del Festival sembrano finiti. Lo afferma Vittorio Talvacchia, capo concierge dell’Hotel Excelsior al Lido (ha anche recitato con De Niro)….e la pensa un po’ così anche il figlio del fondatore Volpi di Misurata, che pensa ci debba essere un cambio per la presidenza del Festival avrebbe una ricetta in tasca di chi può portare soldi come un inglese di cui non posso fare il nome ma che q Venezia chi è del settore sanno chi il conte Volpi ha in mente da due anni. Intanto Baratta prosegue il suo cinema per tanti sempre un po’ come la rassegna torinese che ha seguito per diversi anni.