"I SENTIMENTI SVANISCONO, IL DENARO LI SOSTITUISCE"? L'AFFARISTA DI BALZAC
Uomini d’affari corrotti, manager prestati alla cosa pubblica, giocatori di borsa, proprietari esigenti e affittuari morosi, apparenza e ipocrisia, sono gli gli ingredienti di una commedia tragicomica che scrisse Honoré de Balzac nella prima metà dell’Ottocento, lui stesso inseguito dai creditori, assillato dai debiti e trionfatore a momenti alterni. Un abile affarista, idealista che seppe fare della letteratura un’arte e una denucia della società del tempo. Nulla sembra essere cambiato, sempre di crisi personali e di Stato si parla, di debiti e di creditori, di status, di amicizie altolocate, di millantatori….
Nello spettacolo di Antonio Calenda, nulla è lasciato al caso. A partire dalle belle scene di Paolo Bisieri ai costumi di Carla Teti, alle luci di Nino Napoletano per arrivare alle musiche di Germano Mazzocchetti. Ma bravo, bravissimo Geppy Gleijeses (Marcadet), Paola Pavese e Mariangela Bargilli, moglie e figlia del “perseguitato” genio.
“I sentimenti svaniscono, il denaro li sostituisce” .Non esistono più interessi perchè non esiste più la famiglia, ma solo individui. Vedete! L’avvenire di ciascuno è in una casa pubblica (…) Sono parole di Balzac portate nel testo de “L’affarista” al Teatro Carcano di Milano che porta sempre in scena interessanti testi classici dai quali anche i giovani possono capire come funziona il mondo e come purtroppo fatica a cambiare.
“Vendete gesso per zucchero, se riuscite a fare fortuna senza suscitare lamentele diventate deputato, pari di Francia o ministro”. Pungenti battute che pronunciate oggi non fanno troppo scalpore, ma delle quali la gente si vorrebbe sempre più spesso liberare. Le notizie di speculazioni e di crisi economiche appaiono tutti i giorni sui giornali, oggi come ieri, ci si domanda quanto sia geniale Balzac che seppe anticipare l’uomo contemporaneo facendo di una sua narrazione, di un suo testo una commedia umana immortale ricac di frenesia negativa e positiva al tempo stesso.
Grande maestro della letteratura realista l’autore de “L’Affarista” (Le faiseur), conosceva bene le speculazioni economiche, la borsa e le sue azioni appesa ad un filo, il mondo losco e cinico degli affari.Il protagonista Marcadet, abile commerciante, geniale e vigoroso intrattenitore, cialtrone e degno di entrare nella grande “Commedia Umana” di Balzac, ha una sola e unica idea, quella di arricchirsi, una nevrosi si può dire esistenziale. Egli è infatti mosso da una sorta di libido del denaro, soldi che in reatà non gli appartengono. Sull’orlo della bancarotta, assediato dai creditori, fino dall’inizio della commedia entra in una crisi imputata al socio Godeau (non Godot di Samuel Beckett, sebbene si pronunci alla stessa maniera) e per certi versi incarni quello spiritello della speranza, della salvezza che non si vede mai ma che tutti attendono fino a scoprire che Godeau è una sua creazione per incantare e per raggirare il prossimo. Si dice che questo socio sia andato nelle Indie a cercare fortuna e solo al suo ritorno si potrà ristabilire le sorti della pubblica e privata finanza e dei suoi amici speculatori, consci o meno consci.
Marcadet non è inerte quando incontra la cattiva sorte, riesce a convincere moglie e figlia a creare un complotto di matrimonio e una recita via l’altra convincono una catena di persone che lo porteranno alla vittoria e alla sua rinascita. Per quanto non siu sa, ma ciò che è certo è che sa tenmere in pugno debitori e creditori, sposando anche la figlia a un passo dal baratro. Marcadante sospinto dalla moglie e dagli eventi alla fine si inchina, ma possiamo credergli? Giura che si ritirerà in campagna e diventerà un uomo onesto. Nel frattempo arriva Godeau vestito da indiano con un turbante d’oro, anche se in realtà tutti dicono che è tornato, che l’hanno iuntravisto e che lui, possessore di immense fortune da credito a Marcadet. Le Borse balzano, balzano anche le donne in scena e il pubblico in sala. Ma l’abito dorato dal sapore indiano di Godeau è appeso nella stanza di Marcadet e a sipario chiuso, mentre gli applausi si fanno più forti, lui stesso indossa quel copricapo con un diamante davanti…Chi vuole udire udisca…..