IL NOSTRO DESIGN PIACE AGLI USA CHE SI E' COMPRATO "POLTRONA FRAU", PROPRIO DOPO POCHI GIORNI CHE E' MORTO BUSNELLI, FONDATORE DI B&B. DELLE NOSTRE ECCELLENZE RIMANGONO IL GRUPPO FRAU, CASSINA E CAPPELLINI

 

Il 25 gennaio di quest’anno muore Piero Ambrogio Busnelli, fondatore di B&B, nato a Meda il 13 aprile del 1926 che arrivò presto a realizzare il suo sogno, dall’approccio artigianale arrivò presto coniugare creatività con imprenditoria prima con creando la sua piccola azienda nel 1952 a Meda, “..un’industria per il design” e nel 1966 inventa la C&B con Cesare Cassina, due grandi Maestri dell’artigianato, dall’abitare nel campo dell’arredamento domestico fino a quello per ufficio. Nel 1973 questo strordinario ambasciatore del Made in Italy inizia a pare un grande passo, la trasformazione dell’azienda in B&B e la svolta è segnata dal fatto che chiama due grandi architetti a progettare la sede dell’azienda, Renzo Piano e Richard Rogers.

Dalle aziende da lui fondate sono usciti i migliori prodotti di sesign, Afro e Tobia Scarpa, Mario Bellini, Franco e Marco Albini, Gaetano Pesce, Marco Zanuso, Vico Magistretti e poi ancora Fukasawa, Bernett…altre icone di prodotto nascono da Ssamo. Sity, Domus, Charles, Arguiola, Fuksas….Una lunga lista che non si è mai fermata. I figli che conducono oggi l’azienda l’hanno voluto ricordare con una pagine sul Corriere della Sera incoronandolo come un re con tutta la sua reggia. Ho davanti a me delle sedie delle B&B che circondano il tavolo in sala di J. Nouvel con un tessuto di cotone spesso a piccolissimi quadretti che temo che quel gattaccio che hanno portato a casa i miei figli le distrugga del tutto, ma conto di ritrovare un tessuto simile per poterlo sostituire sulla struttura di base e confesso che guardarle mi crea una certa emozione. Ma con l’addio al grande Piero Ambrogio Busnelli, apprendo anche la vendita della Poltrona Frau agli americani.

Si può leggere la notizia sotto due aspetti, uno quello positivo che certamente un’eccellenza del Made in Italy piaccia perché vi si possano sedere importanti dirigenti su quelle poltrone, ultima tra le tante, quella disegnata da Pier Luigi Cerri, tanto richiesta in pelle rossa (nulla a che vedere con i divanoni in pelle marrone trapuntati), ma esposta persino al Moma di New York….amo anche meno i letti Frau, non capisco cosa succederà a tutto il Gruppo Frau (Cassina e Cappellini inclusi), ma fermiamoci a questa prima realtà. L’altra lettura è che un altro pezzo della nostra industria se ne va, anche se qui rimangono le fabbriche e tanti punti vendita, ma forse è questo l’effetto trabocchetto della globalizzazione e di una crisi che sembra avere preso noi e gran parte dell’Europa in un vortice di cui non si possono fare previsioni.

Ma questo marchio, questa eccellenza, può essere un’operazione destinata a valorizzare produzioni di qualità che, come dicevo, rimarranno in Italia con autonomia operativa e con l’attuale management. La poltrona rossa alla quale mi riferivo qualche riga più sopra è la la “Vanity Fair” ed è la replica esatta del modello 904 del 1930 che ha reso famoso il marchio in tutto il mondo. Quella disegnata da Cerri è una variante, sempre rossa ma su richiesta anche in altri colori. Tra i tanti garage che costellano lo sviluppo dell’America delle tecnologie, da quello usato da Hewiett e Packar, per le loro prime creazioni elettroniche fino ai “boxs” di Steve Jobs e Steve Wazniach che iniziarono a vendere i primi Apple, passando attraverso i santuari dove sono nate e cresciute Google e Amazon, c’è anche un altro garage nel Michigan che ha fatto la storia dell’industria americana degli arredamenti per ufficio. Sto parlando di Holland, tra i boschi e i laghi del Nord nel quale, circa settanta anni fa Gerard Haworth, un insegnante di disegno industriale che da principio amava utilizzare il legno, per “arrotondare” fondò la Modern Products. La stessa che da  che da un paio di anni distribuiva la Frau in tutta l’America e diventò il secondo produttore di mobili negli States a una velocità incredibile. Oggi l’azienda si chiama o forse è meglio dire che è stata ribattezzata con il nome del suo creatore, quell’insegnante intelligente e meticoloso che tanto amava la nostra poltrona e non solo quella…Il Moma ha affidato la sezione design proprio a un’italiana, Paola Antonelli che si occupa anche dell’area architettura. Lo show room di Soho a New York è un punto di riferimento per tanti eventi culturali e una vetrina del made in Italy grandiosa. Questa acquisizione è un gruppo familiare che lavora sodo da tre secoli e che ha espanso il mercato in Asia e America Latina. La famiglia Haworth ha affidato la gestione a Franco Bianchi, manager italiano, conosciuto nel settore internazionale che è anche amministratore delegato dal 2005. Il fondatore, scomparso una decina di anni da passò la palla al figlio Dick, quando era ancora relativamente giovane, ma continuò ad andare a lavorare tutti i giorni in azienda fino all’età di 93 anni. Dick, l’inventore dei pannelli mobili precablati che hanno reso possibile creare uffici come gli open space, a cubicolo, per parlare in gergo, ha comperato altre aziende in Alabama, Tennessee, Canada, Messico e Germania e costruisce stabilimenti in Cina. Aveva comperato anche la Castelli in Italia, ma poi l’ha rivenduta tre anni fa. Steelcase e Herman Miller, altri due giganti, sono stati battuti a carte bollate quando è stato il caso di non farsi rubare brevetti o copiare pannelli…tutte situate nella zona dei Grandi Laghi, perché vi era il legname per costruire ogni cosa… Bianchi è affiancato come presidente dal quarantaquattrenne Mattew figlio di Dick. Quindi dopo una lunga chiacchierata Il Gruppo Frau arredando palazzi, grattacieli, uffici, stazioni, areoporti, alberghi, louge, università e persino ospedali per rimanere compatto e all’altezza dei partners Frau e Cassina hanno stretto la mano a Haworth in nome dello “charme” di qualità e dalle grandi esportazioni. Sono rimaste delle fotografie degli operai Frau in un momento di pausa sdraiati sull’auto furgone dell’azienda e una pubblicità con dei bambini seduti su una Frau del 1919 sonnecchiano sereni. Quest’ultima immagine ra un manifesto pubblicitario dell’epoca. Franco Moschini, presidente di Poltrona Frau, è convinto che questo è un modo per portare il marchio nel mondo. Della stessa idea è Matteo Cordero di Montezemolo, suo vice. Dario Rinero, amministratore dlegato di Haworth si dice soddisfatto. Intanto nel Bel Paese salviamo i posti di lavoro.


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