JUDE LAW E RICHARD GERE TRA ARTE E REGHATA STORICA IN LAGUNA

Oggi possiamo dire che sia la giornata più convulsa, nonché calda, per la Mostra del Cinema di Venezia: Regata storica che blocca il Canal Grande e l’arrivo e l’accesso a vaporetti, barche motoscafi-taxi.

Possibile che ogni anno si ripeta la stessa storia? Giornalisti di tutto il mondo, fotografi, spettatori, tutti quelli che devono lavorare tra Venezia e il Lido sono vittime di una mancanza di progetto e strategia di date che a mio avviso andrebbero studiate meglio. La Biennale potrebbe ad esempio posticipare le tappe del Festival filmico in maniera tale che i suoi ospiti possano lavorare non nel caos e nel caldo della terza settimana di agosto.

Per quanto riguarda il Lido bisogna ancora sottolineare come risulti privato del suo più bel albergo storico, il Des Bains, un tempo meraviglioso e oggi coperto da sterpaglie di ogni genere incluse recinzioni marcite di ferro, legno…Qui Visconti ambiento’ Morte a Venezia con silvana Mangano e Dirk Bogarde (il giovane Tazio , che tenerezza con la sua bellezza e ingenuità mentre le peste colpiva Venezia). I Capanni del Des Bains tanto amati da tutti ( li avevamo anche noi con i nostri figli su quella bella spiaggia dove si raccoglievano conchiglie e si costruivano castelli), sono ancora nella memoria di tanti, peccato che non lo siano nelle menti delle Ammnistrazioni.

Dopo quella di Claude Lelouche proseguono le lezioni della Masterclass e le conversazioni sulla Mostra del Cinema che si tengono al Match Point Arena( quasi di fronte all Hoteel Excelsior). In realtà si tratta del Tennis Club di Venezia al Lido nel lungo Mare Marconi, via Erno. Oggi ha parlato l’affascinante e galante Richard Gere e dopo di lui è stata la volta del regista australiano Peter Weir, Leone d’Oro alla Carriera. Domani toccherà a Ethan Hawke mentre il 6 settembre il regista italiano Pipi Avati farà la felicità del pubblico e della stampa.

Ma torniamo ai film. Trionfo per The Order con il 51enne Jude Law, stupendo e dolce nella parte però di un duro. Il film, ben girato è di Justin Kurtzel. La pellicola in concorso ha voluto rivisitare l’America profonda del suprematismo bianco. L’inglese Law fa qui la parte di un uomo, di un ispettore dell’FBI. Law è legato a Venezia anche per avere girato alcune scene del film “Il talento di Mr. Rplay”, infatti oggi ha fatto un giro sui luoghi a lui rimasti cari accompagnato per l’occasione da Toto B.Rosi della Fondazione Heritage. Un tuffo nel mare del Lido ha permesso ai passanti di constatare che in costume Jude Law è ancora molta da apprezzare. Nel film sfoggia dei folti baffi anni ’80 che non sono stati risultati gradite alle sue fans. Va ricordato che Law è sposato con Philippa Coan, una psicolaga dalla quale ha avuto ben 7 figli. Nel film il volto di Law ha però poco di quella dolcezza a cui siamo abituati, del resto il tema in esso affrontato è difficile e insieme di attualità, la storia di un gruppo di terroristi politici nell’America degli anni Ottanta e Novanta. L’attore ha subito condiviso il tema propostogli. “E’ un tema che va affrontato, c’è qualche cosa di pertinente nel mondo d’oggi su quanto possa essere facile manipolare i piu’ deboli.In America come in altri Paesi c’è una società divisa nella quale puo’ germogliare e diffondersi una ideologia pericolosa che sotto il pretesto di una America democratica bianca e pura predica l’odio razziale e l’eliminazione di ogni ..impurità…”. C è una scena cruciale nel film che ne riassume il senso: sono protagonisti il cervo, lo stesso J.Law e il suo antagonista interpretato da Nicolas Hould.

“La caccia, il ruolo della preda, un fuggitivo in un inseguimento che non finisce mai-ha spiegato l’attore – è stato come se il cacciatore sentisse empatia per la sua preda”. Dietro al fim c’è un libro inchiesta scritto dai giornalisti investigativi Kavin Fliin e Gary Garart, ovvero una analisi dei movimenti di ultra destra che da anni cercano di minare la democrazia americana. Ambientato nel 1983 nel Nord Ovest degli USA racconta di una catena di crimini di cui non si riesce a capire le origini: rapini a banche, assalti a blindati portavalori, spaccio di banconote false, bombe nei cinema porno…A intuire che cosa sta succedendo è un agente dell’FBI il quale capisce che non c’è nulla di casuale ma un’organizzazione di neo-nazisti americani che attraverso i suoi atti criminali sta raccogliendo fondi per organizzare un Movimento insurrezionalista.

A capo di questa organizzazione c’è il carismatico Bob Mathews. L’apoca di questa attività criminale sarà l’omicidio di Alan Berg celebre conduttore radiofonico (Oliver Stone fece un film su questa personaggio intitolato “Talk Radio”), uno dei romanzi su cui si basano questi movimenti neo-nazisti è “The turner diaries”, scritto da William Luther Pierce nel 1978. Pierce era tra l’altro il fondatore di un suo movimento nazista, l’Allenza Nazioanle e copie di questo romanzo vennero trovate abbandonate dopo l’assalto al Campidogli a Washington ai tempi di Trump.

Al regista di The Order si deve anche il film “Nitram” che racconta gli eventi che portarono al massacro di Port Arthur nel 1996 dove il giovane Martin Bryant uccise 35 per person


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