KABUL E IL TESORO SCOMPARSO
Mentre in Italia si pensa al caro bollette luce e gas, una misura assurda che non ha come scopo solo rimpinguare le casse dello Stato (stiamo parlando dell’aumento di tasse e accise non di consumi) e alla bella promessa di Draghi al Summit ONU per combattere il covid in tutto il mondo senno’ non ne usciremo piu’ (Biden ha dichiarato che gli USA raddoppierà le loro donazioni, visto che sono i maggiori produttori di diversi vaccini). Le preoccupazioni e lo stupore degli Italiani va anche al problema delle carceri già grazie all’utilizzo criminoso dei droni da parte della delinquenza e mafie, arrivano droga, cellulari e pistole. Cosa il Ministro della Giustizia Cartabia? E quello degli interni, la Lamborgese? Una vergogna tutta italiana…Assoluzioni per Dell’Utri, IL Generali Mori, il Colonne De Donnoecc…
Ma veniamo ai barbari dei Talebani. La statua del grande Alessandro il Grande ne ho in casa una, non è l’originale, ma è pur sempre un bel testone in pietra che pietra che rappresenta il grande condottiero macedone che portò l’Occidente a dettare legge in Oriente, sconfiggendo i grandi imperi dell’epoca tra cui quello persiano. Il tesoro che tesoro che prende il suo nome e che è composto di circa 22 mila pezzi in oro fra collane, diademi statue, gioielli, corone, è stato fino a tutti gli anno Novanta uno delle collezioni piu’ famose del Museo Nazionale dell’Afganistan. Dopo le l’attentato alle Torri Gemelle e l’invasione americana del tesoro si persero le tracce da Kabul, al punto tale che si comincio’ a mormorare che la collezione fosse stata smembrata e venduta. In realtà nel 2003, l’allora presidente Karzai, fece un decreto per consentire l’apertura della gigantesca cassaforte che la precedente amministrazione talebana aveva fatto mettere nel caveau della Banca Centrale di Kabul. Da allora e fintanto che il governo rimase sotto la protezione delle truppe truppe alleate (Stati Uniti, Inghilterra , Italia…), il tesoro comincio’ a girare ufficialmente per il mondo fruttando ai successivi governi afgani oltre 4 milioni di dollari. Da quando il 15 agosto scorso i talebani sono entrati con la forza a Kabul il Museo Nazionale è stato chiuso e il suo direttore Rahimi passa le sue giornate di guardia al portone sigillato illudendosi così di garantire maggiore sicurezza all’inestimabile tesoro.
Secondo AbdullaqWasiq, vice capo della Commissione Cultura del governo talebano, il tesoro è assolutamente al sicuro e il governo non ha nessuna intenzione di distruggerlo o allienarlo. “Una nazione senza cultura è una nazione senza identità” dice Wasiq. Pero’ dove e quando farlo apparire, non è una cosa che riguardi gli Occidentali ha continuato a puntualizzare: “Non sono fatti vostri è una questione afgana”. In questi giorni un po’ tutte quante le potenze occidentali chiedono, in attesa che l’Afganistan si possa rappresentare all’ONU che ci siano delle garanzie per il rispetto dei diritti civili e in particolare per le donne e i minori.