KUNIYOSHI (1797-1860). IL VISIONARIO DEL MONDO FLUTTUANTE…. ALLA PERMANENTE DI MILANO
Non parliamo di Hokusai, Utamaro…ma di un altro genio che più di altri del suo tempo si è dimostrato l’autore di un’arte misteriosa, accentrica…Non è un caso che Monet avesse due o tre opere di Kuniyoshi appese sui muri della sua cucina nel suo buon ritiro di Giverny alle porte di Parigi, dove tutto, a partire dal giardino lasciava pensare all’Oriente, a quella disciplina poetica che a stento veniva compresa in Occidente. Mondi bizzarri, paesaggi visionari, donne bellissime, ma anche attori kabuki, gatti, carpe e animali mitici e fantastici, oltre a leggendari eroi, samurai e briganti. Sono i protagonisti delle opere di Utagawa Kuniyoshi (1797-1861) a cui, negli ultimi anni, in Giappone e nel mondo, son state dedicate numerose mostre. E ora anche l’Italia, per la prima volta, rende omaggio a Kuniyoshi, maestro indiscusso di inizio Ottocento dell’ukiyoe – genere di stampa artistica giapponese su carta, impressa con matrici di legno – e che così tanta influenza ha avuto sulla cultura dei manga, degli anime (film di animazione giapponesi e non), dei tatuaggi e della cultura pop in generale contemporanea. La mostra Kunyioshi. Il visionario del mondo fluttuante, prodotta da MondoMostreSkira e curata da Rossella Menegazzo, che si apre il 4 ottobre al Museo della Permanente di Milano (fino al 28 gennaio 2018), presenterà la produzione di Kuniyoshi nella sua interezza, evidenziando la strabiliante capacità tecnica e inventiva di questo maestro visionario attraverso una selezione di 165 silografie policrome, tutte provenienti dal Giappone. Dopo l’esposizione dello scorso anno che ha reso omaggio a Hokusai, Hiroshige e Utamaro, e che ha riscontrato un notevole successo di pubblico e critica, era doveroso dedicare a Kunyioshi una mostra tutta sua, per il suo carattere estremamente particolare e personalissimo e per l’originalità delle opere e dei temi rispetto agli altri tre Maestri del mondo fluttuante giapponese. Il percorso si divide in 5 sezioni tematiche: “Beltà”; “Paesaggi”; “Eroi e guerrieri”, con una speciale sotto sezione (“Eroi Suikoden”) dedicata ai 108 eroi Suikoden; “Animali e parodie” e “Gatti”. Questa ultima sezione, Gatti, è dedicata alla passione forse più grande di Kuniyoshi, per la quale moltissime persone lo conoscono, e che, insieme agli eroi, costantemente presenti in tutta la sua opera, è uno dei temi che rendono la sua personalità ancora più misteriosa ed eccentrica. La fama di Kunyioshi è fondamentalmente legata alla serie di silografie policrome che illustrano i 108 eroi del romanzo Suikoden (pubblicato in italiano con il titolo I briganti), divenuto un vero e proprio best seller in Cina e in Giappone alla fine del Settecento e in cui si ritrovano le avventure di una banda di briganti che si muovono a difesa del popolo stremato dalle ingiustizie e dalla corruzione governativa: personalità violente, potenti, armati, dai corpi muscolosi e coperti di tatuaggi che oggi ispirano manga, anime, tatuatori e disegnatori a livello internazionale. Ed è proprio con Kuniyoshi, formatosi sotto il maestro UtagawaToyokuni, che si afferma il genere delle stampe di guerrieri (mushae). Kunyioshi si dedica anche ai ritratti di donne, bambini, attori kabuki – particolare rappresentazione teatrale sorta all’inizio del XVII secolo – e di fantasmi, altro genere amatissimo in Giappone e oggi più che mai di moda.
Tuttavia il suo nome è soprattutto associato ai giochi illusionistici, fatti di ombre e di figure composite alla maniera di Arcimboldo, ovvero figure inserite in altre figure, e parodie di storie e battaglie con protagonisti animali, oggetti, dolci, cibi. Opere ironiche e umoristiche che giocano sui sentimenti e le emozioni come nessun altro artista ha saputo fare prima di lui. Le sue immagini sono fantasiose, barocche, ricche di colori e densi di particolari minuti. I suoi personaggi sono imponenti, le azioni roboanti e occupano tutta la superficie illustrata: sia essa nel classico formato rettangolare, o in quello di un ventaglio rotondo (uchiwa) o che si tratti del più grande formato del trittico, da lui prediletto al punto di arrivare all’esattico. L’abilità e la curiosità di Kuniyoshi lo portano a importanti novità in campo tecnico: attingendo a piene mani dalla pittura occidentale, arriva a imitare la resa dell’incisione da lastra di rame anziché da matrice in legno, distinguendosi così dai maestri del paesaggio Hiroshige e Hokusai. Ma anche l’Occidente lo ha molto amato, dall’arrivo delle riproduzioni delle sue opere in Europa e particolarmente in Francia (Monet ne aveva alcune appese nella cucina della sua famosa casa a Giverny), fino ai giorni nostri e alla cultura pop contemporanea. La sua è stata una figura poliedrica e intrigante, sia per la varietà dei soggetti, sia per la ricchezza della tecnica, che ha dato vita a una scuola portata avanti per generazioni anche dopo di lui. Ritorno su Giverny e i suoi giardini acquatici che tanto hanno ispirato a loro modo tutti gli Impressionisti. Tempo fa lessi un libro “Il gatto venuto dal cielo” di Hiraide Takashi, nato però nel 1950 …un bravo autore che si trasferì a Tokio. In patria il racconto del gatto divenne oggetto di culto e un best seller in Inghilterra Stati Uniti, Francia…Cosa ci proietta l’arte giapponese e come noi vorremmo che fossimo? Più minimalisti, più volti verso l’essenziale, senza sprechi, puri…Tutto è cambiato in Giappone, ma questo tipo di religione no…Tutto cambia e nulla è perduto fuorchè l’onore…Vi ricordate la frase detta da Francesco I di Francia alla madre Luisa di Savoia la sera della disfatta di Pavia il 24 febbraio 1525?
Un consiglio? Guardate se riuscite, è del 2006 il bel film del regista giapponese Zhang-Yimou, “La città segreta”…il regista è stato il grande Maestro che ha orchestrato magnificamente le ultime Olimpiadi in Giappone. E poi, un altro suggerimento, andate a scovare il docu-film di Wenders….la dice tutta su quel popolo.