LA BIENNALE SI ALLUNGA E PRENDE TUTTA VENEZIA. IL PADIGLIONE ITALIA DI CINO ZUCCHI IL PIU' VISITATO. APPLAUDITI LIEBESKIND E KOOLHAS. LA CENA ROLEX A CA' GIUSTINIAN HA INAUGURATO LA 14A MOSTRA D'ARCHITETTURA
La Biennale di Venezia riparte e lo fa seguendo un percorso disegnato su un’antica carta stradale romana che come un grande striscione in tela appeso si snoda per tutte le Corderie dell’Arsegnale, a partire da quello che si chiama “Monditalia”, dove è protagonista la nostra penisola; l’opera è stata voluta da Rem Koolhas, un omaggio all’Italia e al suo modo di essersi trasformata nel tempo. Sto parlando
di un’opera immensa lunga più di 300 metri, un vero e proprio filo rosso: si tratta della riproduzione della Tabula Peutingeriana, la copia del XIII secolo di una carta stradale romana (al centro la nostra penisola)che collega “Nigtswiming” un lavoro dedicato alla mappatura e all’evoluzione delle nostre discoteche dell’ultimo mezzo secolo. L’opera è dell’architetto milanese Giovanna Silva. In queste 41 tappe “Fondamentals”, volute dal curatore della rassegna
internazionale presieduta Paolo Baratta e dal direttore generale Andrea Del Mercato, la 14°a edizione della Biennale d’Architettura che quest’anno è stata prolungata fino al 23 novembre, si può dire che ci troviamo di fronte a un
concentrato di storia con lo scopo di indagare lo stato di salute e contemporaneamente immaginare il suo futuro. “Monditalia” è un racconto work in progress multidisciplinare. Non manca un filmato sulla percezione delle nostre
Alpi, proprio quelle da dove passò Attila Armin Linke, ne ha ripreso le fattezze e ne ha registrato le differenze di forme perché anche le montagne cambiano e sono soggette a variazioni dettate dal clima, dall’ecosistema, dalle
varianti imposte dall’uomo. Regista, fotografo, artista, mezzo tedesco e mezzo italiano (vive e lavora a Berlino): “Sono sempre interessato alla registrazione dei processi di evoluzione e alla varianti che possono interagire sia a livello
semantico sia sotto il profilo semiotico. Questo è il risultato di 7 anni di ricerca>. A quanto si dice, l’artista si sta interessando anche sulle isole deserte del Mediterraneo e a un lavoro fotografico “Il corpo dello Stato”, i
luoghi deputati del potere, della nostra politica.
Ma il Padiglione Italia pensato da Cino Zucchi, pur rimanendo nel tema della storia, ha saputo sottolineare il punto tra passato e futuro. Le trasformazioni delle città, i mille volti del Duomo di Milano, la città che ha subito molte trasformazioni
moderne, che non sembrano in relazione con il tessuto urbano esistente. Questo parere l’ha espresso anche l’architetto Vittorio Gregotti, ma Zucchi trova significativo partire da questa riflessione per potere posare altre pietre
dopo. Interessante invece ai Giardini al padiglione Venezia, ha lavorato Libeskind con “Sonnets in Babylon”, una meditazione sulle origini e sul destino della forma architettonica (101 disegni inediti fatti a mano con penna e acquarello
serigrafati su lastre di vetro di grandi dimensioni, unito a elementi musicali), mentre nello storico Padiglione Italia, ora Padiglione Centrale, Koolhans ha voluto fare una parte di “Fundamentals” portando tutti gli elementi
fondamentali dell’architettura e di ogni edificio: balconi, porte, finestre, ascensori, tetti, pareti, facciate, camini, scale, scale mobili, rampe… Interessante il lavoro al Padiglione “Mondoitalia” dove Stefano Boeri in un lungo filmato racconta lo scempio fatto alla Maddalena durante i lavori del G8, un palazzo immenso costato miliardi e uno sventramento di porti navali e natura, bloccato quando avvenne il terremoto all’Aquila nel 2009, da allora mai più riutilizzato; fatto per altro con manifatture vetrarie di Murano.
Un folto calendario di eventi si ripropone anche in città; Prada con la sua Fondazione ha voluto “Art of
Sound”, dedicato alla ricerca tra arte e musica dal 1600 a oggi. Curata invece da Celant “Genius loci”, “The spirit of the Place” a Palazzo Fianchetti con grandi artisti molti provenienti dalla “Land Art”: Tony Cragg, Ai Veivei, Anish
Kapoor…disseminate nelle sale del magnifico edificio boitiano, un neogotico-neo rinascimentale nel cui giardino vi sono altre opere tutte da scoprire. E poi ancora, “Sguardi incrociati”, sempre a Venezia, un confronto suggestivo di
disegni dell’illustratore giapponese Jorò Taniguchi e le fotografie di Mariano Fortuny, negli spazi di Louis Vuitton. Fortuny, noto artista spagnolo trasferitosi a Venezia di cui ora è rimasta la casa museo con le sue opere (in
questi giorni ospita una mostra di Dora Maar), sede prestigiosa di numerose chemesse. In Campo Santo Stefano, al Conservatorio di Musica Benedetto Marcello troviamo un’installazione e un film di Armin Linke realizzato con Giuseppe
Ielasi, Giulia Bruno e Renato Rinaldi. Stiamo parlando di una documentazione di un processo di costruzione di un museo d’arte all’interno di una cava di pietra in Spagna; un’idea di ecosostenibilità. Un progetto che non lascia spazio
all’immaginazione in quanto il museo verrà edificato entro due anni per potere contenere, tra le tante, opere di Wim Wenders, Bill Viola, Linke… Il progettista è Kees Kaan di Rotterdam, ma la cosa interessante è che questi
materiali riciclati e altamente qualificati, sono il simbolo della storia della Spagna, dalle sue strade, alle sue case, metropolitane, inclusa quella di Barcellona; cave d’estrazione di cemento e materiali base per l’edificazione.
La cava di Lleida in Catalogna si rinnoverà dando nuovi frutti fondamentali al nostro ecosistema.
Da visitare la Fornace Berengo Studio, perche dell’arte pubblica se ne occupa una mostra che coinvolge una
fornace di Murano e Berengo Studio. Foto di Gabriele Basilico si trovano alla Galleria Michela Rizzo e i lavori dei De Santillana sono 170 opere tra sculture e oggetti in vetro, selezionati nell’arco di incontri e conversazioni tra
Martin Bethenod e i fratelli Santillana. Una mostra è alla Fondazione Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore e un’altra è alla Galleria Marignana Arte di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana alla Punta della Salute e più
precisamente Dorso Duro 141 Venezia (info@marignanaarte.it). La cena più esclusiva è stata quella a Palazzo Giustinian, sede della Biennale che ha visto nella grande Sala delle Colonne restaurata per l’occasione (pensata come casino’ di gioco negli anni Trenta con stucchi e murrine del Settecento) il dottor Paolo della Rolex (sponsor ufficiale di questa Biennale d’architettura e il presidente della Biennale Paolo Baratta, ringraziare tutti i presenti, architetti, fotografi, artisti, design, operatori e la stampa internazionale per avere contribuito a creare una nuova edizione rinnovata nel suo stile e nei suoi contenuti, oggetto di discussione e di confronti costruttivi. Si è voluto lasciare più spazio ai giovani e si è anche cercato di dare una lezione di storia dell’architettura soprattutto al Padiglione Italia curato da Cino Zucchi. Lo chef merita i suoi applausi. Cene ovunque come dicevo, alla Fondazione Querini Stampalia disegnata da Carlo Scarpa, a Ca’ Farsetti, da Prada, Vuitton, a Ca’ Corner ecc… La città fino a tarda notte in questi tre giorni d’inaugurazione è stata un teatro di mises, cravatte nere per gli uomini, fiori, addobbi e giochi di luci in nome dell’arte.