LA COMENCINI VUOLE UN CINEMA PIU' CATTIVO CHE SAPPIA COGLIERE IL SAPORE DELLA VITA
Per la prima volta Frncesca Comencini mi delude con il suo film in concorso “Un giorno speciale” con Giulia Valentini e Filippo Scicchitano, tratto dal romanzo “Il cielo con un dito” di Claudio BIgagli (Garzanti). Soldi e forze sprecate per un film che non vale neanche una fiction televisiva, con tutto rispetto per quelle rare eccezioni. Se la Comencini ha voluto sottolineare le difficoltà dei giovani ed in particolare delle ragazze per cercare lavoro, lo si è capito subito dai primi cinque minuti di pellicola. Il resto è stato una lunga e noiosa ripetizione con la pretesa anche di fare sorridere con le battute di Scicchitano (velo ricordate Scianna? Era adorabile). Di veline, massaggiatrici, attricette e persino domestiche o badanti che si offrono via internet per le loro professioni con tanto di foto per poi finire a dover fare “lavoretti” sessuali, ormai ne è pieno il mondo.
Ne è passato di tempo da quando ci si scandalizzò alla notizia che giovani studentesse su loro dichiarazione, si prostituivano per potersi pagare l’affitto della casa per potere frequentare l’università nelel grandi città. Sempre che la cosa fosse sincera. Un dovere finalizzato esclusivamente a quell’esigenza? Ieri il Festival del Cinema era stato illuminato da Robert Redford che in giacca bianca aveva incontrato il presidente Napolitano prima della conferenza stampa e parlato ai giornalisti della sua visione della società, della sua filosofia di vita. Festeggiato e premiato anche Ken Loach per la sua vicinanza a temi delicati di carattere sociale e umano. Si è persino scomodato il Cardinale di Venezia.
Oggi, nel film della Comencini, persino una madre diventa complice fintamente inconsapevole di una figlia pur di vederla un giorno diventare qualcuno e avere un lavoro, così le compera un bell’abito, dei sandali oro dai tacchi vertiginosi, la trucca, la manda dal parrucchiere per poi spedirla con una raccomandazione forse pervevuta già da un protettore della ragazza che lei chiama “il mio agente” che le risolve ogni problema, persino quello di furto. La denuncia nei confronti della classe politica corrotta e depravata che usa denaro pubblico per i propri divertimenti. Il “boom” lo ha fatto Silvio Berlusconi e la storia è nota. Ma ce ne sono tanti e non solo di politici, basta che il potere l’abbia un uomo ed ecco che una sottoposta impiegata sia che voglia fare carriera (acconsenziente) sia che lavori tranquillamente il capo la mette a dura prova con il “tampinaggio” e per interesse o per timidezza mediamente la donna ci sta. Poche si possono permettere di potere dire “no!” ma ciò dipende anche dall’educazione che si è ricevuta e dalle influenze culturali o ideali che una persona ha. Anche gli uomini possono essere vittime di un sistema, specie se giovani di esperienza e desiderosi di avere un lavoro, molti si allineano prima che gli venga chiesto di farlo, pronti a tradire i colleghi.
Un altro problema sta nel fatto che i cosidetti “bamboccioni” che dormono fino a mezzogiorno e che fanno sgobbare i genitori, spesso lasciando anche gli studi, è una vera vergogna. Qualche caso si può dire che non stia proprio in questi termini perchè di lavoro ce ne è sempre di meno, ma nella maggior parte dei casi sembra che questi fanciulli vogliono l’indipendenza, il divertimento, le ore piccole, le vacanze pagate ma senza dare in cambio nulla. Viziati? Colpa dei genitori, spesso separati o colpa di coscienze assopite. Quando diventeranno grandi, quando avranno l’orgoglio di dire ce l’ho fatta!? Quando avranno voglia di crearsi una famiglia con la consapevolezza di non appoggiarsi ai propri genitori? Cultura, informazione, affetto, ideologie, impegno, credo religioso, valori insomma, valori che la scuola oggi come oggi stenta a dare, che le famiglie stentano a dare, che la società stenta a guardare perchè è sorda e ottusa ed egoista, perchè in questo mondo ormai conta solo il denaro e la tecnologia. Tutto vero, ma c’è ancora chi si salva e che cosa è servito il femminismo? Si va indietro invece che avanti. O si è in competizione con le straniere, rumene, modave, peruvian, russe che ci soffiano via il lavoro e gli uomini perchè disposte a tutto?
Cosa fanno i nostri politici anche regionali o comunali? Quanto investono sulla cultura, sui giovani, nello sport che è pure una sana disciplina psicofisica e porta i ragazzi a socializzare? E’possibile che tutto sia droga e prostituzione e che non si salvi nemmeno un politico? E’ aarrivata l’ora di dare messaggi positivi, di realismo ne siamo pieni e lo abbiamo sotto agli occhi a partoire dalla realtà e dalle cronache giornalistiche, poi si aggiungono fiction, film, convegni….Ma diamo esempi di valore, non facciamo sedute intellettuali con in mano un libretto che ci svela il segreto della scoperta dell’acqua calda. tutto questo è molto “rtadical chic”. Un modo per mettersi a poste la coscienza e per inventarsi una professione “impegnata”. Di impegnato c’era già il padre della Comencini, eccome era impegnato! Impegnata è anche sua sorella che ha messo in scena in teatro ottimi lavori, ma la critica sta nel manico. Mischiamoci per davvero con gli emarginati, facciamo del cinema con una belal storia che si chiude positivamente, altrimenti diventiamo tutti complici di ectoplasmi.
L’autrice di “Pianoforte” che la portù a Venezia a vincere un Premio per gli esordienti, la rivogliamo con un piglio forte, carico di promesse. Persino la brava esodiente protagonista del film con Scicchitano, la Valentini, può essere intercambiabile con mille altri volti e genere di recitazione di coetanee, perchè questo è quello che poi prodotto anche il sistema mediatico. Tutti uguali, l’uno vale l’altro e a 25 anni sono già attrici rifatte dal bisturia; non che questo caso lo sia. Il Festival di Venezia che arrivato al suo 80° anno di vita ha puntato su nuovi talenti proprio perchè in tanti hanno visto il ripetersi dei soggetti del registi più navigati e per dare uno spunto concreto ai giovani. L’omaggio a Rosi per il “cinema delle domande”, iniziato con un thriller politico dove abbiamo visto la bella Kate Hudson, terminerà con un film fuori concorso “L’uomo che ride” di Jean P. Amerì prima che la giuria si raduni per dare i nuovi Leoni e la Coppa Volpi (ce ne sarà più di una…..), ma questa è tutta un’altra storia. E di storie belle o brutte, vere ma complesse che intrigano e che fanno cinema ce ne sono tante, gli stranieri dei 62 Paesi partecipanti lo hanno in parte dimostrato ancora una volta. Viva il cinema! Anche in Tv ce me vorrebbe di più e magari anche quel cinema che ha fatto la storia perchè i giovani non sanno chi era G. Cooper…… e tra un po’ neanche che era Marlon Brando.