LA DADAMAINO ALLA GALLERIA CORTINA ARTE NEL SUO 50° ANNO DI ATTIVITA'
“Per me è stato molto importante esporre per la terza volta i lavori di una grande artista e di una grande donna come la Dadamaino (Emilia, Eduarda Maino), in quanto in un’epoca in cui fare emergere il lavoro di una donna era quasi impossibile. Il suo coraggio e la sua coerenza nella vita come in politica e in arte era inuguale, straaordinario. Oggi, fino al 27 luglio la Galleria Cortina espone una cinquantina di opere di medio formato fino alle micro tele e carte di cm10x10. Anarchica, amica di Pinelli, donna coraggiosissima che si unì al Gruppo T e N, in piena sintonia con la politica del Che Guevara, pronta a dissacrare i monumenti della tradizione più formale, era più conosciouta in Italia che all’estero. La sua internazionalità è sancita anche dall’amicizia con Francois Morellet e Hanke Peeter, nonchè di Piero Manzoni e Marina Apollonio”, spiega Stefano Cortina, titolare dell’omonima Galleria di via Mac Mahon 14/7.
La mostra “Dadamaino. Gli anni ’70, rigore e coerenza” è stata curata da Tommaso Trini e accompagnata da un catalogo edito da Cortina Edizioni Arte con la prefazione dello stesso Stefano Cortina, un’introduzione di Tommaso Trini; un’antologia critica riccaa di testimonianze di Marina Apollonio, Gillo Dorfles, Marcello Morandini, Maria Mulas, Jorrit Tornquist e apparati storico e biografici di Cristina Celario e Veronica Riva. Le interviste sono a cura di Susanne Capolungo.
I primi anni in cui operò la Dadamaino (milanese doc 1930-2004), furono di totale trasformazione sul fronte sociale e politico e naturalmente artistico. Un decennio segnato anche successivamente dal Movimento studentesco, le lotte di piazza, gli anni di Poimbo. L’impegno politico della Dadamaino, anarchica, amica di Pinelli, si fa sentire anche nelle sue opere che sonol’espressione dell’anticonformismo più puro e della rinascita di un segno artistico. Dalla precisione matematica delle sue tele, esperienze optical e cinetiche, visibili attraverso i cicli “Deformazioni Spaziali” e ” I CRomorilievi”, la Dadamaino arriva alla definizione di un nuovo linguaggio, di un segno puro, racconti che diventano una composizione visiva.
“L’alfabeto della mente” e “I fatti della vita” diventano il suo manifesto artistico, politico e poetico, mantenendo sempre un rigore estremo nel fare. Dal 1958 al 2000 l’evoluzione della sua ricerca è costante e la fase di passaggio è proprio negli anni Settanta con “Alfabeti della mente” dove la sua direzione si fa definitiva, rigore e coerenza ricorrono come sempre nei suoi vari percosi. Se la vita le avesse donato qualchje anno di più avrebbe certamente portato a un’evoluzione ancora superiore la sua ricerca che aveva sempre teso ad andare oltre. Milano la ricorda così. Grazie a Stefano Cortina. Invito tutti i giovani a studiare storia dell’arte perchè l’arte è l’espressione della storia e della vita di un Paese e delle sue idde, sempre espressione viva degli animi. “..dal letame nascono i fior..”, cantava De Andrè. Ricordate?