"LA PELLE DELL'ANIMA" ALLA PROVINCIA DI MILANO FINO AL 9 MAGGIO STUPISCE PER I SUOI INFINITI RICHIAMI. AUTORE ALBERTO SCHIAVI.

Il titolo della mostra di Alberto Schiavi alla Provincia di Milano stupisce per il suo titolo: “La pelle dell’anima”, ma il mistero è presto svelato. L’arte di Alberto Schiavi fu così definita dal critico Emilio Tadini: < La pittura di Schiavi ha una struttura ricca e articolata, che si regge. Una struttura che mostrandosi funzione. Ma la cosa più affascinante è che la struttura che si dà in questi dipinti è tutta di strasparenze, di corpi d’aria, di luce, di colore….ma allora questa pittura è come se mettesse in scena di continuo la rappresentazione di una metamorfosi>.

In altre parole, attraverso una tecnica personale, l’autore filtra l’immagine che diventa incorporea e soprattutto spirituale. “La pelle dell’anima” è i titolo che ha scelto l’autore per meglio fare comprendere i valori pittorici e filosofici di una ricerca che non si può spiegare altrimenti se non con l’elaborazione manuale del colore che va al di là del quadro. Non è un caso che Alberto Schiavi, in cinquanta anni di ricerca pittorica, ha tenuto 46 personali di cui 18 a tema sacro. Le sue opere sono presenti tra musei, fondazioni, collezioni private, fondazioni italiane di cultura…Tra le curiosità di questo autore, che non si occupa solo d’arte ma anche di giornalismo, c’è l’ illustrazione dei Promessi Sposi, la Divina Commedia, Parole nel Vento. Mentre tra i temi personali va segnalato il “Cristo delle foibe” che è una sorta di Via Crucis biblica. Infine, Schiavi, ha inventato la pittura virtuale.

L’amicizia che ci lega non ha nulla a che vedere con la stima sincera che mi fa apprezzare le sue opere e quell’approfondimento di carattere morale che sta alla base di ogni trascendenza legata all’esigenza di esprimere attraverso un mezzo artistici quello che sono i sentimenti degli uomini. Di lui ha scritto: “Le soluzioni di Schiavi possono sconfinare in un purissimo territori di evocazione, in un gioco di spazi e di sospensioni senza limiti di natura e credibilità; appare strutturarsi attorno a forze simboliche fibre annodate e torsioni di segni e di cose”,   la critica Martina Corgniati (figlia di Milva).

In Corso Monforte 35, presso la Sala degli  affreschi della Provincia, fino al 9 maggio si possono ammirare oltre alle opere di Schiavi, gli splendidi affreschi settecenteschi di Tiepolo. Chiusura sabato e domenica con apertura in settimana dalle 10 alle 18. La rassegna prosegue anche in altri due spazi: sala Nuova e Sala Tavolo Rotondo.


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