LA STORIA DELL’HOTEL DU LAC A TUNISI

Se vi capitasse di andare a Tunisi, passate in Avenue Mohammed V, perché lì, con tutta la potenza dei suoi dieci piani di cemento, si staglia l’Hôtel du Lac, una delle più belle prove di architettura brutalista della capitale tunisina. L’hotel, che ha la forma di una piramide rovesciata o di un uccello dalle ali spiegate, venne progettato all’inizio degli anni Settanta (1970-73) dall’architetto italiano Raffaele Contigiani (1920-2008) per il governo di Habib Bourguiba, l’uomo che guidò la nazione all’indipendenza dalla Francia, e costituisce a tutti gli effetti un’icona architettonica che racconta come poche altre la Tunisia libera, dopo il 1956.

L’edificio si trova oggi in uno stato di grave abbandono, ma quando nel 2013 uscì la notizia che sarebbe stato abbattuto per fare posto a un nuovo hotel a cinque stelle, furono in molti (architetti e non) a opporsi bloccando l’operazione. Del resto, questo meraviglioso bestione mantiene negli anni un fascino inalterato, quello stesso che colpì un giovane e visionario George Lucas, che nel 1977 girò alcune scene di Star Wars nel deserto tunisino tra Tozeur e Nefta.

La leggenda vuole che fu l’Hôtel du Lac a ispirarlo nella ideazione dei Sandcrawler, le enormi fortezze mobili usate dai Jawa come trasporto e rifugio nei deserti di Tatooine e Arvala-7, e visto che ancora oggi i set del film sono visitati e preservati, perché non fare lo stesso anche con una delle sue ispirazioni? Che la forza sia con l’Hôtel du Lac!

In questa centoventiduesima edizione di TELESCOPE, la nostra newsletter settimanale dedicata ai progetti e alle istituzioni culturali di cui siamo portavoce, nella sezione dedicata ai RACCONTI trovate un testo inedito parte del catalogo della XXVI edizione di Festivaletteratura di Mantova a firma della scrittrice Chiara Carminati; una passeggiata della critica e curatrice di fotografia Francesca Orsi tra le opere dei finalisti del MAXXI BVLGARI PRIZE, Alessandra Ferrini, Silvia Rosi e Namsal Siedlecki, in mostra al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo; mentre Silvia D’Ippolito, storica dell’arte e contributor di Inside Art, ci offre un approfondimento dedicato al libro Sulla fotografia e oltre di Enrico Gusella, edito da Silvana Editoriale in collaborazione con la Fondazione Alberto Peruzzo.

La parte dedicata ai VIDEO comprende un approfondimento della curatrice Maria Giovanna Sarti sulla mostra Tiziano. Dialoghi di Natura e di Amore, in corso alla Galleria Borghese, e il racconto della passeggiata di Sfera di giornali di Michelangelo Pistoletto per le strade di Pistoia in occasione della mostra PISTOLETTO PISTOIA | Costellazione: 5 passi tra creazione e memoria, prodotta da Pistoia Musei. Tra gli EXTRA la conversazione tra Massimiliano Gioni e Nari Ward alla Fondazione Luigi Rovati in occasione del nuovo progetto Gilded Darkness (L’oscurità dorata) della Fondazione Nicola Trussardi; l’incontro nell’ambito della 9° edizione de IL TEMPO DELLE DONNE con l’artista Andrea Bowers, protagonista di FURLA SERIES #4 di Fondazione Furla, e ánemos l’opera ideata da Edoardo Tresoldi, Studio Azzurro e Max Magaldi per PARMA 360 Festival della creatività contemporanea. Soddisfatti?

Lo staff di Lara Facco P&C

#TeamLara

Vi ricordiamo che l’archivio di tutte le edizioni di TELESCOPE è disponibile su www.larafacco.com

TELESCOPE. Racconti da lontano

Ideato e diretto da Lara Facco

Editoriale e testi a cura di Annalisa Inzana

Ricerca ed editing Camilla Capponi, Alberto Fabbiano, Marta Pedroli, Marianita Santarossa, Claudia Santrolli, Denise Solenghi, Carlotta Verrone, con la collaborazione di Margherita Animelli, Nicolò Fiammetti, Margherita Mearini e Alessandro Ulleri.

domenica 4 settembre 2022
RACCONTI

La Voce in città: il Furgone Poetico a Mantova, di Chiara Carminati*

Era marzo 2020 quando comparve la Voce in città. Nel panorama irreale delle strade deserte rimbalzava da un condominio all’altro, trasportata da un’automobile con il megafono installato sul tetto. Raccomandava di stare in casa, di evitare i contatti, di utilizzare guanti e mascherine. La Voce passava e ripassava più volte al giorno, tanto che dopo un po’ abbiamo smesso di fare attenzione alle parole, ma comunque la aspettavamo, era una specie di appuntamento, ci piaceva ascoltarla. Anche quello era un contatto: la voce tocca. Colpisce il timpano e lo fa vibrare. Appoggiata al terrazzo in attesa della Voce, pensavo che sarebbe stato bello se il conducente avesse d’un tratto preso il microfono, interrotto la registrazione, e spanto nell’aria una poesia. Un blitz di pochi secondi, che però avrebbe dato brividi ai nostri timpani, e non solo.

In quel momento non lo sapevo, ma a molti chilometri da casa mia i curatori del Festivaletteratura stavano già lavorando a un’idea che realizzava e superava le mie fantasie: il progetto del Furgone Poetico, meraviglioso diffusore di poesia da sparpagliare per le strade, su cui avrei messo piede qualche mese dopo.

Un furgone aperto come un palco viaggiante, dotato di microfono e casse, che attraversa la città e stuzzica i passanti con il suo jingle “Cittadini! Cittadine! È arrivato il Furgone Poetico…”, raggiunge quartieri meno frequentati dal Festival, lì fa tappa, e spande poesia.

Ho avuto la fortuna di battezzare il Furgone nel suo primo viaggio, godendo della scia di stupore che lasciava dietro di sé, ed è stato bellissimo. Incuriosire le persone che passavano per caso, coinvolgerle nella lettura di poesie e riuscire ad arpionarle fino alla tappa successiva, ritrovare occhi e sorrisi da una fermata all’altra, fare squadra con i tecnici come un circo itinerante, ma soprattutto riportare la poesia nel suo luogo naturale: la voce. Una voce presente, che abita in un corpo, che si espone. Una voce che ti cerca, che ti viene incontro, che tocca e rintocca.

A settembre 2020 il Furgone Poetico è arrivato in città. È nato come un progetto sperimentale, ideato per reagire alle restrizioni della pandemia. È rimasto, ha trasportato molte Voci, continua a diffondere poesia per le strade di Mantova, e io ne sono orgogliosa e felice.

*Questo testo è stato realizzato appositamente per il catalogo della XXVI edizione di Festivaletteratura, a Mantova dal 7 alll’11 settembre 2022.

Crediti: Courtesy: Festivaletteratura

Giovani linguaggi crescono, di Francesca Orsi

Per il MAXXI BULGARI PRIZE 2022 gli artisti premiati – Alessandra Ferrini, Sivia Rosi e Namsal Siedlecki – si focalizzano sul concetto di “linguaggio” attraverso tre medium diversi: Alessandra con il video, Silvia con la fotografia e Namsal con la scultura.

In Gaddafi in Rome: Notes for a Film, Alessandra Ferrini scandaglia e sminuzza visivamente la visita ufficiale in Italia di Muammar Gheddafi nel 2009, per celebrare la firma del Trattato di amicizia, partenariato e collaborazione tra Italia e Libia. Con tutte le contraddizioni e violazioni a cui ha dato avvio quell’incontro, Alessandra mette sul lettino autoptico la sua spettacolarizzazione, il modo in cui venne trattato dai media – dal giornale La Repubblica nello specifico –, il modo di produrre informazioni ma anche di fruirne, la messa in scena dell’evento da parte dei suoi stessi attori (Gheddafi e Berlusconi), portando a galla il nostro passato colonialistico, fucina di soprusi e ingiustizie. Ma il lavoro di Alessandra Ferrini non vuole dare allo spettatore delle risposte, semplicemente suggerisce quelle domande che dovrebbero innescare in lui un processo di elaborazione e conoscenza del passato e conseguentemente del presente.

In Nuovo Vuoto, invece, Namsal Siedlecki espone il linguaggio tecnologico, la creazione di un unicum partendo da una matrice classica come una mano di bronzo comprata online. Ciò che viene mostrato e reso scultura dall’artista americano è il vuoto interiore della mano, in sei variazioni differenti, resi tali, per l’appunto, dall’intervento tecnologico. Tramite scansioni in 3D e ricomposizioni vettoriali, e grazie all’uso di tecnologie robotiche, l’artista realizza sei opere composte da una scultura e il suo basamento, ogni volta in materiali diversi. Gli errori meccanici che intervengono opera dopo opera conferiscono al lavoro la rappresentazione di un processo, un processo che modifica l’originale e che si muta in altro e altro ancora. Una sorta di catena evolutiva, che va in parallelo a quella umana.

Infine, Silvia Rosi, artista italo-togolese, con Teacher don’t teach me nonsense indaga un linguaggio identitario, il suo. Il suo lavoro è un tornare alle origini, un’appropriazione della propria memoria a ritroso. Durante un viaggio che l’ha vista tornare, nel 2022, in Togo, paese natio della madre, Silvia riscopre la lingua d’origine materna, l’Ewe e il Mina, principali lingue locali sfruttate dai tedeschi per evangelizzare il paese e poi bandite negli anni dell’occupazione francese. Teacher don’t teach me nonsense si articola visivamente come un viaggio nelle tradizioni di una popolazione e nelle politiche coloniali dell’Africa occidentale, ma contemporaneamente anche nella storia privata di Silvia che in questo modo riscopre le sue origini, arricchendo la propria identità e il rapporto con la madre di un altro tassello di significato esperienziale.

Crediti:Silvia Rosi, ph. Daniel Richard Passafiume // Namsal Siedlecki, ph. Daniel Richard Passafiume // Alessandra Ferrini, ph. Daniel Richard Passafiume

Sulla Fotografia e Oltre. Lo sguardo interdisciplinare, di Silvia D’Ippolito

Sguardi di statue, paesaggi silenti, architetture astratte, storie di persone e città: è ciò che vediamo nelle 532 pagine che compongono il volume Sulla fotografia e oltre, di Enrico Gusella, edito da Silvana Editoriale in collaborazione con Fondazione Alberto Peruzzo.

Pagina dopo pagina, immagini e testi raccontano la storia degli interpreti della fotografia e del suo rapporto con le altre arti. Le nuove sezioni Fotografia e letteratura, Fotografia e società e Collezionismo, aggiunte rispetto all’edizione del 2014, mettono in evidenza quello che la fotografia rappresenta e il rapporto con i suoi referenti.

Nella sezione Fotografia e società troviamo il racconto del nostro recente passato. Una riflessione sull’estetica del vuoto nelle città ai tempi del Coronavirus: un vuoto dal silenzio imperfetto che molti di noi hanno ritrovato nel proprio spazio interiore.

Come nel cinema, così nella fotografia non si può prescindere dall’interdisciplinarità. Aprire la mente, studiare e valutare diversi punti di vista è l’unico modo per accogliere in modo costruttivo qualsiasi forma d’arte.

Questa prospettiva didattica e divulgativa è la forza motrice dell’intero volume: i capitoli divisi per tematiche Paesaggi, Reportage, Corpi, Astrazioni, sono strumenti che ci aiutano a leggere meglio il testo, l’immagine e la ricerca. Le varie poetiche della fotografia sono state indagate dall’autore per avere un quadro il più esteso possibile.

Rispetto alla precedente edizione, tutti i capitoli sono stati arricchiti e le ricerche ampliate. In particolare, emerge la necessità di valorizzare il paesaggio in un’ottica sociale che sottolinei l’importanza del territorio e della sua storia. Il paesaggio è un bene culturale indispensabile per la nostra società e in quanto tale è essenziale conservarlo, proteggerlo e fruirne.

La componente didattica di questo manuale ha una funzione formativa, ma soprattutto di arricchimento culturale. L’autore tende a coniugare e creare intorno all’oggetto fotografia una serie di riflessioni e analisi che rendono più leggibile l’opera stessa e permettono che il godimento estetico si faccia più forte.

Questo aspetto di codifica degli elementi interiori del fruitore, attraverso mezzi come la semiotica, la semiologia e l’antropologia, permette di leggere in diversi modi le immagini ed estrapolare il proprio senso. Una metodologia critica quella di Gusella che, attraverso le sue scelte, consente al lettore di sfogliare Sulla fotografia e oltre da pagina 1 a pagina 532 sia in modo continuo, sia per frammenti: in entrambi i casi, mai la lettura sarà superficiale.

Il lettore viene guidato dall’autore, che gli fornisce tutti gli strumenti per trovare la sua consapevole libertà interpretativa delle immagini; a loro volta le immagini divengono luogo di produzione di pensiero.

Crediti: Marco Maria Zanin, Chiesa di Sant’Agnese / Volte, 2019 © Marco Maria Zanin; Davide Ferrario, Foto da galera, 2005 © Davide Ferrario; Gabriele Basilico, Dunkerque, 1985 © Archivio Gabriele Basilico; George Tatge, Angelo del marciapiede, Emilia, 1998 © George Tatge; Mario Cresci, Dalla serie Segni migranti, Giardini Naxos, 2013 ©Mario Cresci; Elio Ciol, Sogni di prosperità – Morsano al Tagliamento, 1985 © Elio Ciol

VIDEO

Il paesaggio di Tiziano come riflessione

In questo video, parte di una serie realizzata da Galleria Borghese a corredo e approfondimento della mostra Tiziano. Dialoghi di Natura e di Amore in corso fino al 18 settembre, la curatrice Maria Giovanna Sarti ci accompagna alla scoperta del tema della Natura, intesa non come un semplice paesaggio, ma come un commento personale dell’artista, che fa eco al significato complessivo delle sue opere.

La Natura segue Tiziano in tutta la sua produzione, dalle prime opere in cui è il suo paesaggio veneto animato da animali e città turrite che fa eco ai sentimenti dei protagonisti ritratti, fino agli ultimi anni della sua produzione quando in Ninfa e Pastore, uno dei suoi quadri più tardi, il paesaggio descrive in modo viscerale emozioni e i significati profondi legati all’inesorabilità del tempo che tutto divora, la vita dei suoi protagonisti e la sua.

GUARDA

Crediti: Tiziano. DIaloghi di Natura e di Amore. Installation view,. Ph. M.Coen © Galleria Borghese

Sculture da passeggio

La Sfera di giornali è un’opera che Michelangelo Pistoletto realizza per la prima volta tra il 1965 e il 1968, gli anni in cui l’artista crea i suoi Oggetti in meno, opere che non significavano un rifiuto della forma, ma piuttosto la forma che prende vita. La prima Sfera di giornali fu fatta rotolare per le strade di Torino nel dicembre 1967, in una performance nota come Scultura da passeggio. I quotidiani con cui l’artista aveva realizzato quella prima opera riportavano notizie di attualità, in particolare sui tumulti che agitavano il paese alla fine degli anni Sessanta. Con queste sculture di giornali che “rotolano”, Pistoletto vuole far riflettere sulla circolazione globale delle informazioni, e sul modo in cui l’Arte interagisce con le persone portando gioia nelle loro vite. La performance è stata replicata molte volte in giro per il mondo: in questo video il racconto della passeggiata di Sfera di giornali per le strade e le piazze di Pistoia in occasione di PISTOLETTO PISTOIA | Costellazione: 5 passi tra creazione e memoria mostra costellazione in corso fino al 25 settembre negli spazi di Pistoia Musei e in altri edifici di valore storico e identitario della città.

GUARDA

Crediti: Performance di Michelangelo Pistoletto in occasione dell’opening della mostra PISTOLETTO PISTOIA Costellazione: 5 passi tra creazione e memoria, 2022, Pistoia. Foto Pierluigi Di Pietro. Courtesy Pistoia Musei

EXTRA

Due Fondazioni e una conversazione

Dal 12 settembre con Gilded Darkness (L’oscurità dorata) la Fondazione Nicola Trussardi porta negli spazi del Centro Balneare Romano di Milano il lavoro dell’artista Nari Ward con una mostra che comprende opere inedite, realizzate per l’occasione, accanto a celebri sculture, installazioni e interventi ambientali.

Ward da anni colleziona oggetti dal forte valore simbolico – passeggini, carrelli della spesa, ombrelli, lacci per le scarpe e rifiuti urbani – dalla cui manipolazione nascono installazioni monumentali che hanno trasformato il linguaggio della scultura contemporanea. Venerdì 9 settembre alle ore 18.00 la Fondazione Luigi Rovati ospita la Fondazione Nicola Trussardi, presentando in anteprima una conversazione tra l’artista e il curatore della mostra Massimiliano Gioni, e avviando così un’alleanza tra le due Fondazioni sulla base di comuni principi e valori.

Crediti: Nari Ward portrait, 2016. Courtesy Pérez Art Museum Miami. Photo World Red Eye

Il femminismo come forma d’arte

Tra le protagoniste della 9° edizione de IL TEMPO DELLE DONNE (9 – 12 settembre, Triennale Milano) anche l’artista e attivista Andrea Bowers, che dal 15 settembre al 18 ottobre 2022 con Moving in Space without Asking Permission – la quarta edizione del progetto Furla Series prodotto da Fondazione Furla – porta alla GAM Galleria Arte Moderna di Milano un’esperienza immersiva nel suo lavoro dedicato alla lotta per la parità di genere e l’emancipazione della donna. Sabato 10 settembre alle 19.00 nel Salone d’onore della Triennale l’artista, insieme ad Alessandra Chiricosta, Benedetta De Luca e Bruna Roccasalva, partecipa all’incontro Il femminismo? Un’opera d’arte, una riflessione sulla pratica estetica e l’attivismo politico di un’artista che riflette sull’emancipazione della donna in un confronto tra passato e presente. L’incontro è trasmesso anche in streaming su www.corriere.it.

Crediti: Andrea Bowers portrait, 2022. Ph Valentina Valdinoci. Courtesy Fondazione Furla

Il soffio di una giornata

La dimensione scultorea di Edoardo Tresoldi, le proiezioni video di Studio Azzurro e la sonorizzazione di Max Magaldi sono i tre pilastri che compongono ánemos, opera ideata appositamente per PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, evento dedicato alle massime espressioni delle arti visive contemporanee e del pensiero creativo, la cui direzione artistica è a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo. Sostenuto da un’ampia rete di partner pubblici e privati, il Festival dal 10 settembre al 30 ottobre 2022 presenta opere di protagonisti del sistema artistico contemporaneo in dialogo con gli spazi cittadini, in un percorso multimediale e sinestetico dedicato al tema PASSAGGI / PAESAGGI. Ánemos racconta il soffio leggero dell’evolversi di una giornata nel suo passaggio / paesaggio cercando di intercettare la relazione tra uomo e natura, in una dimensione in bilico tra reale e virtuale, dove l’architettura di Tresoldi detta le ritmiche spaziali dell’installazione, ma vive ed è resa mutevole dai racconti visivi di Studio Azzurro e dalle suggestioni sonore di Magaldi.

Crediti: Courtesy: PARMA 360

Sei un giornalista, un critico, un curatore?

Vuoi contribuire con un tuo scritto a una delle prossime edizioni di TELESCOPE?

Scrivici su telescope@larafacco.com

Se vuoi ricevere TELESCOPE anche tu, scrivi a telescope@larafacco.com

L’archivio completo di TELESCOPE è disponibile sul sito www.larafacco.com

Viale Papiniano 42 · 20123 Milano

+39.02.36 565 133

press@larafacco.com

www.larafacco.com

rtshell
beacon


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Continuando la navigazione su questo blog, accetti l'utilizzo dei cookie. Maggiori informazioni

Questo blog utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo blog senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" si permette il loro utilizzo.
Per ulteriori informazioni consulta la cookie policy

Chiudi

Privacy Policy
Cookie Policy