LA TRAVIATA DI VERDI (CHIUDE IL BICENTENARIO) E IL PROFUMO DI VIOLETTA CHE SI ESPANDE PER LA CITTA' PER VOLERE DELLA GIUNTA PISAPIA. CENE ESCLUSIVE E RICCHI MENU'. AUSTERITY SOLO PER MOLTI
In nome della Callas, nelle vesti di Violetta nellaTraviata con la regia di Zeffirelli nel 1955 diretta da Carlo Maria Giulini, i melomani si sono dati appuntamento per questa nuova edizione, non solo nel Tempio della Lirica, ma anche in varie sedi milanesi in compagnia di alcuni assessori della giunta del sindaco Pisapia al quale è stato assegnato come da etichetta il palco reale della Scala e con lui Clio e Giorgio Napolitano,il presidente europeo Barroso, il ministro Saccomanni e il presidente della Camera Boldrini e del senato, Grasso. Con il presidente Napolitano e la sua signora poi la serata si è spostata al Circolo del Giardino di Via San Paolo dove nello splendido salone è stata consumata una cena in compagnia del presidente della Camera Boldrini, del Senato Grasso, del Ministro Saccomanni, del Presidente europeo Barroso, Giorgio Armani, i signora Expo, Bracco, Barbara Berlusconi, Roberto Bolle ….La signora Clio Napolitano che da sempre per le grandi occasioni veste Curiel, anche questa volta è rmasta fedele alla Lella (per gli amici), mentre altri asssessori si sono divisi nelle varie sedi dove veniva proiettata la Traviata sul grande schermo. Per citare alcuni luoghi e politici, l’aria di Violetta, la protagonista dell’opera verdiana, si è diffusa per la città a partire dal Carcere di San Vittore dove l’assessore Daniela Benelli (casa e demanio) e l’assessore Cristina Tajani (Politica per il lavoro) hanno fatto compagnia ai reclusi; al cinema Rosetum di via Pisanello 1 , l’assessore Pierfrancesco Maiorino (politiche sociali), mentre all’UCI Cinema Bicocca di viale Sarca 366, ha scelto di andare Marco Granelli (sicurezza e coesione)
Il Comune per consentire a tutti gli amanti dellOpera di partecipare all’atmosfera dell’apertura della Stagione scaligera ha pensato a un programma inusuale pur di fare espandere. I nostri amministratori comunali hanno pensato di fare un gesto di umiltà per chi non ha potuto stare nei palchi o in platea al teatro alla Scala raggiungendo gli spettatori che hanno assstito in diretta il capolavoro verdiano che nel 1955 con la regia di Visconti lasciò a bocca aperta pubblico e critica.
Dal Salone d’onore della Casa di Riposo Giuseppe Verdi fino alal sede Rai di Corso sempione di cui è direttore Renzo Canciani, i nostri politici hanno raggiunto anche i maxischermo posti nelle maggiori piazze per poi dirigersi alla Società del Giardino per raggiungere il sindaco Pisapia e il presidente Napolitano. Quest’anno sono stati pochi i magistrati, o i nomi della grande mondanità, forse perchè in odore di crisi e di critiche pollitiche finanziarie. Qui il menù è da sempre più classico e di grande raffinatezza con un tocco particolare per il pesce e il dessert.
L’assessore Franco D’Alfonso (commercio e attività produttive) ha voluto andare al Cinema Mexico, il più amato dai giovani), in via Savona 57. Una Traviata alla prova del fuoco insomma sia sul palco che fuori nelle strade ripensando non solo alla Calla e a Visconti ma anche alla prima Traviata al Teatro della Fenice di di Venezia del 1853. Una Traviata poi arrivata circa un secolo dopo a Milano con Renata Tebaldi, Giacinto Prandelli e il direttore Victor de Sabata. Dopo la Traviata del 1955 con la Callas è stata la volta nel Tempio del Piermarini nel 1964 del regista Zeffirelli con Mirella Freni, con la direzione di Herbert von Karajan e il tenore Renato Cioni.
Sarà poi nel 1990, Ricacrdo Muti a riportare la Traviata alla Scala con una giovane violetta, Tiziana Fabbricini con la regia di Liliana Cavani. Dal 15 febbraio la Traviata verrà riproposta nella versione del regista Robert Carsen, con Diego Matheuz ssul podio e Venera Gimadieva nei panni di Violetta. Ma ora i riflettori sono puntati sui protagonisti di questa edizione scaligera con la regia di Dmitri Tcherniakov, Diana Damrau (Violetta), Poitr Betzala e Daniele Gatti.
A spettacolo finito al Baretto sono andati Marinella Di Capua che ha indossato un capo della collezioneRenato Balestra; un abito lungo nero con stelline minuscole e piccole pagliuzze di Swarovskj e gioielli stupendi di De Grisogono, pensati per l’occasione, Umberto Di Capua, Laura Morino Teso (un abito in tulle colore tra il prugna e il viola, più corto davanti e più lungo dietro firmato Curiel), Adriano Teso, Betta Vallarino Gancia con il marito Paolo Fontana, Marta Marzotto. In un altro tavolo Daniela Javarone con un abito rubino come la passione di Violetta (Sartoria Alta Moda Angela), suo marito Mario, Valeria Marini, Silvana Giacobini, i Dompè, Cristiano Malgiglio, Ivan e Grazia Rota, Daniela Cuzzolin e i signora Romagnoli, per citare solo alcuni. Qui al Baretto il menù andava da uova in panure con purea di patate e tartufo, sautè di gamberi e mandorle, patanegra con foie gras, capesante gratinate con zucchjine e poi a scelta risotto alla milanese con midollo e piselli, cappelletti in brodo crepes alla Verdi. Tutti i tavoli erano d dieci. Un altro menù dello chef Marco Castello ha previsto cavatelli al ragù di crostacei, faraona ripiena di castagne e prugne, filetto di maialino avvolto nel bacon in salsa perigolden. Ma non è finita, Chanpagne e branzino in foglia di verza con olive taggiasche e pinoli, gelato alla vaniglia e marrons glaces, crespelle di fragole.
La proposta di Gualtiero Marchesi che da cinque anni ha preso il posto del Toulà Biffi Scala, si sono potuti gustare spaghetti freddi con tartufo nero, insalata di capesante, zenzaro e pepe rosa, riso mantecato al profumo di tartufo bianco e nero. e poi ancora salsa di scapi, verdure di stagione, Tiramisù al Panettone, piccola pasticceria e caffè. I posti erano esauriti da settembre, una settantina circa molti dei quali occupati da personaggi della finanza italiana e straniera. Solo il dieci per cento erano milanesi puro sangue legati alla loro Scala. Il Franciacorta ottesimato di Gualtiero Marchesi (Bellavista) ha inebriato i presenti.