LA VITA EFFERVESCENTE DI MADAME CLIQUOT POUSADIN- LE BOLLICINE PIU' FAMOSE DEL MONDO DAL 1772. LA STORIA DELLA VEDOVA DELLO CHAMPAGNE IN UN LIBRO
“Homme libre, toujours tu chériras la mer!” scrisse Charles Baudelaire in una sua poesia. “Uomo libero sempre ti sarà diletto il mare…tua la gloria, la potenza..implacabili e avvinti”. C’è un perchè vi parlo del mare e lo capirete leggendo queste mie righe. Questo è una sorta di filo rosso che accompagna tutta storia di questa impresa iniziata con spedizioni di ogni tipo e anche per mare fino a raggiungere la Russia passando per la Norvegia e non solo per il mare del Nord per problemi politici, doganali, di guerre e così via. E sempre per mare insieme alle spedizione arrivavano anche contatti, informazioni diplomatiche, di amicizia e amori…
“Veuve Clicquot”. Si chiama proprio con il nome della vedova che portò avanti l’azienda vinicola dal marito dopo la sua morte prematura, il brut nato a Reims, divenuto l’eccellenza tra le accellenze dei Brut, lo Champagne francese dalla famosa etichetta arancione.
Furono trovate nel relitto di una nave nel luglio del 2010 delle bottiglie di Champagne al largo dell’arcipelago delle Aland, tra la Finlandia e la Svezia. Gli indizi sul relitto erano pochi, ma fortunatamente alcune delle bottiglie contenevano ancora del vino degli anni Quaranta dell’Ottocento che vennero esaminate e da qui si potè ricostruire la storia di una grande donna, di un’imprenditrice che nell’arco di più di mezzo secolo da giovane donna vedova con coraggio e perseveranza divenne una straordinaria imprenditrice e che seppe ispirare l’autrice del libro “Vita effervescente di Madame Cliquot”, Fabienne Moreau edito da Skira. L’autrice ha avuto la fortuna di accedere agli archivi della prestigiosa Maison ricavando tutti i dati necessari per comprendere l’aspetto aziendale e quello del personaggio femminile al quale ha voluto dedicare più di 200 pagine di un libro affascinante, narrato in maniera tale da farne una versione letteraria in grado di affascinare il lettore, in particolare le lettrici portandole attraverso i segreti di una donna smarrita ma forte, dal cuore ricco di poesia, intelligente, colta e acuta in grado di elaborare subito i vini dello Champagne una creazione nata nel 1772 prima dal padre del marito e poi dal marito stesso, dalla quale ebbe una figlia e dei nipoti ai quali costruì verso la fine della sua vita un grande Castello mettendo la sua impronta anche qui approfittandosene dell’assenza dell’architetto per un certo periodo.
La prima spedizione di bottiglie pregiate vene spedita Venezia e da allora la storia dell’azienda è stata segnata dal lavoro e dalla persoanalità di una donna eccezionale alla quale si deve l’invenzione del metodo “remuage sur putitre” per schiarire i vini, la prima cuvée millesimata conosciuta in Champagne e l’elaborazione dal 1818 di uno Champagne rosé realizzato con vino bianchi e rossi assemblati. Per i 304 ettari di vigneti esisteva un solo motto “Una sola qualità, la primissima!”.
Reims alla fine del Settecento era ricca di mura medioevali, alti fumaioli facevao a gare con le torri della cattedrale a dimostrazione dell’espansione delle manifatture tessili. Qui il 16 dicembre del 1777 in una casa vicino a Place Royale, nacque Barbe Nicole Ponsardin dove visse serenamente insieme al fratello e a tutta la famiglia, una madre amorosa e un padre premusoroso e protetttivo. Il fratello fu poi capace di fare diventare l’azienda del padre fondata nel 1828, una dele più importanti della regione e grazie al successo economico alla famiglia era consentito anche di ricoprire posti di primissimo livello nella vita amministrativa e politica della città; questo era consentito soprattutto ai membri maschi. All’età di dieci anni, la bambina Barbe, un nome poco comune, scoprì che la parola “santabarbara” indicava il locale della nave dove vengono custodite le munizioni ed esplosivi. Subito chiese ai genitori di chiamarla Barbe e non Nicole. A quell’età le detonazioni provocate dalla Rivoluzione Francese l’accompagnarono per parecchio tempo, ma subito la ragazza si accorse che quello scempio poteva essere l’occasione per cogliere in mondo un trasformazione. A Venti anni il padre per il suo compleanno dietro suo desiderio la portò a vedere il mare, il Porto di Le Havre. Crescendo non amava tanto Napoleone perchè portava guerre che impedivano le sue spedizioni di bottiglie, mentre il padre sempre più si inseriva nel mondo della politica. Amico di Taillerand e di altri potenti, Barbe ne rimase sempre abbastanza distante e non si dimenticò di chi le salvò durante un’incursione di truppe russe la sua ottima annata del 1811. Quando anni dopo grazie alle informazioni di una nobile amica giramondo molto potente, seppe che l’ufficiale che nella notte del terrore le risparmio le fomose bottiglie, una volta arrestato in Francia come prigioniero, lo fa scappare in America e quando lui torna la passa da lei per ringraziarla e l’abbraccia con dolcezza e profonda amicizia. Rifugiatosi su un isola del mare del Nord per passioni scientifiche gli fa arrivare una partita di Veuve Clicquot che conteneva anche quella annata speciale che le permise di fare il grande salto di qualità nel mondo dei vini e delle bollicine. I suoi informatori e navigatori nel baltico le restituirono il piacere di ricambiare un favore che non dimenticò mai fino alla morte.