L'ex maghetto di Harry Potter conquista la Laguna
Il più grande successo di pubblico è quello che Venezia, sia al Lido che fra le Calli della Serenissima, ha tributato a Daniel Radcliff, il celebre “maghetto” di Harry Potter, arrivato in Laguna come interprete principale di “Kill Your Darlings” dove è il giovane Allen Ginsberg, poeta della Beat Generation.
Dall’Hotel Centurin ai Magazzini Coin di Rialto alla Terrazza di Saronno è stato un susseguirsi di eventi che lo hanno visto protagonista; incontri con i fans, cene a numero chiuso, karaoke a gola spiegata fino a notte fonda. Accompagnato da mamma e papa’ il govane Daniel si è dimostrato disponibile, simpatico e intelligentemente consapevole che essere un divo ha i suoi obblighi.
Meno simpatico è stato invece Dodald Rumsfeld nel lungo documentario che si avvale già nel titolo di uno scioglilingua da lui inventato ai tempi della guerra in Irak, “Lo sconosciuto conosciuto” è infatti il titolo che rimanda, secondo l’ex segretario di Stato americano, alle cose che non si sanno ma che si crede di sapere, che si crede di sapere e invece si ignorano, che si ignorano, ma che comunque si sanno… Rumsfeld ha attraversato un quarantennio della politica degli Stati Uniti servendo presidenti come Nixon, Ford, Bush junior ed è l’inventore riconosciuto della teoria per la quale la dissuasione è possibile solo mostrando la forza e solo accettando il proprio ruolo di Paese leader nel mondo. Solamente così gli USA possono evitare la decadenza.
Il ruolo giocato da Rumsfeld nella lotta al terrorismo e nella invasione irachena è oggetto ancora oggi di divisioni. C’è chi ritiene che senza Saddam l’Irak sia comunque un Paese più libero e chi invece pensa che l’intero Medio Oriente sia rimasto destabilizzato e teme che una politica di intervento in Siria possa oggi ripercorrere la stessa strada sbagliata.
Gianni Amelio con “L’intrepido” e fuori concorso “Patrice Leconte con “Une promease” sono i due film su cui si è puntato l’interesse. Il primo affidato alla maschera di Antonio Albanese è una sorta di favola moderna, la storia di un uomo in grado di fare tutti i lavori, proprio perchè impossibilitato ad avere una professione a tempo indeterminato. Il titolo rimanda a quel settimanale dei tempi in cui il regista era giovane e ogni uscita vedeva i fumetti e le storie raccontate essere seguiti da un “continua” che rimandava alla settimana successiva. Dice Amelio che “Quella attesa che durava sette lunghi giorni, era per me ragazzino uno gioia mista a timore: lasciavo i miei eroi alle prese con gravi problemi e aspettavo il giorno di uscita dell’Intrepido certo però che li avrebbero risolti. Il senso del film è anche questo”.
Patrice Leconte racconta invece una storia d’amore tratta da un romanzo di Zweig : due innamorati separati prima da un matrimonio e poi dallo scoppio della Prima guerra mondiale. “Ho voluto dare al mio film un finale meno pessimista del romanzo, credo che ci sia bisogno, oggi come oggi, di più ottimismo e credo che l’amore meriti sempre una possibilità”.