L’ULTIMO BEAT. MICHAEL MC CLURE PRINCIPE DELLA BEAT GENERATION .. TRISTE E INVIDIABILE AVANGUARDIA “NON PERDUTA”

beat GNERATION5212874_pckg_170158880499203302-20200507Michael Mc Court è stato lo scrittore e poeta che ha preparato la strada alla Beat Generation. E’ morto ieri all’età di 87 anni nella sua casa di Oakland in California. La primavera scorsa fu colpito da un ictus… Amico di Allen Ginsberg e Jack Kerouac. Triste addio di una generazione …perduta? Perduta solo perché non c’è piu’.

Mi ricordo quando Fernando Pivano raccontava le serate passate a San Francisco…fra i tanti ricordi in particolar modo nel 1962, anno anche di una sua bella intervista all’ultimo dei Beat, quando Michael Mc Clure e la mogie Johanna, la portavano in giro per i locali che frequentava Allen Ginsberg. Uno di questi era il noto reading ..Six Gallery- Er ail 7 ottobre di quell’anno quando Ginsberg lesse l’Urlo. Era ‘ultimo testimone di quell’epoca straordinaria Con Lawrence Ferlinghetti, un’epoca straordinaria, irripetibile. La sua carrier fu lunga, 60 le pubblicazioni e diversi i testi per antologie,  riviste e giornali, spettacoli teatrali. Le pubblicazioni terminarono nel 2017.

L’ultimo Beat amava i boschi della sua California; era nato nel Kansas: si traferì in Arizona a Tucson e poi a San Francisco. Dove le sue irrequietezze interiori avevano trovato il terreno adatto. Aveva solo 23 anni quando organizzò alla Six Gallery un reading…tradotto “letture di gruppo” .Quella sera Ferlinghetti mandò a Ginsberg un telegramma su esempio di Ralp Emerson a Walt Whitman quando era uscito”Foglie d’erba” : “Ti saluto all’inizio di una lunga carriera”. In quell’occasine Mc Clure lesse i suoi “Hymms”. Arriviamo al 14 gennaio del 1967 quando fu MC CLURE171452925-cf74affe-0d3c-464b-a73a-3d8e431e0352l’organizzatore di un happening della Controcultura hippies”…”Human Be-In Even” al Golden Gate Park di san Francisco. Che gli face guadagnare sui giornali e non solo il titolo di “Principe della scena artistica”. “Il mondo in cui siamo entrati tremando in quel decennio era un mondo grigio e amaro. Vedevamo che l’arte della poesia era essenzialmente morta, uccisa dalla guerra, dalle accademie, dall’incuria, dalla mancanza d’amore e dal disinteresse. Sapevamo di poterla riportare in vita”.   “Passage” del 1956 fu il suo primo libro dato alle stampe. Versi impermeati di elementi naturali che lo contraddistinsero negli anni. Non solo fu un grande performer ma le sue letture tratte da Ghos Tantra, riferiti agli animali chiuso nello zoo della sua città furono una serie che fece il giro del mondo.

L’artista aveva un rapporto articolare con i Doors, Jim Morrison che lo promosse come poeta. Con il tastierista della stessa band, Ray Manzarek giro’ per il Messico, gli Stati Uniti spingendosi fino in Giappone dove insieme tenevano dei “reading-concert”.

Vi dico che aveva lavorato anche nella marina mercantile, come amministratore di palestre; alla fine fu professore di Poesia al California College of Art, dove insegno’ per ben 43 anni la materia. Criticato per l’Ode d’amore sessuaale”, accuse di oscenità che gli venivano risolte ogni volta che pubblicava qualche libro dal titolo:”Huge Dreams”, “Rain Mirror”, “Jaguar Skies” , ma anche “dark Brown”del 1961, definito da Kerouak , “il miglio poema fantastico”.

“Big Sure “ e “I vagabondi” del Dharma…dopo la pubblicazione di “On the Road” beveva per tre giorni. A influenzare Mc Clure furono in particolare le esperienze con il “peyote”. La sua vita e la sua opera si mescolavano insieme. “Dark night of seul”, la notte nera dell’anima,  fu un successone. Nella villetta di San Francisco di Hight Ashbury Street, dove Nanda Pivano lo incontrò anche per aiutarlo a tradurre l’Urlo” che Felinghetti non se la sentiva di fare. Famoso il suo piccolo altare per le cerimonie Buddiste molto simile a quello che aveva Allen Ginsberg e anche a quello di John Giorno.

“Mercedez  Benz “ è una canzone da lui scritta, perché Mc Clure faceva anche questo. A musicarla fu Janis Joplin ma senza il “ruggito di Mc Clure”…senza di lui e senza quella Beat Generation  non ci sarebbero stati nemmeno gli anni Sessanta, aveva detto l’attore Dannis Hopper…Quanti ricordi…che bella anche la nostra gioventu’ che guardava alla loro…quanti li hanno imitati eppure non erano nemmeno un grande Movimento, forse stava qui il loro segreto.


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