MI VOLEVA STREHLER: 35 ANNI DI RISATE CON MAURIZIO MICHELI E ORA ANCORA AL CARCANO DI MILANO FINO A DOMENICA 12 (POMERIGGIO)
Il bravo mattatore Maurizio Micheli ha raggiunto ormai più di 1000 repliche e al Teatro Carcano in questi giorni non si fa che sentire risate di giovani e meno giovani, di che quello spettacolo non lo ha mai visto e di chi lo ha voluto vedere ancora una volta.
“Mi voleva Strehler” compie 35 anni dalla nascita di questo spetttacolo diventato un culto per intere generazioni, come dicevo. Era il 1978 quando nacque questa piecès divertente e ironica, una satira che vale per il suo contenuto ancora adesso. Andò in scena al Teatro Gerolamo proprio con Maurizio MIcheli che ancora oggi sa mantenere la sua forza espressiva, comica e allo stesso tempo satirica.
Ma come possiamo definire questo spettacolo? Un esempio di teatro cabaret, ineguagliato tanto nella musica tanto nella misura e nella forma. Due atti di 40 minuti l’uno. Lo spettacolo continua a giocare tra l’apparente facilità e la riflessione profonda sulll’arte dell’attore. Scritto e diretto da Umberto Simonetta e dallo stesso Micheli (oggi diretto da Luca Sandri), Ma di che cosa si tratta? Semplice: il testo narra la storia di un attore di cabaret che deve esibirsi per un provino davanti al grande Giorgio Strehler, creatore con Paolo Grassi dello storico Piccolo Teatro di via Rovello per poi diventare anche Teatro Studio e Teatro Strehler realizzato da Marco Zanuso. Ma torniamo a questo impaurito attore e alla sua prova.
Questo spaccato di teatro italiano a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta segna il periodo del teatro cosidetto “alternativo” e dell’impegno politico di ispirazione brechtiana fino alla “prise de l’Odéon”, ai tempi del 1968, alle imitazioni dei grandi innovatori di quell’epoca: due esempi, il Living Theater e Grotowski. Il Terzo Teatro che rese ancora più comiche dallo stridore le condizioni del giovane attore narrato. Arrivare da Strehler ed essere apprezzati significava aprire alla porte del grande teatro.
“Ho avuto attori bravissimi – scrisse Simonetta – ma non di grosso richiamo. I teatri si sono riempiti ugualmente e non solo il piccolo Gerolamo che allora dirigevo. Il pubblico era curioso, colto, aveva letto qualche autorevole recensione e veniva a vedere cosa stava succedendo o quà o là. Quando si apriva il sipario l’attore veniva come spogliato, esaminato, annusato. se poi era un comico allora questa spietata perlustrazione poteva durareparecchio. Con materiale idoneo sono stato fiero di avere reso celebre qualche attore e di avere visto il pubblico abbozzare un sorriso, anzi, ridere, sghignazzare senza ritegno…”.
Quando Maurizio Micheli e Luca Sandri hanno incontrato il pubblico giovedì scorso è stata un’emozione. Correte a vederlo lo spettacolo c’è fino a domenica 12 compresa. Ne vale sempre la pena. E poi che belli quei ricordi. Che vita a Milano, quanto c’era da scoprire, da fare, da inventare. Oggi che la città è un po’ morta vedre “Mi voleva Strehler fa bene alla mente e al cuore”.