MILANO FASCHION'S NIGHT OUT. TRIONFA LA FESTA DELLE CURIEl, RAFFAELLA E GIGLIOLA
“Faschion’s night out Milano-Vogue” questo settembre ha fatto scintille e la città si è animata fino a notte fonda con feste, negozi aperti, happening, celebration…un modo per dire che la moda conta e che vuole continuare a essere uno dei motori traino dell’economia italiana. Dal bel terrazzo dello show room della nota Maison di Corso Matteotti fondata da Gigliola Curiel, alla festa organizzata da sua figlia Raffaella e da sua nipote Gigliola (che porta il nome della mitica nonna), si poteca ammirare il bel grattacielo costruito negli anni Trenta dall’architetto Rimini in Piazza San Babila e con un tocco di classe della Lella, tra il profumo dei gelsomini e tra qualche palma esotica era stato allestito un magnifico buffet all’aperto con i più bei nomi della Milano-bene. sappiamo che le sfilate firmate Curiel hanno da sempre avuto il più bel parterre che si potesse desiderare. Grazie a delle luci ben congeniate sembrava di essere sotto al sole dei Caraibi, le mises delle invitate (tante vestivano eleganti abiti della Casa), potevano mettere in luce gonne a tulipano, tubini, fantasie floreali, decò, tinte unite, abiti da sogno di uno stile senza macchia. Eteree e impalpabili erano anche le amiche delle padrone di casa, la Lella e Gigliola, tacchi a terra, tacchi a spillo, scarpe a punta o zeppe, sembravano tutte delel steli atutto tondo portando all’interno delle belle stanze in cui si trova lo show room, tutta la luce e l’oscuro desiderio quando sull’abito trionfa l’assenza del colore, anche se molta attenzione va alla materia prima e come viene lavorata sartorialmente da almeno tre generazioni.
“Il genio della lampada”, la Lella sa come esaudire i desideri di una cabina armadio. L’ottima scleta delle materie prime e la lavorazione e i ricchi ricami si alternano alla fantasia di di due mani, quelle della madre e quella della figlia che ha la tendenza per un’estetica più minimalista, mentre la madre continua con al pura fantasia che si basa sul classico. “Guardare e non toccare”, sembrano dire tutti quei capi esposti per diventare “esercizi di stile”. Sorseggaindo Champagne, un the, un succo di frutta e assaggiando le delicatezza salate e dolci decise dalla Lella (suo il famoso libro sulle ricette edito da Codice Atlantico), un modo per portare lo stile sulla tavola a lei che è sempre piaciuto dopo le sue sfilate invitare gli ospiti suoi più intimi a casa sua in via Cerva dove dai suoi risotti fino ai dolci hanno saputo conquistare anche i palati dei suoi clienti e amici. Tra gli amici dell’altra sera c’era l’antiquario Beletti (grande esperto del settore e garnde benefattore come la Lella), i Gallo, i Muraglia, l’ex ministro Sirchia, i Battanta, gli Artum, i Castellini (la Lella i figli li ha avuti dal famoso Castellini che purtroppo morì ancora giovane), i Garavaglia, i Marchesi Clavarino, i Locatelli, i Sirtori, i Winkler, Olivia Muraglia, Paolo Massari, l’architetto Elio Cuniberti, cugino del mitico progettista Roberto Gabetti. amante di Giovanni Muzio…ma la lista è lunga. Non mancavano nemmeno le sue belle nipotine vicino allo zio, fratello di Gigliola, manager di prim’ordine della Casa di Moda.
Basta gaurdare sulle belle scrivanie antiche dove sono appoggiati i ritratti in cornici d’argento la stilista insieme allla moglie dello Sceicco Al Tani o alla signoria Cliò, moglie del Presidente Napolitano, per scoprire per chi non lo sapesse ancora che cosa è il marchio Curiel e i persoaggi vestiti dalla Lella, da sua madre e da Gigliola. Quando si entra in questo show room si ha come la sensazione di entrare nell’atélier di Coco Chanel. Gli stili si mischiano l’antico si miscela al moderno, le lampade di design storici ben si sposano con divanetti setteceneteschi o quadro novecenteschi italiani come uno stupendo di Tallone che riproduce una bella macchina da cucine dell’epoca. Una natura morta che più approppriata di così non ci poteva essere. La Maison Curiel sembra non prendere nuove posizioni in materia di questioni cromatiche, valgono i colori di sempre come i marroni, il grigio e il nero. A volta viene da pensare che è meglio andare al sicuro, in un patto di assoluta neautralità, ma in realtà, chi più della Curiel si è ispirata al mondo dell’arte moderna, della storia e del fanatsioso Oriente. Abiti perlacei, a volte opachi come la polvere dagli effetti titanici. Ma niente paura, nulla ha a che vedere con la crisi che staimo attraversando. La Maison è pronta per le sfilate di questo autunno dove ogni solhouette come “schegeg di grafite” formeranno un unico tessuto mélage, dove coliri, cemento e granito ci faranno vivere come in un film senza chiudere gli occhi sulla modernità mantenebdo un piccolo universo di “vintage” dove non mancherà un sottobosco di pizzo, di rossi corallo, di blu matisse. Anche i capelli della Lella racconatno: le sue trame rosse e mosse danno un segno di salute e di giovinezza e sotto i capelli non appaiono le rughe. Questa è l’autentica carta di identità della signora in rosso, ricevuta alal Casa Bianca come una principessa, così a Mosca o nei Paesi arabi, dai quali ha colto tante fantasie. Uno stile senza macchia per una serata senza macchia che di questi tempi è già un trionfo. “Una remise en forme” prima della partenza. Trunk show a Roma settiama prossima. poi sfilate a Londra e a Berlino e infine a New York e in Malesia.