NASCE IL MUBA, MUSEO DEL BAMBINO, ALLA ROTONDA DELLA BESANA A MILANO. SALVATORE CARRUBBA, PRESIDENTE DELL'ACCADEMIA DI BRERA SCRIVE UN LIBRO DAL TITOLO "IL MUSEO SPIEGATO AI RAGAZZI" EDIZIONI FRANCESCO BRIOSCHI. UNA VERA COINCIDENZA

Nasce il MUBA alla Rotonda della Besana di Milano, ex Lazzaretto ai tempi della peste sotto la dominazione spagnola (Manzoni cita il luogo ne “I Promessi Sposi”), un’iniziativa del Comune di Milano e in particolare dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. La sede della Besana per le mostre e ve ne sono state tante e di pregio, non ha mai portato grande fortuna per ch vi ha lavorato, ma questo è un po’ un pregiudizio del tutto milanese…Anche Scaparro, lo psicoterapeuta, aveva avviato uno spazio verde solo per i bambini e i ragazzi, ma non so che fine  ha fatto il progetto….Senza farlo apposta, ma quasi in concomitanza, l’ex assessore alla Cultura Salvatore Carrubba, ha pubblicato con Francesco Brioschi Editore “Il museo spiegato ai ragazzi”. Chi l’ha detto che al museo ci si debba annoiare? Oggi non c’è curiosità che un museo non possa soddisfare. Inoltre, i musei si stanno trasformando profondamente, con lo scopo di attrarre e di interessare sempre di più. I musei ci aiutano anche a conoscere la storia in cui siamo immersi per dare un senso al nostro presente e forse indicarci la via del nostro futuro… Parole sante!

Salvatore Carrubba è presidente dell’Accademia di Brera e vice presidente della Fondazione IULM, ma è stato oltre ad assessore alla Cultura del Comune di Milano anche direttore di Mondo Economico e del Sole 24 Ore.

Inserito nella collana “Grandi firme per piccoli lettori” la Casa editrice tanto amata da Valentina Brioschi, figlia di Francesco, per la quale ho fatto anche io un libro di grande formato fotografico e sulla storia dei giornalismo della carta stampata nonché delle firme più eccellenti dal titolo “Giganti di Carta” con prefazione di Piero Ostellino e la collaborazione di Stenio Solinas, Mario Giordano e Fabrizio Del Noce. Un’idea nata da me e Paolo Mieli che vorremmo continuare nel mondo della televisione. Il titolo mi pare glielo diede Vittorio Feltri. Il libro era curioso perché conteneva anche monografie ironiche, un catalogo ragionato del giornalismo e un glossario della carta stampata, ossia tutti quei nomi che usano in gergo i giornalisti di quotidiani, settimanali, mensili o trimestrali. Non manca Montanelli naturalmente con l’inseparabile Mario Cervi, ma anche Gaetano Afeltra ed Enzo Biagi…ma questa è tutta un’altra storia.

Secondo Carrubba la prima domanda da porsi è quella: “A che serve un museo?”. Domanda provocatoria, ma lecita, fondamentale tanto è ovvia. Ci sono capitati tutti la prima volta o con la scuola o con i genitori o con i nonni, ma da grandicelli ci siamo fatti una cultura attraverso l’arte, la storia,la scienza, il costume. Persino l’acquario è un museo per non parlare di quelli a cielo aperto ome Pompei o Cartagine. Da ragazzini imparammo guardando la Rai a puntate “Belfagor”, più noto come il fantasma del Louvre, il Museo per eccellenza, senza nulla togliere ai Musei Vaticani, a Palazzo Reale, Il Castello Sforzesco, La Sabauda,  oggi l’architetto Albini sta creando la seconda ala nuova, Venaria, Rivoli, Ca’ Pesaro, il Guggeheim, Gran Palais, il British…la lista è lunga, ma lo scopo del libro è quello di fare avvicinare i ragazzi a questa realtà anche virtualmente con internet. E’ pur sempre un inizio. Il dramma è che ora i giovani vanno poco nei musei perché il costo del biglietto anche se ridotto è troppo alto, un tempo c’era il prezzo politico e tanti erano gratis. “Mouseion” è una parola greca che significa Muse, ossia, spiega Carrubba, delle divinità greche figlie dello stesso Zeus e della dea della Memoria che sovraintendevano alle arti. Le Muse erano nove, ciascuna delegata a una specifica disciplina, Clio alla storia, Euterpe alla poesia lirica; Talia alla commedia, Melpomene alla poesia amorosa; Polimnia agli anni sublimi; Urania all’astronomia; Calliope alla poesia epica. L’autore provoca e nello stesso tempo insegna: “Se le volete vedere tutte insieme, vi segnalo tre musei dove si trovano alcune delle più belle rappresentazioni delle Muse…Il primo è il Louvre di Parigi, il secondo il circuito dei Musei Vaticani (oggi diretti da Paolucci),  il terzo la Ville Reale di Milano con i dipinti dell’Appiani”. Che senso ha oggi vedere un quadro in un museo, quando le immagini ci sono date via internet o tv o libri? Sarebbe come dire che senso ha viaggiare, piove qui tanto lì…Ma questo domande non sono poi così banali e scontate. Ci fanno capire come la storia scorre veloce e la comunicazione sta al passo dei tempi, ma contemporaneamente bisogno capire il valore di un originale, di una raccolta, di un mondo che è appartenuto a generazioni specifiche. A Torino, Banca Intesa Sanpaolo ha aperto il Museo del Risparmio, parole grosse di questi tempi, ma anche questo ci fa conoscere la storia del denaro. Vi sono musei della musica o della letteratura, case-museo appartenute a famiglie nobiliari, mecenati, collezionisti…un immenso patrimonio dell’umanità, ma ci sono anche musei che cambiano una città, ex fabbriche che diventano museo. Quelli creati da grandi archistar sono di per sé un meo nel museo, e anche Disneyland è un museo come quello della Lego in Danimarca. La domanda più difficile è quella dell’ultimo capitolo: “Perché andare a un museo?”. E qui vi lascio scoprire la risposta. Cari giovani pensateci un attimo:  Come mai quando andate a Madrid magari per un concerto, prima di andare a visitare il Prado andate a vedere il grande stadio con il museo del calcio?  Chi fosse interessato al volume e non riuscisse a trovarlo in libreria può sempre rivolgersi a Francesco Brioschi Editore di Milano (Un tempo Valentina Edizioni, aveva il nome della figlia), la sede è sempre la stessa, o quasi, via Santa Valeria 3 tel 02-86915570).


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