NELL’OTTOBRE 2025 A VILLA MANIN NEL MONASTERO DI SANTA CHIARA ..GORIZIA …..ANNO CAPITALE EUROPEA

 

Suggerimenti pittorici e suggestioni letterarie fondano il progetto espositivo di Marco Goldin che indaga l’idea di confine allargandone l’ambito semantico, non come barriera discriminante ma come possibilità di intraprendere un viaggio che conduce dentro e fuori di sé.

Con questo spirito, la mostra che la cinquecentesca Villa Manin ospiterà a partire dall’autunno 2025 – in programma dall’11 ottobre al 12 aprile 2026 – riunirà infatti più di cento opere per raccontare artisti europei e americani dell’Ottocento e del Novecento, da Turner a Cézanne, Van Gogh, Munch, Mondrian. Rothko, Kiefer. Non dimentichaimoci del Futurismo, specie dei nostri futuristi ma anche quelli cone W. Lewis, inglese.

Anselm Kiefer, Märkische Heide del 1974 Centre Pompidou, Museo nazionale d'arte moderna, Parigi
Anselm Kiefer, Märkische Heide del 1974 Centre Pompidou, Museo nazionale d’arte moderna, Parigi

Il percorso espositivo ritmato in quattro sezioni prevede uno spazio introduttivo, quasi un sommario e tre macroaree tra pitture e storie di confini. La mostra inizia con la solitaria grande tela di Anselm KieferMärkische Heide del 1974, che rimanda a una cittadina tedesca del Brandeburghese.  Noto per incorporare nei suoi quadri materiali diversi, con i quali instaura una “connessione spirituale”, Kiefer mostra qui una brughiera poco attraente, vuota e bruciata, fatta eccezione per tre betulle nella parte destra, con una strada al centro proiettata verso il cielo per esprimere il rifiuto per il limite. A seguire il dipinto di Gustave Courbet con il mare a contatto dell’orizzonte, e quello di Ferdinand Hodler con la montagna che s’incunea nel cielo; poi l’atmosfera sospesa di Edward Hopper in Pieno mezzogiorno – con la figura femminile sulla soglia che guarda allo spazio immenso e non conosce recinti – scelto come logo della mostra. E ancora la cupa solitudine che emana dallo sguardo di Vincent Van Gogh nell’Autoritratto del 1887.

Dall’America arrivano invece le prove dei pittori dell’Hudson River School, quali ChurchDurand, e Kensett. Ma ci sono anche Le Ragazze sul ponte (1901) di Edvard Munch. E poi trenta lavori che indagano il confine come tendenza ad andare oltre. Verso un sogno o un paradiso perduto. E quindi la Normandia e Tahiti di Paul Gauguin, le Ninfee di Claude Monet, le stampe giapponesi di Hiroshige e Hokus. Non confondaimo opero’ Villa Manin non è quella in Veneto ma a Passiriano di Codroipo (Gorizia) nel Monastero di Santa Chiara  ……Tullio Crali si occupo’ anche del Futurismo. Le aspetative sono alte..Segnamoci sulla ahenta questa data ottobre 2025…Saluti cari lettori

 


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