NUOVI SPAZI ESPOSITIVI PER IL MUSEO DEL NOVECENTO /ARENGARIO) DI MILANO

Dario ZaffaroniOra si chiama Museo del Novecento, per anni si chiamava Arengario, lo spazio già sede di esposizioni , un ‘edificio imponente a fianco di Palazzo Reale con una bella scalinata e una balconata progettato da Giovanni Muzio e distrutto dalle mani di un incapace architetto, da domani  offre  al pubblico proprio nei nuovi spazi espositivi tanto criticati da molti la mostra “BOOM 60! Era arte moderna”, un’espsizione promossa dal Comune di Milano – Cultura e dedicata all’arte tra i primi anni Cinquanta e i primi Sessanta e alla sua restituzione mediatica, tramite i popolarissimi canali di comunicazione di massa. Un ‘idea originale ma dove di arte tangibile se ne vede ben poca.

Curata da Mariella Milan e Desdemona Ventroni con Maria Grazia Messina e Antonello Negri, la rassegna apre con un percorso articolato tra Arengario e Piazzetta Reale in un allestimento firmato dall’Atelier Mendini. Un’ampia esposizione che ha l’obiettivo di approfondire i temi dell’arte italiana del ‘900 arricchendo il percorso permanente museale, anche grazie all’estensione in nuove sale espositive. Nell’ideazione e nella scelta delle opere, oltre a prestiti di Musei e raccolte pubbliche e private, è stato possibile attingere alla ricca collezione del Museo del Novecento: dipinti e sculture del patrimonio civico a partire dalla collezione Boschi di Stefano che, non essendo esposti in modo permanente, risultano in questo modo una affascinante riscoperta.

“Questa mostra segna un punto importante di analisi sull’arte del Novecento da una prospettiva inusuale e inaspettata, che porta al recupero di una parte dell’identità della nostra città in un momento di grande ascesa economica e reputazionale: gli anni del boom, appunto – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Ma questo progetto, che si estende nelle sale di Palazzo Reale allargando gli spazi espositivi a disposizione delle nostre temporanee, è importante anche per anticipare la centralità che l’arte del secolo breve avrà nei prossimi anni. Vorrei infatti coinvolgere tutte le istituzioni culturali cittadine per costruire insieme nel 2018 un grande palinsesto lungo un anno dedicato al Novecento italiano, che approfondisca il grande fermento di quel secolo straordinario non solo per l’arte ma anche per tutto il pensiero creativo”.

 

La pubblicità è l’anima del commercio. L’esposizione esplora l’arte moderna com’era raccontata dai settimanali e dai mensili di attualità illustrata, i cosiddetti rotocalchi. Sono gli anni del “boom”, non solo quello dell’economia e dei consumi, ma anche quello delle riviste – “Epoca”, “Tempo”, “Le Ore”, “Oggi”, “Gente”, “L’Europeo”, “Abc”, “L’Espresso”, “Vie Nuove”, “La Domenica del Corriere”, “La Tribuna Illustrata”, “Successo”, “Panorama”, “L’Illustrazione Italiana”, “Settimana Incom Illustrata”, “Lo Specchio”, “Settimo Giorno” – che in questi anni raggiungono le loro massime tirature, con una diffusione di gran lunga superiore a quella dei quotidiani, diventando così un importante strumento di intrattenimento, nonché uno specchio fedele della mentalità e delle aspirazioni collettive. Un viaggio nel tempo alla scoperta dell’arte ritrovata.


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